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Micheline Calmy-Rey accolta calorosamente a Mosca

Keystone

La presidente della Confederazione svizzera è stata ricevuta venerdì a Mosca e ha incontrato Vladimir Putin; è stato inoltre siglato un accordo volto ad intensificare le relazioni bilaterali tra i due Paesi.

In particolare, Russia e Svizzera desiderano collaborare più strettamente nei settori della protezione dell’ambiente, la cooperazione giuridica, la formazione e la ricerca.

La ministra degli esteri e presidente della Confederazione Micheline Calmy-Rey è stata accolta con tutti gli onori venerdì a Mosca, in occasione della sua visita ufficiale: le principali strade della capitale russa sono addirittura state chiuse al traffico.

Sulla via del ritorno dal suo viaggio in India, la consigliera federale ha dunque fatto tappa in Russia, dove ha incontrato il presidente Vladimir Putin e il ministro degli esteri Sergej Lavrov.

Per l’occasione, i rappresentanti dei due Paesi hanno inoltre sottoscritto una dichiarazione d’intenti («Memorandum of Understanding») avente l’obiettivo di intensificare le relazioni bilaterali.

Regna il sereno

«Attualmente, dopo aver risolto alcuni problemi, le relazioni tra i nostri due Paesi sono buone», ha affermato Micheline Calmy-Rey dopo l’incontro nella capitale. In tempi recenti, i rapporti tra Mosca e Berna erano infatti stati caratterizzati da alcune tensioni, segnatamente in relazione all’incidente di Überlingen, ai fondi dell’azienda Yukos in Svizzera e all’estradizione dell’ex ministro dell’energia nucleare Ievgheni Adamov.

Svizzera a Russia desiderano ora approfondire i contatti in vari settori, quali la protezione dell’ambiente, la cooperazione giuridica, le questioni umanitarie, la formazione e la ricerca.

Dal canto suo, l’ambasciatore elvetico a Mosca Erwin Hofer ha sottolineato che i due Stati collaborano intensamente già da due-tre anni: «La visita di lavoro di Micheline Calmy-Rey costituisce ora un importante ulteriore impulso in questo senso».

Conferenza stampa “alla russa”

Il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov, prima di siglare il «Memorandum of Understanding», ha definito a sua volta i colloqui molto positivi e costruttivi.

Durante la conferenza stampa ufficiale seguita all’incontro, ai giornalisti svizzeri è stato consentito porre soltanto due domande, peraltro già approvate in precedenza. I rappresentanti dei media russi non hanno invece potuto chiedere ulteriori informazioni.

Anche nei colloqui con la stampa elvetica, la ministra degli esteri Calmy-Rey ha optato per una formulazione diplomatica: «Il risultato di questi colloqui è la decisione di rafforzare e intensificare i contatti bilaterali, non soltanto con gli Stati dell’Unione europea, ma anche con i nostri partner più importanti. La vita quotidiana degli svizzeri è infatti influenzata anche dalle relazioni internazionali».

Un partner importante

A livello economico, Berna e Mosca intrattengono stretti rapporti. A tal proposito, Lavrov ha evidenziato che la Svizzera costituisce uno più importanti investitori esteri. Nella Federazione russa, sono infatti attive circa 150 aziende elvetiche; i contatti commerciali sono costanti, a tutti i livelli, e la Svizzera gode inoltre di un’ottima reputazione in Russia.

Anche il presidente russo Vladimir Putin si è rallegrato per il costante aumento degli investimenti elvetici nel suo Paese e ha auspicato che gli investitori russi abbiano le stesse opportunità nella Confederazione.

La Russia fa parte del cosiddetto «gruppo BRIC», ossia quei Paesi (Brasile, Russia, India e Cina) che il Governo elvetico ha indicato come particolarmente importanti dal profilo economico. Inoltre, ha rilevato Micheline Calmy-Rey, Mosca costituisce un partner interessante poiché anche la Russia non fa parte dell’Unione europea.

Accordo in tempi brevi?

I prossimi passi a livello diplomatico concernono la firma di un accordo per la semplificazione dei visti d’ingresso nei due paesi e il rimpatrio dei cittadini russi entrati illegalmente in Svizzera. L’ultimo incontro negoziale si è svolto in ottobre, e l’ambasciatore svizzero Hofer è fiducioso in merito alla conclusione delle trattative «nei prossimi mesi».

Al termine della conferenza stampa, Micheline Calmy-Rey è ripartita alla volta della Svizzera, dopo un viaggio in cui, oltre alla Russia, ha visitato anche l’India.

swissinfo, Christian Raaflaub, Mosca
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

I Paesi BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) hanno un’incidenza sempre maggiore sulla crescita dell’economia svizzera: le importazioni da questi Paesi rappresentavano, nel 1995, il 2,4% del volume totale delle importazioni: dieci anni dopo tale quota aveva raggiunto già il 3,3%. Lo stesso vale per le esportazioni: tra il 1995 e il 2005 la percentuale è aumentata del 4,7%, salendo al 67%.

L’importanza crescente dei Paesi BRIC per l’economia svizzera ha indotto il Dipartimento federale dell’economia a elaborare strategie di politica estera specifiche per ognuno di essi. Le quattro strategie BRIC sono state approvate dal Consiglio federale alla fine del 2006.

Dal 1993 i due Paesi sono legati da un rapporto di cooperazione nei settori tecnico, finanziario e umanitario. La Svizzera sostiene inoltre la Russia nella distruzione delle armi chimiche.

Entrambe gli Stati desiderano concludere al più presto i negoziati su un accordo di riammissione e su un accordo in materia di semplificazione nel rilascio dei visti.

Nel 2006, i due Paesi hanno festeggiato congiuntamente diversi anniversari: 60 anni dalla ripresa delle relazioni diplomatiche, 100 anni dall’apertura di una rappresentanza elvetica a San Pietroburgo e 190 anni dall’apertura del primo consolato di Svizzera in Russia.

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