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Maremoto: centinaia gli svizzeri morti

Il presidente della Confederazione Samuel Schmid ha espresso il cordoglio del Consiglio federale alle famiglie delle vittime Keystone

Diverse centinaia di svizzeri hanno perso la vita a causa del maremoto che ha colpito vari paesi del sud-est asiatico il 26 dicembre scorso.

Lo ha annunciato martedì il presidente della Confederazione Samuel Schmid, secondo il quale i peggiori scenari degli ultimi giorni sono diventati purtroppo una realtà.

“I timori degli ultimi giorni stanno diventando, purtroppo, sempre più una realtà: il 26 dicembre 2004, centinaia di cittadini svizzeri hanno perso la vita”, ha dichiarato, nel corso di una conferenza stampa a Berna, il presidente della Confederazione Samuel Schmid.

“Il numero delle vittime svizzere supera di gran lunga quanto avevamo temuto. La maggior parte delle persone disperse non ritorneranno quasi sicuramente a casa”, ha aggiunto Schmid.

Negli ultimi giorni, le autorità avevano annunciato che non vi erano più notizie di circa 500 svizzeri nei paesi colpiti dal maremoto.

I responsabili della cellula di crisi si erano però limitati a parlare di un centinaio di vittime probabili. In base alle testimonianze e ad altre indicazioni era stata accertata la loro presenza sulle coste toccate dalla catastrofe.

Cordoglio del governo

“Il mare non restituirà molti di questi morti. Molti hanno quindi trovato la loro ultima dimora lontano da casa e dalle loro famiglie. Soltanto pochi potranno essere inumati qui. Questo rende il nostro ultimo commiato ancora più doloroso, molto più doloroso”, ha affermato Schmid.

Il presidente della Confederazione ha inoltre presentato le condoglianze del governo svizzero a tutte le persone colpite dal cataclisma avvenuto in Asia.

A nome del Consiglio federale e del popolo svizzero “esprimo il più profondo cordoglio alle famiglie, alle popolazioni, ai governi e a tutte le comunità colpite dalla tragedia”.

“Non dobbiamo ancora perdere la speranza su ogni singolo caso”, ha comunque aggiunto Schmid. “Miracoli sono sempre possibili”.

La più grave catastrofe degli ultimi 200 anni

Se i timori delle autorità dovessero trovare conferma, la Svizzera figurerebbe tra i paesi occidentali più colpiti da questa tragedia, assieme a Germania e Svezia.

Si tratterebbe inoltre della più grave catastrofe per la popolazione svizzera da 200 anni a questa parte.

Nel 1806 ben 457 persone avevano perso la vita in seguito ad una frana che aveva seppellito il villaggio di Goldau nel Canton Svitto.

Nel 1881 lo slittamento di una parete montagnosa a Elm, nel canton Glarona, aveva provocato 116 vittime.

Le più gravi tragedie del secolo scorso per la Svizzera erano state provocate da incidenti aerei: nel 1963 a Dürrenasch, nel canton Argovia, erano morte 80 persone, di cui 70 di nazionalità svizzera.

L’incidente di Halifax, in Canada, nel 1998, era costato la vita a 229 persone, di cui 49 con passaporto rossocrociato.

A Luxor, 58 turisti, tra cui 36 svizzeri, erano stati massacrati da militanti fondamentalisti egiziani nel 1997.

Nuove scuole finanziate da Berna

Nel corso della sua ultima giornata in Asia, prima del suo ritorno in Svizzera, la ministra degli esteri Micheline Calmy-Rey ha annunciato che la Svizzera contribuirà alla ricostruzione di dieci edifici scolastici nelle zone devastate dal maremoto nello Sri Lanka.

Berna fornirà pure materiale da costruzione all’intero Paese per favorire la rinascita dell’economia locale.

La responsabile della diplomazia svizzera ha dichiarato di aver potuto rendersi conto di persona dell’ampiezza della tragedia e dei bisogni delle popolazioni colpite dal cataclisma.

Con il suo viaggio in Thailandia e nello Sri Lanka, Micheline Calmy-Rey ha inoltre voluto apportare il suo sostegno morale anche ai numerosi soccorritori svizzeri, inviati da Berna.

Per quanto concerne l’assistenza fornita dal personale diplomatico ai cittadini elvetici colpiti dal cataclisma, la ministra degli esteri ha affermato che, tenuto conto del caos scoppiato nell’intera regione, “nell’insieme la situazione è stata ben gestita”, anche se “non si possono escludere alcuni problemi”.

Solidarietà e lutto

Prosegue intanto a spron battuto la raccolta di fondi da parte della Catena della solidarietà.

Finora, popolazione, società ed enti pubblici hanno già promesso donazioni per 45 milioni di franchi, e ciò ancor prima della giornata per la colletta nazionale, in programma mercoledì.

In un giorno le donazioni sono cresciute di altri dieci milioni, ha rilevato il portavoce dell’organizzazione Roland Jeanneret, secondo il quale, a questo ritmo, si raccoglierà sicuramente una “somma storica”.

Sempre mercoledì sono previste numerose manifestazioni in tutta la Svizzera per commemorare le vittime del cataclisma.

Tra l’altro, verrà trasmessa dalle televisioni nazionali un “cerimonia ecumenica nazionale” dalla cattedrale di Berna, in cui saranno presenti i consiglieri federali Samuel Schmid, Micheline Calmy-Rey e Joseph Deiss, nonché diversi rappresentanti diplomatici e membri delle comunità asiatiche residenti in Svizzera.

swissinfo e agenzie

Il sisma avvenuto il 26 dicembre scorso nei pressi dell’isola indonesiana di Sumatra ha raggiunto una magnitudo di 9 gradi sulla scala Richter.
Oltre 145’000 persone hanno perso la vita, di cui 95’000 in Indonesia, 30’000 nello Sri Lanka, 15’000 in India e 5’000 in Thailandia.
Martedì le autorità svizzere hanno annunciato che, quasi sicuramente, diverse centinaia di svizzeri hanno perso la vita.
Mancano ancora le tracce di circa 500 cittadini elvetici che si trovavano nei paesi colpiti dal maremoto.

Le autorità svizzere hanno annunciato il versamento di 27 milioni di franchi in favore delle vittime della catastrofe.

Le donazioni della popolazione tramite la Catena della solidarietà hanno già raggiunto la cifra record di 45 milioni.

Mercoledì sono in programma diverse manifestazioni in tutta la Svizzera per commemorare le vittime del maremoto.

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