Per una soluzione negoziata della crisi iraniana
La ministra degli esteri elvetica Micheline Calmy-Rey ha incontrato sabato a Berna il negoziatore in capo iraniano Ali Larijani.
Calmy-Rey ha colto l’occasione per ripetere il suo desiderio di una soluzione negoziata della questione nucleare iraniana e ha proposto l’aiuto della Svizzera per risolvere la crisi.
Durante l’incontro, la ministra degli esteri ha presentato la posizione elvetica sul dossier nucleare. La Svizzera «s’impegna attivamente in favore della non proliferazione e del disarmo nucleare, e riconosce il diritto di ogni Stato all’utilizzo pacifico dell’energia nucleare», ha comunicato il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
Nessun dettaglio su possibili aiuti
Interrogata dall’agenzia ATS, la portavoce del DFAE Carine Carey ha indicato che la Svizzera ha espresso a Larijani la disponibilità di Berna – «se necessario e nell’ambito delle sue possibilità» – a dare il suo aiuto per risolvere la crisi attuale, senza fornire altre precisazioni sulle forme che tale sostegno potrebbe prendere.
Per l’Iran la Svizzera, in quanto paese neutrale, è un partner importante, ha detto Larijani ai giornalisti dopo l’incontro con Calmy-Rey. Questi colloqui sarebbero importanti per «preparare dei passi per la soluzione dei problemi nella regione».
La Svizzera avrebbe ripetutamente assunto «una posizione corretta ed equilibrata» in molti temi regionali e internazionali, ha aggiunto Larijani. Neppure lui ha però espresso in maniera concreta quale potrebbe essere l’aiuto concreto della Svizzera nella questione nucleare.
Il dipartimento degli esteri ha smentito ogni relazione tra gli attuali colloqui e il ruolo della Svizzera come rappresentante degli interessi statunitensi in Iran. Si tratterebbe esclusivamente di un incontro bilaterale tra Svizzera e Iran.
La Svizzera rappresenta dal 1981 gli interessi diplomatici e consolari degli USA in Iran. I due paesi avevano troncato le loro relazioni dopo la crisi degli ostaggi statunitensi a Teheran.
Viaggio europeo di Larijani
In visita venerdì a Madrid, Larijani aveva implicitamente respinto il calendario auspicato dagli occidentali per una risposta alla loro proposta di cooperazione sul programma nucleare dell’Iran.
«Il calendario stabilito dagli altri non influisce su quello che facciamo», ha dichiarato il responsabile iraniano interrogato sulla possibilità che Teheran risponda prima del prossimo vertice del G8 all’offerta presentata da Francia, Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti, Russia e Cina. Gli USA avevano fissato la data del 12 luglio per una risposta iraniana.
Il 6 giugno le grandi potenze hanno offerto incentivi, soprattutto in campo commerciale, per regolare la crisi del nucleare iraniano. La condizione è che la Repubblica islamica, sospettata di volersi dotare dell’arma atomica, sospenda l’arricchimento di uranio.
Calmy-Rey aveva incontrato a Berna il 22 giugno il capo della diplomazia iraniana Manouchehr Mottaki. La responsabile del DFAE aveva già dichiarato in quella occasione che la Svizzera auspica «una soluzione negoziata» della crisi.
swissinfo e agenzie
La Svizzera rappresenta gli interessi statunitensi in Iran dal 1981.
Il Pakistan ha un ruolo analogo per l’Iran a Washington.
L’Iran è il terzo mercato per l’esportazione svizzera in Medio Oriente dopo gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia saudita.
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