Libera circolazione: referendum riuscito
Il referendum contro l’estensione dell’accordo sulla libera circolazione delle persone ai dieci nuovi membri dell’Unione Europea (UE) è riuscito.
La destra nazionalista ha infatti raccolto le firme necessarie e le ha depositate martedì alla Cancelleria federale. Il voto del popolo è previsto per il prossimo 25 settembre.
Il popolo svizzero dovrà pronunciarsi sull’estensione della libera circolazione ai dieci nuovi membri dell’UE.
È quanto deciso dalle oltre 80’000 persone che in pochi mesi hanno sottoscritto il referendum lanciato dalla destra nazionalista.
Le firme sono state depositate martedì a Berna da un comitato interpartitico guidato dai Democratici svizzeri (DS).
Contributo latino
Il consigliere nazionale del DS, Bernhard Hess, ha sottolineato che anche la Svizzera romanda e il Ticino hanno contribuito in modo massiccio alla riuscita del referendum: il 20% delle firme proviene infatti dai cantoni latini.
«Nella sola città di Ginevra, ad esempio, gli oppositori all’estensione della libera circolazione sono stati oltre 4’000», ha precisato.
Immigrazione e dumping salariale
Oltre al DS, il comitato referendario era composto dalla Lega dei ticinesi, dal Partito della libertà e da numerosi consiglieri nazionali membri dell’Unione democratica di centro (UDC), il partito dei consiglieri federali Blocher e Schmid.
A loro avviso, l’estensione dell’accordo provocherebbe un afflusso a lungo termine di immigrati dai Paesi dell’est che avrebbe come conseguenza una riduzione dei posti di lavoro per gli svizzeri.
Anche l’estrema sinistra, guidata dal Movimento per il socialismo, ha lanciato un referendum contro la libera circolazione denunciando misure di accompagnamento insufficienti ad evitare il dumping salariale.
Altro tema europeo alle urne
Il popolo si esprimerà sull’estensione della libera circolazione il 25 settembre.
Nel frattempo, i cittadini elvetici avranno la possibilità di pronunciarsi su un altro tema europeo.
Il governo ha infatti fissato per il prossimo 5 giugno lo scrutinio sugli accordi di Schengen (sicurezza) e Dublino (asilo), contro i quali l’UDC ha lanciato un referendum. Le firme raccolte saranno depositate alla Cancelleria federale il 31 marzo.
swissinfo e agenzie
Dal 1. giugno del 2004, i cittadini dei primi 15 Paesi membri dell’UE possono liberamente lavorare in Svizzera e viceversa.
La libera circolazione dovrebbe essere estesa, entro il 2011, anche ai 10 nuovi Stati dell’UE.
Se la Svizzera dovesse rifiutare questa estensione, Bruxelles potrebbe sopprimere l’accordo attualmente in vigore con i primi 15 Stati dell’UE.
Il 1. maggio 2004, 10 nuovi Stati sono entrati a far parte dell’UE: Lettonia, Lituania, Estonia, Slovenia, Pologna, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Malta e Cipro.
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