Nuove visioni per frenare lo spreco di territorio
La Svizzera è sempre più cementificata. Per frenare questa tendenza, Confederazione, cantoni e comuni hanno presentato nuove strategie, contenute nel "Progetto territoriale Svizzera", che mira a concentrare gli spazi urbani e salvaguardare gli spazi verdi. Vari esperti sono piuttosto scettici.
Il Progetto territoriale Svizzera propone di concentrare la popolazione nei centri urbani già esistenti, riutilizzare gli insediamenti industriali abbandonati, costruire nuovi alloggi lungo i principali assi di trasporto. E, nel contempo, salvaguardare le zone agricole e gli spazi per il tempo libero.
“Per la prima volta disponiamo, da parte di Confederazione, cantoni e comuni, di una visione chiara di come vogliamo modellare il nostro territorio”, ha dichiarato venerdì Doris Leuthard, responsabile del Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (Datec), presentando il progetto a Berna.
Uno degli effetti più gravi dello sviluppo seguito negli ultimi anni è che le risorse territoriali si stanno sempre più riducendo e non disponiamo quasi più di paesaggi non edificati in Svizzera, ha ricordato Doris Leuthard. “La pianificazione ha cercato finora di contrastare questa tendenza, ma non vi è sempre riuscita in modo ottimale”.
“Vogliamo quindi seguire nuove vie ed evitare che ogni cantone ed ogni comune continui ad occuparsi da solo di pianificazione territoriale”, ha aggiunto la responsabile del Datec. In futuro, lo sviluppo del territorio dovrebbe essere preso in mano congiuntamente da Confederazione, cantoni e comuni.
Superato dalla realtà
Questo progetto rappresenta un “passo desiderato”, ritiene Martin Lendi, professore del Politecnico federale di Zurigo. “Già dal primo giorno rischia però di essere superato dalla realtà”, osserva l’esperto di pianificazione del territorio.
A detta di Lendi, il concetto elaborato da Confederazione, cantoni e comuni non tiene conto della “dinamica temporale” e della situazione che si è creata negli ultimi anni. “Gli spostamenti tra Zurigo e Basilea sono diventati una componente quotidiana. I treni regionali hanno ormai esteso l’agglomerazione di Zurigo fino quasi ai confini con l’estero. Ginevra non sarebbe ciò che è oggi senza le regioni francesi limitrofe”.
In altre parole: le masse di pendolari sono aumentate ad un ritmo esponenziale e continueranno a crescere anche in futuro. Così come l’immigrazione. La nuova manodopera qualificata proveniente dall’estero non vive, come gli emigranti degli anni sessanta, in modesti alloggi: vuole vivere in ampie abitazioni, che richiedono spazio. Gli attuali tassi ipotecari estremamente bassi favoriscono a loro volta la costruzione di nuovi alloggi e ostacolano la pianificazione del territorio.
“La Svizzera è ormai diventata una città. Chi non lo vede, guarda la realtà con occhi di cieco”, dichiara Lendi, facendo riferimento tra l’altro al continuo aumento del prezzo dei terreni, al sovraffollamento dei treni e all’intasamento delle autostrade. Per l’esperto, non è comprensibile il fatto che la protezione del territorio non sia attualmente riunita nello stesso dipartimento federale che comprende l’Ufficio dello sviluppo territoriale.
Margine di manovra limitato
“Non intravedo nulla di nuovo in questo concetto. Si tratta di proposte che circolano da diversi anni”, afferma Raimund Rodewald, responsabile della Fondazione svizzera per la tutela del paesaggio. “Con documenti come questo non si modifica nulla”.
Assieme ad altre organizzazioni ambientaliste, la fondazione ha lanciato nel 2007 un’iniziativa popolare che chiede di attribuire la pianificazione del territorio in misura maggiore alla Confederazione. Attualmente, questa competenza si trova quasi esclusivamente nelle mani di cantoni e comuni.
Questa divisione delle responsabilità ha ridotto il margine di manovra nell’elaborazione del Progetto territorio Svizzera, riconosce Lukas Bühlmann, direttore dell’Associazione svizzera per la pianificazione nazionale. “Posso ammettere che questo progetto sia un po’ vago e poco concreto. Ma si tratta soltanto di un concetto e non di un piano direttivo”.
Losanna, città pioniere
Il progetto vuole essere più che altro una guida per cantoni e comuni. “È chiaro che diversi bisogni ostacolano la pianificazione territoriale e che saranno necessari altri strumenti istituzionali per lottare contro la frammentazione del territorio”, dichiara il responsabile delle costruzioni del canton Soletta Walter Straumann. Ma, perlomeno, è stata riconosciuta le necessità di una maggiore collaborazione verticale tra i poteri pubblici.
Già oggigiorno esistono esempi di applicazione del concetto proposto dal Progetto territorio Svizzera. Nel canton Vaud, i comuni di Losanna, Pully, Morges e Renens hanno messo a punto un piano di sviluppo territoriale in una zona riservata fino ad alcuni anni fa a industrie e raccordi ferroviari, che appartiene ai comuni, alla Posta svizzera e alle Ferrovie federali svizzere. Vi sorgeranno nel 2020 abitazioni per 40’000 persone ed edifici per 30’000 posti di lavoro.
Questo piano corrisponde alla visione formulata dal progetto presentato venerdì a Berna: concentrare alloggi e centri economici, realizzando nuovi insediamenti che rispettano criteri ecologici di sviluppo durevole. Per il sindaco di Losanna Daniel Brélaz, non vi è altra scelta per assicurare il futuro territoriale della Svizzera: “In fin dei conti non disponiamo di una seconda Svizzera in cantina”.
La superficie totale della Svizzera è di 41’285 chilometri quadrati, di cui 30’753 sono superficie produttiva (area totale meno quella di laghi, fiumi, vegetazione improduttiva, zone aride).
Con una media di circa 200 abitanti per kmq nelle aree produttive, la Svizzera è una nazione densamente popolata (7,7 milioni di abitanti).
Negli agglomerati, pari al 20% circa della superficie totale, la densità raggiunge quasi 600 abitanti per kmq.
Più di due terzi della popolazione del paese risiedono oggi in un’area urbanizzata e circa un terzo degli abitanti vive nelle agglomerazioni delle cinque città principali.
La pianificazione del territorio è ancorata nella Costituzione svizzera dal 1969 ed è regolamentata dalla Legge federale sulla pianificazione del territorio del 1979.
La messa in atto delle misure di sviluppo territoriale spetta però principalmente a cantoni e comuni.
Il Progetto territoriale Svizzera propone le seguenti strategie di sviluppo territoriale per rafforzare ulteriormente la competitività della Svizzera e consolidare l’elevata qualità di vita della popolazione:
• Concentrare sistematicamente lo sviluppo degli insediamenti sulle regioni già in gran parte urbanizzate.
• Configurare gli spazi urbani e i centri rurali in modo tale da comprendere spazi per il tempo libero, quali parchi e piazze.
• Coordinare meglio gli insediamenti e le reti di trasporto per garantire l’economicità dei sistemi di traffico.
• Sfruttare in modo ottimale le infrastrutture di trasporto esistenti prima di realizzare di nuovi collegamenti.
• Creare condizioni quadro territoriali atte a promuovere l’efficienza energetica (ad es. percorsi brevi) e l’impiego delle energie rinnovabili.
• Valorizzare in sede di pianificazione i paesaggi non ancora urbanizzati, ad esempio con aree ricreative raggiungibili in breve tempo, favorevoli alla diversità delle specie, e con spazi agricoli multifunzionali.
• Favorire il policentrismo – con una rete di città, centri di cultura, ricerca e formazione, spazi turistici e rurali – per rafforzare la competitività economica globale della Svizzera.
Traduzione Armando Mombelli
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