Merz e Beerli candidati al governo
Hans-Rudolf Merz e Christine Beerli. Sono questi i nomi dei due candidati ufficiali del Partito liberale-radicale svizzero (PLR) alla successione di Kaspar Viliger nel Consiglio federale.
I radicali tengono così conto dell’ala destra e dell’ala sinistra del partito. Esclusi i consiglieri nazionali Franz Steinegger, Fulvio Pelli e Christine Egersgzesi.
L’Assemblea federale (l’assemblea unitaria delle due camere che compongono il parlamento svizzero) potrà scegliere fra due candidati forti. Questo il commento del vicecapogruppo del PLR Felix Gutzwiller dopo la scelta operata mercoledì dai deputati del suo partito. Gutzwiller ha escluso candidature «selvagge» il 10 dicembre.
Uomo e donna, destra e sinistra
Per la successione al ministro delle finanze Kaspar Villiger, i deputati PLR hanno optato per un ticket formato da un uomo e una donna. L’ala destra del partito verrà rappresentata dal consigliere agli Stati appenzellese Hans-Rudolf Merz, legato agli interessi economici, mentre per l’ala più sensibile alle istanze sociali correrà la «senatrice» uscente bernese Christine Beerli, non ripresentatasi alle elezioni di ottobre.
Merz è stato il primo candidato ad essere designato dal gruppo radicale. Ha ottenuto 29 voti al sesto turno di votazione, davanti a Fulvio Pelli che ne ha ottenuti 18. Per la designazione del secondo candidato ufficiale, Christine Beerli si è imposta al secondo turno con 25 voti – la maggioranza era di 23 – contro 18, andati a Christine Egerszegi. Dopo il primo turno, Pelli e Steinegger avevano deciso di ritirarsi a favore di una donna. Entrambi avevano ottenuto 12 voti.
Merz, liberalismo economico
Di fronte ai media, Hans-Rudolf Merz – 61 anni – ha ribadito il suo credo nella filosofia liberale, ossia nella tolleranza e nella responsabilità individuale. Tra le priorità politiche, ha citato il risanamento delle finanze e il consolidamento a lungo termine delle assicurazioni sociali.
Nei confronti dell’Europa, Merz ha rinnovato la necessità di aprirsi, nel rispetto della via seguita finora, ossia i negoziati bilaterali. L’appenzellese ha poi posto l’accento sull’importanza della crescita economica, «vera base del nostro stato».
Merz presiede la commissione delle finanze del Consiglio degli Stati ed è membro delle commissioni della sicurezza politica e della politica estera. Possiede pure parecchi mandati nell’economia privata, alcuni anche contestati, come quello nel Cda – di cui è presidente – della holding Anova, ex-Amiantus, coinvolta in una diatriba giudiziaria sull’amianto.
È pure membro del Cda di Huber+Suhner, società sospettata di aver avuto legami con il regime segregazionista sudafricano.
Beerli, liberalismo sociale
Christine Beerli – 50 anni – ha attestato la sua fede nel liberalismo. Tuttavia, ha chiaramente fatto capire di trovarsi sull’ala sinistra del partito. La Svizzera nella quale vorrei vivere tra vent’anni, ha affermato, «dovrebbe essere sicura di sé, aperta e solidale, non edonista e egoista».
Anche la Beerli ha ribadito la necessità di non lasciare troppi debiti alle generazioni future, poiché ciò limiterebbe la loro libertà d’azione. Oltre alla crescita economica, per la Beerli è importante consolidare le assicurazioni sociali, «vero pilastro di questo paese».
La Beerli è membro delle commissioni per la scienza e la formazione, della sicurezza sociale e la sanità, nonché di quella dell’economia. Fa parte del consiglio di fondazione di Pro Juventute, associazione per la difesa della gioventù.
swissinfo e agenzie
Il vicepresidente del gruppo parlamentare radicale Felix Gutzwiller ha tenuto a ringraziare gli esclusi per il carattere aperto e schietto della competizione alla quale si sono presentati – a suo dire – «cinque candidati eccellenti che avevano tutti le qualità per diventare consigliere federale».
«Gli esclusi hanno accettato il verdetto espresso democraticamente dal gruppo, ha aggiunto, e spero che rimarrà anche così in seguito».
Egli si è detto sicuro che nessuno di loro si presenterà alla successione di Villiger il 10 dicembre. Nessuna candidatura selvaggia dunque, «ma se qualcuno di non designato dovesse essere eletto, il gruppo dovrà riunirsi per decidere».
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