Otto svizzeri su dieci si sentono sicuri
Malgrado gli attentati terroristici, le incertezze politiche ed economiche, aumentano gli svizzeri che provano un sentimento complessivo di sicurezza.
Nel suo sondaggio annuale sulla percezione della sicurezza, il Politecnico federale di Zurigo ha di nuovo scrutato a fondo gli svizzeri.
Il sondaggio annuale “Sicurezza”, il sesto dal 1999, viene pubblicato congiuntamente dall’Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo (ETHZ) e dal Centro sulla sicurezza dell’ETHZ.
Illustra le tendenze dell’opinione pubblica svizzera rispetto alla percezione del sentimento di sicurezza e della politica di difesa.
Nel 2004 il sondaggio è stato effettuato a febbraio. In totale l’85% delle 1200 persone intervistate, di tutte le regioni linguistiche, ha confessato di sentirsi più sicura rispetto al 2003.
In declino l’orgoglio nazionale
Nove cittadini su dieci si sentono protetti dallo Stato, ma il sentimento di orgoglio nazionale è in declino. La percentuale di coloro cui non dispiacerebbe avere un’altra nazionalità è salita dal 29% nel 1983, al 52% di oggi.
La relazione con lo Stato diventa sempre più strumentale. Molto importante viene considerata la sicurezza dell’impiego e delle assicurazioni sociali (pensione e disoccupazione).
Un 20% in più rispetto agli anni ’90 ritiene che il compito principale dello Stato sia di garantire il benessere materiale dei cittadini.
La tendenza di lungo periodo è caratterizzata dalla domanda di riforme politiche. Circa nove persone su dieci sono d’accordo con l’affermazione che la politica dovrebbe proporre nuove idee.
Ma da buoni cittadini abituati ad uno Stato sociale, gli svizzeri si oppongono alle riforme dei servizi pubblici, per quanto giustificate.
L’effetto Madrid. Poca simpatia per esercito e media
A causa degli attentati terroristici di Madrid, alcune domande sono state nuovamente poste ad inizio marzo: in quel momento, il 25% degli intervistati riteneva la propria sicurezza più in pericolo di prima, il 42% continuava invece a non sentirsi minacciato.
Dal 2003, tutte le istituzioni hanno visto la loro immagine migliorare, a eccezione dell’esercito, del parlamento e dei media.
In testa alle preferenze delle istituzioni è la polizia, seguita dalla giustizia, dal Consiglio federale, dall’esercito e dal parlamento.
L’economia si risolleva dalla nota severa incassata lo scorso anno e riagguanta la media registrata da anni. I media sono considerati invece sempre «meno credibili».
La proporzione di persone che ritiene l’esercito svizzero necessario è scesa al 58%, diminuendo di 12 punti rispetto al 2003. Le simpatie per l’esercito sono crollate in particolare tra i più giovani. Da notare comunque che a marzo, dopo gli attentati, l’esercito rimontava leggermente nei favori dell’opinione pubblica.
Cooperazione internazionale
L’atteggiamento degli svizzeri nei confronti dell’ONU continua ad essere positivo. Il 60% crede che la Svizzera dovrebbe cercare di ottenere un seggio nel Consiglio di sicurezza. Quasi il 90% degli svizzeri non vuole abbandonare la neutralità.
Si nota comunque un avvicinamento alla NATO, approvato dal 36% degli intervistati, mentre lo scetticismo nei confronti dell’Unione europea rimane invariato.
Aumenta la predisposizione ad un’intensificazione dei rapporti con l’UE (53%), ma solo una minoranza è pronta all’adesione (34%, + 1%).
swissinfo e agenzie
68% degli intervistati è ottimista sul futuro della Svizzera
89% vuole mantenere la neutralità
58% ritiene che l’esercito sia necessario
48% vorrebbe mantenere invariato il segreto bancario
72% è in favore di un controllo della proporzione degli stranieri
L’ultimo sondaggio sulla sicurezza mostra che l’85% degli svizzeri si sente sicuro nel proprio Paese, ma molti temono lo smantellamento dello stato sociale.
L’esercito viene percepito come meno importante, ma la maggioranza degli intervistati vuole mantenere la neutralità.
È il sesto studio di questo tipo dal 1999.
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