Maremoto: nuovo bilancio delle vittime svizzere
A dieci settimane dallo tsunami che ha devastato il Sud-est asiatico, il numero delle vittime svizzere è salito a 39 morti accertati e 87 dispersi.
Le autorità federali stanno valutando la possibilità di accelerare il versamento di indennità o rendite in favore delle famiglie delle persone scomparse.
Secondo quanto reso noto martedì dall’ambasciatore Peter Sutter nel corso di una conferenza stampa tenuta a Berna, 2 delle 39 vittime accertate del maremoto sono state seppellite sul posto e 10 sono state rimpatriate in Svizzera prima dell’inizio delle procedure d’identificazione.
Le autorità elvetiche stanno valutando la possibilità di organizzare un viaggio nella regione per i parenti delle vittime identificate nelle ultime settimane, ha aggiunto il capo della divisione politica VI (Svizzeri all’estero) presso il Dipartimento federale degli affari esteri.
27 vittime identificate nelle ultime settimane
Grazie tra l’altro all’impiego di test di DNA, gli inquirenti inviati sul posto hanno potuto identificare nelle ultime settimane i corpi di 27 persone che risiedevano in Svizzera, 21 cittadini elvetici e 6 stranieri.
Di queste vittime, 26 sono perite in Thailandia e una nello Sri Lanka, ha indicato il vicedirettore dell’Ufficio federale di polizia (fedpol.ch) Arnold Bolliger.
Attualmente ancora 6 specialisti svizzeri si trovano nella regione di Phuket, la più colpita in Thailandia dalle onde gigantesche sollevate dal maremoto lo scorso 26 dicembre.
Termini di attesa troppo restrittivi
Sul piano giuridico, le autorità federali stanno tuttora valutando le possibilità di rivedere le disposizioni del Codice civile relative all’accertamento del decesso di persone disperse.
La pratica attuale, applicata dai tribunali cantonali, viene infatti considerata troppo restrittiva. I familiari superstiti di una persona scomparsa hanno infatti il diritto di beneficiare di rendite o aiuti finanziari soltanto alla scadenza di un periodo di attesa di due anni.
Una riunione tra specialisti verrà quindi organizzata l’11 aprile prossimo, allo scopo di esaminare eventuali modifiche delle prescrizioni attuali, ha annunciato Ruth Reusser, vice-direttrice dell’Ufficio federale della giustizia.
Proseguono gli aiuti
L’aiuto umanitario intanto prosegue: 23 dipendenti della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sono ancora impegnati in Sri Lanka, Indonesia e Thailandia, ha dichiarato il capo del Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) Toni Frisch.
In gennaio, la Confederazione aveva stanziato un fondo di 28,5 milioni di franchi per gli interventi urgenti e i programmi di ricostruzione.
Nello Sri Lanka, la DSC si occupa della ricostruzione di sette scuole a Matara, nel sud, e di quattro nella penisola di Jaffna, nel nord. Una dichiarazione d’intenti con le autorità locali dovrebbe essere firmata questa settimana.
Denaro per un alloggio
Berna vuole inoltre lanciare in Sri Lanka un programma «cash for shelter» (denaro per un riparo), in base al quale vengono accordati dei contributi finanziari alle famiglie che accolgono nella loro casa persone rimaste senzatetto.
Programmi del genere dovrebbero essere lanciati questo mese anche ad Aceh, nel nord dell’isola indonesiana di Sumatra. In tal modo circa 7’500 famiglie potrebbero accogliere tra i 40’000 e i 50’000 senzatetto, ha spiegato Frisch.
Secondo il capo del CSA, la buona collaborazione tra Berna e Giakarta dovrebbe permettere agli esperti svizzeri di restare nel paese anche dopo il 26 marzo, data fissata dall’Indonesia per la fine degli interventi delle organizzazioni non governative e delle truppe estere.
swissinfo e agenzie
Secondo l’ONU, lo tsunami che ha colpito il Sud-est asiatico lo scorso 26 dicembre è costato la vita a circa 300’000 persone, di cui 127’000 in Indonesia.
2 milioni di persone sono rimaste invece senza tetto.
Per la Svizzera, il bilancio delle vittime è finora di 39 morti accertati e 87 dispersi.
La Confederazione ha stanziato un fondo di 28,5 milioni di franchi per i primi aiuti in favore delle popolazioni colpite dal maremoto.
23 dipendenti della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) sono ancora impegnati in Sri Lanka (13), Indonesia (8) e Thailandia (3).
Nell’ambito della campagna lanciata per le vittime dello tsunami, la Catena della solidarietà ha raccolto in poche settimane oltre 130 milioni di franchi presso la popolazione svizzera.
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