Le Olimpiadi, un’occasione unica per la Cina
Ambasciatore svizzero in Cina dal 2004, il ticinese Dante Martinelli sottolinea l'importanza dei Giochi olimpici che si terranno a Pechino nel 2008.
Grazie alle Olimpiadi, la Cina potrà approfittare di questa vetrina internazionale per mostrarsi al mondo. E cogliere l’occasione per progredire nel campo dei diritti umani e della protezione dell’ambiente.
Aprendo le porte della propria residenza, il diplomatico svizzero Dante Martinelli ha permesso agli svizzeri che vivono a Pechino di incontrare una delegazione di Swiss Olympic.
Esattamente un anno prima dell’inizio dei Giochi e su invito del Comitato olimpico cinese (BOGOG), la delegazione elvetica ha preso parte ad un seminario destinato ai “capi missione”. In questa occasione Dante Martinelli ha confidato a swissinfo come vede i futuri Giochi Olimpici.
swissinfo: Signor ambasciatore che cosa ne pensa della cerimonia svoltasi lo scorso 8 agosto sulla piazza Tienanmen, esattamente un anno prima delle Olimpiadi?
Dante Martinelli: Purtroppo non ho potuto partecipare, ma l’ambasciata svizzera in Cina era molto ben rappresentata. Si è trattato di una manifestazione tipicamente cinese, che illustra quanto l’evento sia importante per il paese.
swissinfo: Nelle sue vesti di ambasciatore, come valuta questo appuntamento?
D.M.: Essere presenti in un paese che organizza i Giochi Olimpici è di per sé una grande fortuna. E lo è ancora di più perché questo paese è la Cina. Anche se la maggioranza dei compiti organizzativi spetta al Comitato olimpico svizzero, l’ambasciata sarà certamente confrontata con un aumento di lavoro e di impegni.
Nel periodo delle Olimpiadi l’ambasciata svizzera a Pechino dovrà moltiplicare le presenze e, per quel che mi riguarda, dovrò con ogni probabilità rispondere a numerose sollecitazioni. Il tempo per seguire gli eventi sportivi sarà, inevitabilmente, molto breve. Ne approfitterò quando dovrò accompagnare i rappresentanti del governo svizzero che giungeranno in Cina.
swissinfo: La Svizzera e le aziende svizzere si stanno muovendo a sufficienza per sfruttare al meglio l’incredibile vetrina offerta dai Giochi Olimpici?
D.M.: I Giochi Olimpici sono una festa universale e un evento di straordinaria risonanza e visibilità mondiale. Le Olimpiadi organizzate dalla Cina andranno soprattutto a beneficio del paese. Questo evento permetterà ai cinesi di mostrarsi al mondo con un volto nuovo.
Ma costituiscono anche un’opportunità per la Svizzera. Proprio perché coscienti di questo grande potenziale per l’immagine del nostro Paese, abbiamo lanciato un vasto programma di promozione che si estenderà fino al 2011.
Non dobbiamo infatti dimenticarci che la Cina non organizza solo i Giochi Olimpici del 2008, ma anche l’esposizione universale che si terrà a Shanghai nel 2010. Siamo dunque assolutamente determinati ad utilizzare nel miglior modo possibile questi due eventi per promuovere l’immagine della Svizzera in Cina.
swissinfo: La Cina ha promesso dei giochi “verdi”. Ma è davvero ipotizzabile, in una metropoli dove lo smog aleggia denso per giorni e giorni, impedendo ai pechinesi di vedere il cielo blu?
D.M.: La questione ambientale è un problema molto concreto in Cina; preoccupano molto la qualità dell’acqua e dell’aria. Il governo cinese ne è consapevole, tanto da aver inserito l’ambiente nelle priorità dell’agenda politica.
Pensando ai Giochi Olimpici, sarà molto difficile per un atleta realizzare buone prestazioni sportive se la qualità dell’aria non sarà adeguata. Il comitato di organizzazione ha annunciato dei miglioramenti per l’anno prossimo. Vedremo.
swissinfo. Impossibile parlare dei Giochi Olimpici e tacere i numerosi appelli al boicottaggio lanciati da organizzazioni attive nella difesa dei diritti umani. Punti dolenti la questione tibetana e il coinvolgimento della Cina in Sudan. Quale la sua posizione?
D.M.: I Giochi Olimpici costituiscono per la Cina un’occasione di presentarsi al mondo con le sue formidabili realizzazioni. I lati meno luminosi della Cina saranno comunque visibili.
Ci attendiamo che in questo campo la Cina compia passi avanti concreti. Ed è un’attesa che non risale a ieri. La Svizzera è stata infatti il primo paese ad avviare con la Cina un dialogo bilaterale sul dossier dei diritti umani, già a partire dal 1991. Ci auguriamo che la Cina colga l’occasione delle Olimpiadi per compiere ulteriori progressi.
Quanto alla misura del boicottaggio, non sono sicuro che sia la migliore soluzione. Io sono convinto che il dialogo e l’apertura siano i migliori strumenti per vedere sorgere all’orizzonte la luce del progresso, conforme allo spirito olimpico.
Intervista swissinfo, Mathias Froidevaux, Pechino
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)
Dal 2004 il ticinese Dante Martinelli, nato nel 1947 a Faido, è ambasciatore straordinario e plenipotenziario nella Repubblica popolare cinese, nella Repubblica democratica della Core e in Mongolia. La residenza diplomatica elvetica è a Pechino.
Dal 1981 al 1985 è collaboratore diplomatico presso l’Ufficio dell’Integrazione DFAE/DFE. In questo stesso anno viene trasferito a Washington in veste di incaricato degli affari finanziari internazionali. Nel 1989 è nuovamente trasferito a Parigi in veste di consigliere d’Ambasciata per le questioni economiche.
Nel 1993 è consigliere diplomatico del Capo del DFAE. Il Consiglio federale lo ha nominato nel 1996 Ambasciatore in Italia, Malta e San Marino con residenza a Roma. E’ poi stato capo della Missione svizzera a Bruxelles.
Con una crescita media annuale del 10%, la Cina è lo stato dei Paesi emergenti BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) più sviluppato economicamente. Dal 2002 la Cina (compresa Hong Kong) è il principale partner commerciale della Svizzera.
Gli scambi commerciali nel 2006 – esportazioni verso la Cina: 4,1 miliardi di franchi (+18%); importazioni dalla Cina: 3,9 miliardi (+16%); bilancia commerciale: (+172 milioni) – dimostrano che le relazioni tra i due Paesi si sviluppano più rapidamente del commercio estero svizzero in generale.
La Cina esporta in Svizzera principalmente tessili, macchine, giocattoli, equipaggiamenti sportivi. Mentre la Svizzera esporta nel paese asiatico macchine, prodotti farmaceutici e chimici. Le aziende svizzere hanno investito in Cina circa 5 miliardi di franchi e creato 55 mila posti di lavoro.
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