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“La Svizzera ha bisogno di un Partito socialista forte”

Christian Levrat pronto a raccogliere una nuova sfida politica Keystone

Il primo marzo il Partito socialista svizzero (PSS) nominerà il nuovo presidente. Un'elezione senza sorprese, dal momento che c'è un unico candidato: il deputato e sindacalista Christian Levrat.

In questo intervista a swissinfo il presidente in pectore dei socialisti, svela obiettivi e progetti che intende perseguire alla guida del partito.

swissinfo: Alla vigilia del suo nuovo ruolo di presidente, come vede il Partito socialista?

Christian Levrat: I nostri militanti sono straordinari. Da ormai tre mesi ho intrapreso un viaggio nelle sezioni del partito per incontrare i militanti, parlare con loro, ascoltare quanto hanno da dirmi. Ogni volta riparto con una motivazione straordinaria per i prossimi anni.

Detto questo non dobbiamo nasconderci dietro un dito: il partito non va molto bene. Le elezioni federali dello scorso mese di ottobre coincidono, del resto, con la più grande sconfitta dei socialisti dal 1945.

E’ dunque fondamentale rialzare il capo e guardare avanti. Non solo per noi, ma per tutto il paese. La Svizzera ha bisogno di un PSS forte, di un partito che sia vicino alla gente, e non solo alle grandi aziende e agli ambienti finanziari.

swissinfo: Che chiave di lettura dare alla sconfitta elettorale dello scorso autunno?

C.L.: Sono essenzialmente tre i punti dolenti. Intanto abbiamo condotto male la campagna elettorale. Non siamo stati in grado di imporre i nostri temi; il dibattito è scivolato sulla composizione del Consiglio federale. È ovvio che non si vince il confronto elettorale focalizzando la campagna sulla elezione e la non elezione di Christoph Blocher. Si vince stando in mezzo alle persone, prestando attenzione alle loro preoccupazioni, illustrando le nostre soluzioni.

In secondo luogo i socialisti hanno sofferto dei cosiddetti mega-trend, che incidono sull’evoluzione generale della società. La buona congiuntura economica ha reso gli elettori meno sensibili ai temi sociali. Il dibatto sui cambiamenti climatici e l’emergenza ambientale, ci è inoltre costato caro.

Ai Verdi, di fatto, si riconoscono competenze maggiori rispetto ai socialisti. Il che è falso, poiché i progressi registrati in questi ultimi anni nella politica ambientale sono frutto dell’impegno del PSS e del suo ministro Mortitz Leuenberger. Uno dei miei obiettivi sarà pertanto quello di fare riconoscere e valere il lavoro svolto dal PSS.

C’è un terzo aspetto, ed è quello che mi preoccupa maggiormente: il PSS ha perso la dimensione della militanza, una caratteristica che gli era propria e che lo contraddistingueva. Dobbiamo pertanto investire energie nel rinnovamento dei nostri membri e nella loro formazione politica.

La sconfitta di ottobre ha comunque avuto un lato salutare: l’elettrochoc elettorale ha scosso la base che, nelle sezioni che ho visitato, si è bruscamente svegliata.

swissinfo: Si è spesso rimproverato al PSS di essersi allontanato dalla base – le classi popolari – per diventare un partito di “bobos” (Bourgeois & Bohèmiens), insomma una sinistra “chic”…

C.L.: Non sono sicuro che sia davvero così. Quello che è invece vero, è che le classi popolari – al nostro fianco quando parliamo di sicurezza sociale, salari e servizio pubblico – si allontanano dal PSS quando parliamo di violenza e migrazioni.

Su questi temi abbiamo una serie di risposte credibili, ma non riusciamo a comunicarle. Siamo costantemente respinti e collocati nel campo degli ingenui e dei buonisti. Eppure le cose stanno diversamente.

Sono spesso i magistrati socialisti a garantire una presenza poliziesca minima nei luoghi a rischio, sono spesso loro ad imporre gli agenti di prossimità e sono ancora loro a chiedere delle strutture chiuse per la delinquenza minorile.

swissinfo: Lei è considerato una delle menti che ha contribuito ad estromettere Blocher dal Consiglio federale. Non crede che questo fatto possa in qualche modo crearle dei problemi, visto che come presidente di un partito di governo dovrà collaborare con l’Unione democratica di centro (destra nazionalista)?

C.L.: Non ho nessun problema personale con i vertici dell’UDC. Detto questo, a livello politico ci sono ben pochi settori nei quali sia immaginabile una collaborazione con i democentristi. Siamo confrontati con un partito che difende la piazza finanziaria e il denaro contro gli interessi dei salariati e delle salariate.

È con il Partito popolare democratico (PPD, centro-destra) che dobbiamo cercare delle convergenze per trovare soluzioni in materia di assicurazioni sociali e politica ambientale.

swissinfo: Lei è l’unico candidato alla guida del PSS: un po’ strana questa mancanza di interesse per la carica di presidente del secondo partito del Paese…

C.L.: Volendo privilegiare una lettura ottimista, direi che il partito ha fiducia in me. Pensa che sono in grado di avviare un percorso di rilancio in vista delle elezioni federali del 2011. Il numero e la qualità dei vice-presidenti mi spingono ad affermare che quella che ho appena fornito, sia la spiegazione giusta

Se, al contrario, inforco gli occhiali del pessimismo, interpreto questa mancanza di interesse come una sorta di rassegnazione: non c’è nessuna possibilità di risalire la china quindi è meglio che sia solo io ad assumere il fallimento. Non credo, tuttavia, che sia un’opzione verosimile.

swissinfo: Che cosa la motiva a diventare presidente?

C.L.: La voglia e la volontà di mettermi al servizio del partito in vista delle elezioni del 2011. Se non si fa niente, l’erosione del partito socialista sarà inesorabile. Io sono convinto che la Svizzera abbiamo bisogno di un PSS forte

swissinfo: Qual è la sua qualità migliore e quale invece il suo peggior difetto?

C.L.: La mia grande qualità è probabilmente l’entusiasmo. Generalmente quando faccio o inizio qualcosa, mi impegno anima e corpo e vado fino in fondo. Il mio difetto è sicuramente la mancanza di pazienza. Voglio dei risultati rapidamente, quando in realtà i tempi di attesa sono spesso lunghi….

Intervista swissinfo, Olivier Pauchard
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Fondato nel 1888, il Partito socialista è stato all’opposizione per numerosi decenni. L’avvicinamento alle forze di destra alla guida della Confederazione, si è verificato negli anni Trenta, di fronte alla minaccia nazifascista.

Il PSS ha ottenuto il suo primo seggio in Consiglio federale nel 1943 e un secondo seggio nel 1959.

Secondo partito in Svizzera per numero di elettori, ma minoritario in governo e in Parlamento, il PSS è costretto ad autentiche acrobazie tra l’opposizione e la collaborazione con i partiti borghesi.

Sul piano federale, il PSS conta attualmente due ministri – la ginevrina Micheline Calmy-Rey (Dipartimento federale degli Affari esteri) e lo zurighese Moritz Leuenberger (Dipartimento federale dei Trasporti, Energia, Ambiente e Comunicazioni) – 43 deputati e 9 senatori in parlamento.

Alle elezioni federale di ottobre 2007, i socialisti hanno raccolto il 19,5% dei suffragi contro il 23,3% nelle precedenti elezioni (2003).

Christian Levrat è nato nel 1970 e risiede in Gruyère (canton Friburgo). È sposato e padre di tre figli.

Dopo una licenza in diritto all’Università di Friburgo, ha ottenuto una laurea in Scienze politiche all’Università di Leicester (Regno Unito) e un diploma in gestione di associazioni all’ateneo friburghese.

Sul piano professionale, Christian Levrat occupa attualmente la funzione di presidente del Sindacato della Comunicazione, dopo esserne stato il segretario centrale. è pure vice-presidente dell’Unione sindacale svizzera. dal 1998 al 2000 è stato a capo del servizio giuridico dell’Organizzazione svizzera di aiuto ai rifugiati (OSAR).

È deputato alla Camera bassa del Parlamento dal 2004. Sarà nominato ai vertici del PSS il prossimo primo marzo in occasione del congresso straordinario che si terrà a Basilea.

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