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Nuova legge sull’asilo: tutti scontenti

Keystone

Il Consiglio nazionale ha accolto la revisione della legge sul diritto d’asilo. L’inasprimento generale delle norme è accompagnato dall’inserimento nella legge del principio dell’ammissione per motivi umanitari.

Mugugni ed opposizioni provengono, per motivi contrapposti, sia da destra sia da sinistra.

16 ore di dibattito, un’ottantina di mozioni, accesi botta e risposta tra parlamentari. Un vero dibattito fiume.

Il risultato? “Una legge molto più restrittiva rispetto a quella in vigore”, dice la presidente della frazione parlamentare socialista Hildegard Fässler a swissinfo.

“Non comprendo tutta questa rabbia nei confronti dei richiedenti d’asilo”, commenta da parte sua il verde Geri Müller.

E ciò nonostante, anche la maggioranza dei parlamentari di sinistra ha sostenuto il disegno, accettato dal Consiglio nazionale con 98 sì, 49 no e 30 astensioni.

Opinioni contrastanti

I sì da sinistra si spiegano con l’inserimento nella legge dell’ammissione per motivi umanitari. “Un punto molto importante, tanto che, nonostante tutto, molti di noi hanno sostenuto la revisione”, aggiunge la Fässler.

Nei ranghi dell’Unione democratica di centro (UDC), l’inasprimento delle norme è invece considerato insufficiente.

“Il bilancio è prevalentemente negativo”, rileva il presidente della frazione UDC Caspar Baader. “È per noi inaccettabile applicare un’ammissione umanitaria per richiedenti d’asilo”.

Secondo Baader, questo nuovo concetto, che darà diritto al ricongiungimento famigliare ed al lavoro, finirà per far restare gran parte dei richiedenti. Molti esponenti dell’UDC si sono dunque astenuti nella votazione finale.

Di tutt’altro tenore le reazioni dell’Organizzazione svizzera d’aiuto ai rifugiati (OSAR). Esprimendo indignazione, l’OSAR sottolinea come il parlamento non abbia mostrato comprensione nemmeno nei confronti dei deboli.

Il peso dei democristiani

Il principio d’ammissione umanitaria riguarda quei richiedenti che non hanno ottenuto lo statuto di rifugiati ma che, a causa di guerre o persecuzioni, non possono rientrare nei loro paesi d’origine.

Questo tipo d’ammissione dovrebbe essere applicata a circa 3000 persone all’anno, ciò che corrisponde al 15% di tutti i richiedenti d’asilo.

L’appoggio decisivo alla proposta è giunto dalla frazione democristiana. “Siamo riusciti a dare un segnale a sostegno della tradizione umanitaria svizzera”, dice il portavoce del gruppo parlamentare PPD Ruedi Lustenberger.

Aiuto allo sviluppo come mezzo di pressione

Tra i principali inasprimenti voluti dal Parlamento, la cancellazione dell’aiuto allo sviluppo nei confronti di quegli Stati che ostacolano il rientro di loro cittadini, la cui richiesta d’asilo è stata respinta.

La misura è stata accettata da una sottile maggioranza. Il Consiglio degli Stati, la seconda camera a chinarsi sull’oggetto, sarà comunque chiamato a precisare la definizione di “aiuto allo sviluppo”.

Il terzo Stato

Un ulteriore giro di vite riguarda la cosiddetta regola dello Stato terzo. In sostanza non si entrerà più nemmeno nel merito delle domande di quei richiedenti che hanno già chiesto asilo in altri Stati europei.

L’UDC avrebbe gradito regole ancora più severe, tornando alla carica con un suo vecchio cavallo di battaglia (già bocciato in votazione popolare): rifiutare l’asilo se il richiedente entra in Svizzera provenendo da uno Stato considerato sicuro.

Dopo 5 anni di permanenza in Svizzera, i rifugiati riconosciuti potranno poi ricevere un permesso di residenza. Ciò non accadrà se durante questo periodo avranno commesso dei reati, in Svizzera o all’estero.

Ancora un referendum?

Ora la palla passa al Consiglio degli Stati, dove, verosimilmente, la revisione sarà nuovamente modificata. Lo stesso ministro di giustizia e polizia Christoph Blocher ha già annunciato di riservarsi il diritto di proporre ulteriori emendamenti.

In assenza di correzioni, conclude Caspar Baader, l’UDC già pensa ad un eventuale referendum o ad una nuova iniziativa sull’asilo.

swissinfo, Christian Raaflaub
(traduzione e adattamento: swissinfo, Marzio Pescia)

Rifugiati in Svizzera a fine 2003: 24’729;
Persone ammesse provvisoriamente: 24’467;
Individui che attendono una decisione definitiva: 41’272.

Dopo il dibattito di mercoledì al Consiglio nazionale, la revisione sarà affrontata al Consiglio degli Stati, la Camera alta del parlamento svizzero.

È possibile che la proposta avallata dal Nazionale venga nuovamente modificata.

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