Mobilitazione in favore delle scuole diurne
Le rappresentanti dei 5 principali partiti vogliono ancorare alla costituzione l'obbligatorietà delle scuole a tempo pieno. Per aiutare le donne che lavorano.
La coalizione delle «mamme e delle nonne», sostenute dal mondo economico e dai sindacati, presenterà l’iniziativa all’inizio della sessione parlamentare autunnale.
Dopo gli stimoli venuti dal mondo economico, che non vede crescita possibile in Svizzera senza un sistema più moderno di scuola a tempo pieno, le donne attive ai più alti livelli della politica elvetica rilanciano il tema.
Cantoni e comuni dovrebbero provvedere una mensa per gli allievi che frequentano la scuola dell’obbligo. Scuole diurne, o a tempo continuo, doposcuola. Le definizioni si sprecano. Nel concreto, l’offerta in Svizzera è molto carente, specialmente nella parte germanofona.
Oggi di scuole con mensa, ed eventualmente anche con doposcuola, ne esistono parecchie in Ticino e in circa 35 comuni nella Svizzera tedesca e romanda. Ma in tutto il resto del paese gli scolari tornano a casa a pranzo, o si arrangiano.
Anche nella ricca Svizzera le donne vogliono o devono lavorare, e spesso sono costrette a trovare una soluzione individuale per non lasciare i figli soli. Un gioco di equilibrismo che può coinvolgere diversi partecipanti, madri diurne a pagamento, nonni e simpatici vicini di casa. Le famiglie meno abbienti (spesso monoparentali) mandano i figli alla scuola diurna a spese dei servizi sociali.
Ancorare il principio alla costituzione
Proprio per ovviare a questo evidente squilibrio, alcune consigliere nazionali socialiste, liberal-radicali, democristiane, dei verdi e perfino dell’UDC, il partito della destra conservatrice, lanciano una sfida.
Il 19 settembre, il primo giorno della sessione autunnale delle camere, le rappresentanti dei cinque partiti presenteranno un’iniziativa comune per la modifica della costituzione, in cui sia prevista l’obbligatorietà di mensa e di «misure integrative» (doposcuola).
L’iniziativa è nata da una «tavola rotonda» tenutasi a Zurigo il 31 agosto scorso, rivelano al giornale domenicale “NZZ am Sonntag” Christine Egerszegi del PLR (Partito Liberale Radicale) e Jacqueline Fehr del Partito Socialista (PS).
Coinvolte nell’iniziativa sono anche l’associazione mantello degli insegnanti svizzeri e i rappresentanti della Federazione delle imprese, economiesuisse, dei sindacati e i direttori scolastici cantonali.
Trovare la formulazione giusta …
Le promotrici dell’iniziativa cercheranno di convincere anche altri politici della necessità di modificare la costituzione. Ma ancora prima di cominciare la discussione, già ci sono i primi disaccordi.
La presidente del PPD (democristiani), Doris Leuthard ritiene ad esempio che la formulazione «misure integrative, o d’accompagnamento», con cui si indica in sostanza il doposcuola, metta il testo dell’iniziativa in pericolo: il doposcuola costa troppo. E a destra, convincere la maggioranza dei conservatori dell’UDC, è praticamente una missione impossibile.
…e i finanziamenti
Avenir Suisse, il «think tank» creato nel 1999 da 14 grandi aziende elvetiche per influenzare politici ed opinione pubblica svizzera, ritiene che sia importante per l’economia svizzera che più donne possano lavorare.
Già alcuni mesi fa, Avenir Suisse, che ha pure preso parte alla tavola rotonda, aveva sottolineato che ad approfittare di tale genere di servizi non sarebbero state solo le famiglie, ma anche l’insegnamento, oltre che l’economia.
Per promuovere l’attività continuativa nelle scuole, Avenir Suisse aveva elaborato dunque una guida destinata alle autorità scolastiche di tutti i 2800 comuni svizzeri.
Poter restare a scuola durante la pausa pranzo crea anche per maestri e allievi migliori condizioni. Soprattutto quando si sa che la percentuale di bambini in una classe che non parlano una delle lingue nazionali è sempre maggiore.
Seppure tutti d’accordo sulla validità di una scuola diurna, gli ambienti economici e pure i cantoni mettono però le mani avanti: una bella cosa il doposcuola, ma chi lo paga?
Fehr ed Egerszegi rispondono che gli investimenti ritornerebbero ai comuni e ai cantoni sottoforma di maggiori prelievi fiscali. Più donne lavorano, più tasse entreranno. Ma come per il congedo maternità anche sulla scuola diurna, che si può a ragione considerare un diritto di base di donne e bambini, si discuterà e si discuterà… i cordoni della borsa non li hanno in mano loro.
swissinfo
Attualmente solo 35 comuni della Svizzera tedesca e romanda hanno adottato una scuola a giornata continua.
Gli asili e la maggior parte delle scuole ticinesi hanno una mensa o un doposcuola.
Le scuole a giornata continua oltre ad offrire la refezione, assistono i ragazzi nello svolgimento dei compiti e offrono attività pedagogiche e sportive collaterali.
Secondo uno studio sugli asili, ogni franco investito in tali strutture genera ricadute di 3 o 4 franchi per la società, compresi 1,60 di entrate fiscali.
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