Nuovo attacco contro la munizione da tasca
La commissione di politica di sicurezza della camera alta del parlamento vuole che gli svizzeri non detengano più armi di servizio in casa. Solo 2000 soldati dovrebbero poterle conservare.
La decisione è stata presa pochi giorni dopo che uno sparatore folle aveva sparato contro cinque persone servendosi di un fucile d’assalto.
La mozione, che prevede un divieto di principio di conservare munizioni da tasca a casa, è stata adottata dalla commissione di politica di sicurezza del Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento) con 11 voti contro 1.
Il testo è stato elaborato modificando quanto previsto in un’altra mozione, presentata dalla socialista Anita Fetz, che chiedeva il divieto totale della distribuzione delle munizioni ai 120’000 soldati a cui attualmente vengono consegnate.
Eccezioni
La proposta della commissione, meno restrittiva rispetto a quella avanzata da Anita Fetz, prevede alcune eccezioni. “Trattandosi di membri della sicurezza militare, il divieto di principio non si applicherebbe infatti alle truppe di primo intervento” ha spiegato ai media il presidente della commissione Hermann Bürgi.
Secondo le stime del ministro della difesa Samuel Schmid, questa eccezione riguarderebbe un massimo di 2000 militari addetti alla sicurezza degli aeroporti o alla sorveglianza di infrastrutture importanti.
La commissione inoltre ha tenuto a precisare che il divieto deve essere emanato tenendo conto dell’attuale situazione in materia di politica di sicurezza: “Si tratta di conservare un certo margine di manovra, in modo da permettere al governo di fare marcia indietro qualora le condizioni migliorassero”, ha detto Bürgi, precisando che lui e i suoi colleghi non hanno fatto alcuna concessione alla pressione dei media, sull’onda dei recenti episodi di cronaca nera. Come quello verificatosi giovedì sera a Baden, nel canton Argovia, quando un uomo di 26 anni ha sparato all’impazzata con un fucile d’assalto uccidendo una persona e ferendone altre quattro.
Altri sviluppi
Commissione
Fucili militari
La Camera dei cantoni avrebbe dovuto già affrontare nella sessione primaverile la mozione di Anita Fetz sulle munizioni a domicilio, ma la commissione degli Stati aveva preferito attendere le decisioni del Nazionale (camera bassa) circa la legge sulle armi prima di esprimersi sull’argomento.
A tal proposito, la maggioranza borghese della camera del popolo aveva deciso con 96 voti contro 80 che le armi d’ordinanza sarebbero rimaste nelle case dei soldati.
swissinfo e agenzie
Durante il loro servizio attivo i soldati elvetici conservano il loro equipaggiamento militare, arma compresa, a casa loro.
Insieme all’arma ricevono anche delle munizioni da tasca. Per i fucili d’assalto ottengono 50 cartucce, contenute in una scatola sigillata.
In caso di mobilizzazione i soldati possono aprire questa scatola e recarsi sul luogo d’incontro delle truppe con l’arma già carica.
La detenzione di armi da guerra a domicilio è spesso oggetto di critiche. Con queste armi sono infatti regolarmente commessi suicidi o drammi familiari.
Un dramma simile si è verificato lo scorso anno nel canton Vallese, quando l’ex campionessa di sci Corinne Rey-Bellet è stata assassinata dal marito, in seguito suicidatosi. Per perpetrare il delitto l’uomo si era servito della sua pistola d’ordinanza.
Questo tragico evento aveva suscitato profonda emozione in tutto il paese e rilanciato la polemica sulla detenzione di arme da guerra al proprio domicilio.
Giovedì scorso, un uomo di 26 anni aveva aperto il fuoco con un fucile d’assalto dell’esercito in un ristorante di Baden, nel canton Argovia, uccidendo una persona e ferendone altre quattro.
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