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Le sfide del futuro dell’aiuto umanitario svizzero

Nel 2007 l'Aiuto umanitario svizzero è stato attivo anche in Bangladesh per assicurare l'approvvigionamento di acqua potabile Keystone

I cambiamenti climatici, la carenza di acqua e la distruzione della biodiversità sono tra le principali sfide dell'aiuto umanitario. È quanto prevede il direttore uscente della cooperazione svizzera Walter Fust.

La collaborazione internazionale viene sempre più sollecitata da problemi come la carenza idrica, i mutamenti climatici e la riduzione della biodiversità, ha dichiarato Walter Fust nel corso della giornata annuale della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), tenuta venerdì a Zurigo.

“A livello planetario, l’80% dei paesi devono far fronte a gravi problemi di approvvigionamento idrico”, ha puntualizzato Fust. Ogni dieci anni la popolazione mondiale aumenta di un miliardo di individui: la comunità mondiale si trova quindi confrontata all’enorme sfida di nutrire tutta la popolazione del pianeta.

“Soltanto una solidarietà internazionale mirata consentirà di affrontare con successo una simile prova”, ha affermato il direttore della DSC, che lascerà il suo incarico a fine aprile e assumerà da maggio la funzione di direttore generale del Forum umanitario mondiale, un organismo creato l’anno scorso e presieduto dall’ex segretario generale dell’Onu Kofi Annan.

Principi umanitari in pericolo

“L’aiuto umanitario è notevolmente cambiato in questi ultimi anni. Vi sono meno guerre tra i paesi, ma più conflitti all’interno dei paesi. Le catastrofi naturali sono inoltre in continua crescita”, ha aggiunto Walter Fust.

Il direttore della DSC si è detto inoltre preoccupato per la tutela dei principi umanitari riconosciuti. “Conflitti in atto da anni in Palestina, Darfur e Sri Lanka sono ancora in attesa di una soluzione che porti la tanto agognata pace a questi popoli tormentati”.

Walter Fust ha pure illustrato le tendenze che hanno caratterizzato la cooperazione internazionale degli ultimi anni, sottolineando l’importanza della posizione della Svizzera in un contesto globale che dà sempre più importanza ad esigenze di integrazione, coordinamento e impiego mirato dei mezzi. In questo senso la Svizzera ha dato un contributo più che positivo – e continuerà a farlo anche in futuro.

Alti standard qualitativi

Da parte sua, il delegato per l’Aiuto umanitario e capo del Corpo svizzero di aiuto in caso di catastrofi Toni Frisch ha illustrato le sfide future per l’Aiuto umanitario della Confederazione.

La Svizzera si deve preparare a far fronte ad un aumento delle minacce causate dalle catastrofi naturali. Frisch si è detto però convinto che la Confederazione dispone degli strumenti necessari per far fronte a queste situazioni di crisi. Nel contesto umanitario, le attività dell’aiuto svizzero sono sinonimo di standard qualitativi, frutto di una lunga tradizione umanitaria.

Non a caso, nel 2007, le unità di pronto intervento dell’Aiuto umanitario della Confederazione a favore delle popolazioni bisognose hanno ottenuto la certificazione ISO, un chiaro segnale della volontà elvetica di ottimizzare costantemente gli aiuti e il coordinamento internazionali. La Catena svizzera di salvataggio dovrebbe inoltre ottenere la certificazione dell’ONU probabilmente già nell’autunno di quest’anno.

Altri sviluppi

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Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC)

Questo contenuto è stato pubblicato al La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è l’agenzia del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) preposta alla cooperazione internazionale. Questo organismo effettua azioni dirette, sostiene programmi di organizzazioni multilaterali e finanzia programmi di opere umanitarie svizzere ed internazionali, in particolare nei settori dello sviluppo, dell’aiuto umanitario (incluso il Corpo svizzero di aiuto umanitario)…

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Assistenza agli svizzeri all’estero

Nel recente messaggio del governo sull’aiuto umanitario viene inoltre precisato ufficialmente che la DSC dovrà occuparsi anche dell’assistenza ai cittadini svizzeri toccati da crisi o catastrofi naturali all’estero. “Non vogliamo mancare al nostro dovere di sostenere le nostre cittadine e i nostri cittadini venutisi a trovare in situazioni di crisi o di catastrofe all’estero”, ha affermato Frisch.

Le principali zone di intervento dell’aiuto umanitario svizzero sono attualmente la Liberia, il Sudan, la regione africana dei Grandi Laghi, il Caucaso e la Palestina. L’anno scorso 190 esperti del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) sono stati impegnati in 261 missioni.

swissinfo e agenzie

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è l’agenzia della Confederazione preposta alla cooperazione internazionale. Alla DSC compete il coordinamento generale della cooperazione allo sviluppo, della cooperazione con i paesi dell’Europa orientale e dell’aiuto umanitario della Svizzera con altri uffici federali.

L’aiuto umanitario svizzero ha come mandato di salvare vite umane e soddisfare i bisogni urgenti delle vittime di conflitti, carestie o catastrofi naturali.

Gli aiuti urgenti, ad esempio in caso di terremoti, vengono assicurati dalla Catena di salvataggio, che comprende 8 organizzazioni partner, tra cui il Corpo svizzero di aiuto umanitario, la Guardia aerea di soccorso (Rega), la Società svizzera per cani da catastrofe, le truppe di salvataggio dell’esercito e la Croce rossa svizzera.

Tra le attività principali dell’aiuto umanitario vi sono la fornitura di generi alimentari e altri beni di prima necessità, l’invio di specialisti, il finanziamento e l’assistenza alla ricostruzione.

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