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Obiettivi del Millennio: bisogna fare di più

Lavoratori peruviani in un progetto di aiuto allo sviluppo sostenuto dalla Svizzera Keystone

La Comunità di lavoro delle organizzazioni svizzere di aiuto internazionale chiede al governo di aumentare i fondi pubblici destinati ai progetti di sviluppo.

Secondo la coalizione degli enti assistenziali, lo sforzo del Consiglio federale per raggiungere gli obiettivi del Millennio fissati dall’ONU è stato finora insufficiente.

Ratificando la Dichiarazione del Millennio e i relativi obiettivi di sviluppo, nel 2000 gli Stati membri delle Nazioni Unite si sono imposti di dimezzare, entro il 2015, la povertà estrema che regna nel mondo.

Per raggiungere tale scopo, il Consiglio federale dovrebbe seguire l’esempio degli altri Paesi europei e aumentare sostanzialmente l’aiuto pubblico allo sviluppo. È quanto chiede la Comunità di lavoro (Cdl) delle organizzazioni umanitarie elvetiche, in vista del vertice straordinario dell’ONU programmato per settembre.

«Tutti sono unanimi nel riconoscere che gli obiettivi del Millennio non saranno mai raggiunti al ritmo attuale», indica Bastienne Joerchel, coordinatrice della politica di sviluppo della Cdl.

Più soldi all’aiuto allo sviluppo

Per Peter Niggli, il direttore della coalizione che raggruppa Swissaid, Sacrificio Quaresimale, Pane per tutti, Helvetas, Caritas e Aces (Aiuto delle Chiese evangeliche svizzere), il governo non ha colto l’occasione per partecipare attivamente ai dibattiti internazionali su come dimezzare la povertà entro il 2015.

Il Consiglio federale ha invece tentato di soddisfare le richieste dell’ONU – il quale chiede di devolvere lo 0,4% del Prodotto nazionale lordo (PNL) in favore della cooperazione allo sviluppo – con artifici statistici, precisa Niggli.

Il direttore della Cdl esige dunque maggiori sforzi da parte di Berna. Secondo lui, bisognerebbe addirittura perseguire gli obiettivi proposti dall’Unione europea e dal Segretario generale dell’ONU Kofi Annan e consacrare lo 0,56% del PNL entro il 2010 e lo 0,7% entro il 2015.

Finora, la Svizzera è però stata ben al di sotto di tali cifre: il contributo è stato infatti dello 0,38% nel 2003 (pari a 1,719 miliardi di franchi), allo 0,37% nel 2004 e le stime prevedono che potrebbe persino calare allo 0,35% nel 2008.

L’appello a Deiss

Tramite un’azione con cartoline postali, le organizzazioni Sacrificio Quaresimale e Pane per tutti hanno così deciso di rivolgersi direttamente a Joseph Deiss.

Al ministro dell’economia elvetico si chiede in particolare di intensificare lo sforzo in favore dell’aiuto allo sviluppo, di diminuire il debito che grava sui Paesi poveri e di fissare regole commerciali che attenuino la povertà nel mondo invece di accentuarla.

Parallelamente, gli enti assistenziali organizzeranno anche tre giornate a livello internazionale sempre allo scopo di smuovere il governo elvetico: «È ora di darsi da fare», sottolineano i rappresentanti delle associazioni.

Il Consiglio federale discuterà del contributo elvetico agli obiettivi del Millennio (che prevedono tra l’altro un miglioramento generale delle condizioni di salute, del livello di educazione e dell’accesso alle fonti di acqua potabile) in occasione della riunione di mercoledì prossimo consacrata alla politica estera.

swissinfo e agenzie

93,6 miliardi di franchi la somma versata nel 2004 dai 22 Paesi industrializzati in favore dell’aiuto allo sviluppo.
La cifra rappresenta lo 0,25% del Prodotto nazionale lordo (PNL) globale.
Nella classifica dei donatori, la Svizzera si situa in 15esima posizione.
L’anno scorso ha consacrato lo 0,37% del suo PNL.

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