La vetrina dell’umanitario
Il Museo internazionale della croce rossa e della mezzaluna rossa illustra la storia delle attività umanitarie attraverso guerre e catastrofi naturali.
L’eredità lasciata dal Ginevrino Henry Dunant ha dato vita alla più grande organizzazione umanitaria del mondo.
„Ognuno è responsabile di tutto di fronte a tutti“: con questa frase, gravata all’entrata del Museo, Dostoïevski accoglie il visitatore. E lo invita a interrogarsi sul proprio ruolo: la miseria umana, forse, non è soltanto opera del destino.
A volte, perfino un solo uomo può decidere del futuro, della vita o della morte, di migliaia di persone. In mezzo a tanti dittatori e carnefici, ricordati dai libri di storia, anche qualche personaggio più degno della nostra memoria ha lasciato un segno così profondo.
Tra questi, sicuramente Henry Dunant che nel 1863, sconvolto dall’atrocità di un campo di battaglia, ha dato vita al diritto umanitario e alla prima organizzazione umanitaria del mondo. Sicuramente, da allora, milioni di feriti, prigionieri, affamati o ammalati devono la loro salvezza anche al padre delle Convenzioni di Ginevra.
Ripercorrendo un secolo e mezzo di guerre e catastrofi, il Museo internazionale della croce rossa e della mezzaluna rossa (MICR) traccia il ritratto di un uomo e di un progetto che non potevano opporsi al corso delle tragedie, ma ne hanno alleviato molte sofferenze.
Vetrina della Croce rossa
Sfuggendo alla tentazione di spalancare le porte dell’orrore per meglio “vendere” l’umanitario, il Museo presenta – con quasi troppa sobrietà – le pagine più buie degli ultimi 150 anni.
“Non vogliamo in nessun caso proporre una casa degli orrori o un memoriale della guerra” sottolinea Catherine Zimmermann, responsabile delle relazioni pubbliche. “Il nostro obbiettivo è invece di essere un museo di storia e una vetrina delle attività della Croce rossa”.
La storia di un movimento che prende inizio nel 1859, quando un uomo d’affari di Ginevra si ritrova, quasi per caso, a Solferino, tra le truppe franco-sarde e quelle austriache. 6’000 morti la sera del 24 giugno e, soprattutto, 40’000 feriti abbandonati alla loro sorte.
L’indifferenza e la rassegnazione fanno più vittime delle ferite, delle epidemie e della fame che seguono le guerre, deve aver pensato Henry Dunant. Prodigando le cure a centinaia di feriti in una Chiesa di Castiglione, il cittadino ginevrino diventa il primo volontario della Croce rossa.
Il suo esempio sarà seguito da un oltre 100 milioni di persone, membri e volontari della Croce rossa, attivi ancora oggi in quasi tutti i paesi del mondo.
Principi universali
I principi umanitari sono universali, si ritrovano in ogni religione e in ogni cultura. Il Museo internazionale della croce rossa e della mezzaluna rossa lo ricorda con i testi delle sacre scritture che esaltano il rispetto della vita e il senso della solidarietà.
Gli spazi espositivi seguono poi la strada del diritto umanitario. Dalla Prima Convenzione di Ginevra, che si limitava a militi feriti e ammalati, i principi umanitari sono stati estesi negli ultimi decenni ai prigionieri di guerra e alle vittime civili.
Il movimento internazionale ha saputo adeguarsi ai cambiamenti e alle necessità di ogni nuovo fronte di guerra. Ma anche le forze belligeranti si sono adeguate, in qualche modo, alla presenza dei delegati di questa organizzazione umanitaria, probabilmente ancora oggi la più “tollerata” e rispettata a livello mondiale.
Filmati, fotografie, oggetti e documenti testimoniano dell’utilità del distintivo con la croce rossa in quasi tutti i confltti scoppiati dai tempi di Dunant. Dai primi soccorsi alle visite dei prigionieri di guerra, dalle ricerche di familiari scomparsi alla riabilitazione delle vittime delle mine.
Un grande futuro per la Croce rossa
Il percorso, che culmina con le attività dei giorni nostri, si snoda anche lungo il Muro del tempo: un sismografo sul quale sono registrati, anno dopo anno, i conflitti che provocano più di 10’000 morti e i disastri naturali che mietono più di 1’000 vittime.
In un secolo e mezzo, l’umanità non si è particolarmente “bonificata”, a giudicare dalle numerose catastrofi umanitarie iscritte negli ultimi decenni. Oltre ad una grande storia, il movimento della Croce rossa ha quindi, purtroppo, ancora un grande futuro davanti a sé.
“Il Museo è stato creato per conservare il patrimonio dell’organizzazione umanitaria. Ma si prefigge anche di risvegliare lo spirito di solidarietà dei visitatori, soprattutto dei giovani” rileva Catherine Zimmermann.
Una piccola Solferino per circa un milione di persone che hanno visitato finora il Museo della croce rossa dalla sua apertura. Dunant era convinto che la violenza fa parte della natura umana, ma anche che ognuno, con la sua volontà, può contribuire ad un mondo migliore.
Armando Mombelli, swissinfo
20 novembre 1985: Raissa Gorbaciov e Nancy Reagan posano la prima pietra del Museo.
29 ottobre 1988: inaugurazione ufficiale del Museo.
Il Museo attira ogni anno circa 100’000 visitatori.
Il Museo propone un’esposizione permanente che illustra la nascita e la storia dell’intervento umanitario: dalla battaglia di Solferino alle guerre mondiali del XXesimo secolo, dalle Convenzioni di Ginevra alle attività attuali del Movimento della croce rossa e della mezzaluna rossa.
Ogni anno vengono inoltre proposte 2 a 3 esposizioni temporanee su tematiche legate a conflitti e catastrofi degli ultimi tempi.
Il Museo rimane chiuso il martedì e i giorni festivi di fine anno.
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