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Parità dei sessi: già molti progressi in Svizzera

Chiara Simoneschi Cortesi si rallegra per i risultati raggiunti. ti-press

La consigliera nazionale Chiara Simoneschi Cortesi, dopo aver presieduto per 10 anni la Commissione federale per le questioni femminili, ha appena rimesso il proprio mandato.

Nel quadro di un’intervista concessa a swissinfo, la parlamentare democristiana stila un bilancio della propria attività ed esorta le donne a raggiungere l’indipendenza professionale.

Chiara Simoneschi Cortesi

Oggigiorno, il matrimonio non è più un’assicurazione sulla vita per le donne.

swissinfo: Nel 1976 la Commissione federale per le questioni femminili aveva un ruolo da pioniere. In seguito sono stati create numerose istituzioni simili nei cantoni. La Commissione è ancora necessaria?

Chiara Simoneschi Cortesi: Devo ammettere di essere molto orgogliosa per il fatto che non siamo più soli. Al giorno d’oggi vi sono effettivamente molti organi che si occupano dell’uguaglianza tra i sessi e della sua concretizzazione. La Cfqf rimane comunque necessaria.

Ciò è stato compreso anche della Confederazione che, a dire il vero, aveva considerato la possibilità di ridurre la Commissione e i suoi mezzi. Un’istituzione del genere è importante poiché è indipendente e rappresenta la società civile.

swissinfo: Quali sono state le principali conquiste durante i suoi dieci anni di presidenza?

C.S.C.: I maggiori successi sono stati sicuramente l’introduzione dell’assicurazione per la maternità, la nuova legge federale sugli assegni famigliari e gli aiuti finanziari per la custodia di figli al di fuori della famiglia.

Desidero inoltre menzionare l’undicesima revisione dell’assicurazione sulla vecchiaia, così come la perseguibilità d’ufficio della violenza all’interno del matrimonio o della relazione di coppia. Abbiamo sostenuto fin dall’inizio queste novità, effettuando una politica d’informazione attiva.

swissinfo: Gli incentivi menzionati hanno funzionato soltanto parzialmente, dal momento che molti fondi non sono stati utilizzati per la creazione di asili nido.

C.S.C.: Questo è effettivamente un problema. A mio parere, è stato fatto troppo poco per informare le organizzazioni interessate in seno ai cantoni e spiegare in che modo allestire i progetti. Va inoltre aggiunto che si tratta sovente di associazioni formate perlopiù da volontari, non da professionisti del settore.

swissinfo: La conciliabilità tra professione, famiglia ed eventualmente attività politica è stata rivendicata e promossa costantemente dalla Commissione. In quest’ambito, il raggiungimento di tutti gli obiettivi è però ancora lontano.

C.S.C.: In seno al Consiglio nazionale abbiamo potuto aumentare in maniera continua la percentuale di donne, mentre in seno al Consiglio degli Stati, alle recenti elezioni, vi è stata una leggera diminuzione rispetto al 2003. Siamo quindi ancora lontani da una composizione paritetica.

Fortunatamente, in seno all’esecutivo – considerando anche la cancelliera della Confederazione – abbiamo ora una perfetta parità tra uomini e donne. Per raggiungere l’obiettivo dell’uguaglianza resta tuttavia molto da fare, segnatamente per quanto concerne la custodia dei figli al di fuori della famiglia.

swissinfo: Negli ultimi tempi si sta diffondendo – anche presso alcune donne – una corrente di pensiero che caldeggia il ritorno alla figura tradizionale della madre non attiva professionalmente…

C.S.C.: Sarebbe una catastrofe, poiché attualmente è sempre più necessario che entrambi i coniugi possano lavorare e occuparsi dei figli, anche alla luce dell’elevato tasso di divorzi.

Le donne devono essere coscienti del fatto che il matrimonio non costituisce più un’assicurazione sulla vita: esse rischiano di scivolare facilmente nella povertà. Pertanto, le donne hanno la necessità di essere autonome a qualsiasi momento. Quelle con bambini, però, possono lavorare soltanto se la custodia dei figli è assicurata.

swissinfo: Secondo uno studio sul divorzio pubblicato dalla Commissione, le donne sarebbero maggiormente penalizzate dalla separazione. Ciò ha suscitato molte critiche: la situazione dei padri non sarebbe stata considerata adeguatamente.

C.S.C.: È ormai assodato che dopo una separazione sono le donne a dover lottare maggiormente contro la povertà. Se queste non possono lavorare a causa degli obblighi famigliari, il reinserimento nel mondo professionale risulta assai problematico.

swissinfo: Poco tempo fa, è stato sostenuto che i figli cresciuti fuori dalla famiglia sarebbero più aggressivi di quelli allevati in casa dalla madre.

C.S.C.: Sono sciocchezze, si tratta di pura ideologia. Basti pensare al modello vigente nel mio cantone, il Ticino: a tre anni tutti i bambini accedono al livello prescolastico.

Questo tipo di socializzazione precoce è importante nell’ottica delle pari opportunità e dell’integrazione. Inoltre, più i figli crescono soli in famiglia, maggiori saranno le loro difficoltà.

swissinfo: Quando era una giovane madre, come ha risolto il problema della custodia dei figli?

C.S.C.: Purtroppo non ho potuto lavorare, nonostante avessi un impiego come docente. Avevo due bambini piccoli (uno e tre anni d’età), e nessuno poteva occuparsi di loro.

Di conseguenza, conosco la problematica molto da vicino. Nel frattempo, la situazione è però considerevolmente migliorata: esistono le mamme diurne e gli asili nido, persino nelle università e nelle scuole universitarie professionali.

swissinfo: È stata presidente della Commissione per dieci anni. Le risulta difficile partire?

C.S.C.: A dire il vero desideravo lasciare la presidenza già nel 2003. Però a quel momento non è stata trovata una sostituta adeguata. Si tratta effettivamente di un periodo di tempo molto lungo, anche perché faccio parte della Commissione già dal 1992.

Lascio comunque il mio incarico con la coscienza tranquilla, anche se naturalmente provo anche dispiacere. Molto è stato raggiunto, ma molto resta da fare.

swissinfo, Gerhard Lob
(traduzione e adattamento, Andrea Clementi)

La ticinese Chiara Simoneschi Cortesi (1946), di Comano, è attiva quale politica a tempo pieno e si è sempre battuta per i diritti delle donne.

Dopo una lunga attività nelle fila del Partito popolare democratico (PPD) in Ticino, è stata eletta nel 1999 in seno al Consiglio nazionale.

Separata e madre di tre figli adulti, Chiara Simoneschi Cortesi è vicepresidente del Consiglio nazionale.

Creata nel 1976, la Commissione federale per le questioni femminili (21 membri) è una commissione extraparlamentare della Confederazione. Essa analizza la situazione delle donne in Svizzera e si impegna a promuovere la parità tra i sessi.

Dal gennaio 2008, la presidenza sarà assunta da Etiennette Verrey.

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