Più sforzi nell’aiuto allo sviluppo
Nel quadro delle riforme dell'Organizzazione delle Nazioni Unite, la Svizzera si è detta favorevole a un miglioramento dell'aiuto allo sviluppo.
Di fronte all’Assemblea generale a New York, l’ambasciatore elvetico all’ONU Peter Maurer ha lanciato un appello agli Stati industrializzati perché assumano la loro responsabilità in ambito finanziario.
«Per quel che concerne i programmi di sviluppo non sono necessari nuovi obiettivi, ma si deve invece realizzare quelli già formulati in passato», ha dichiarato Peter Maurer lunedì a New York.
Intervenuto in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’ambasciatore elvetico all’ONU ha inoltre affermato che la Svizzera presenterà in maggio un rapporto sul suo contributo in favore del raggiungimento degli obiettivi del Millennio (tra i quali figura tra l’altro il dimezzamento della povertà entro il 2015).
La Svizzera ancora insufficiente
Proprio nel contesto del rispetto degli obiettivi prefissati però, la Svizzera è stata recentemente criticata dal responsabile del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo.
Nel corso di una visita a Berna, Mark Malloch Brown ha lanciato un monito alle autorità elvetiche, in particolare al parlamento, rammentando che non è stato ancora raggiunto l’obiettivo, più volte enunciato, di versare lo 0,4% del Prodotto nazionale lordo in favore dell’aiuto allo sviluppo.
Il contributo è infatti stato dello 0,37% nel 2004 e le stime prevedono che potrebbe addirittura calare allo 0,35% nel 2008.
Prepararsi al dopo Kyoto
Nel suo discorso a New York, Peter Maurer ha ricordato che la lotta per l’uguaglianza tra i sessi è un elemento centrale dell’impegno svizzero in favore dello sviluppo.
«Il ruolo della donna nella società rappresenta una componente importante se si vuole ottenere un sistema di salute pubblica più solido», ha affermato.
Davanti agli Stati membri dell’ONU, la Svizzera si è inoltre espressa a sostegno di un sistema internazionale per evitare gli sconvolgimenti climatici al termine del Protocollo di Kyoto nel 2012.
«Coloro che inquinano maggiormente devono intensificare i loro sforzi nella lotta contro i cambiamenti climatici», ha detto Maurer senza però citare nomi.
Il Protocollo prevede che gli stati firmatari – tra i quali gli Stati Uniti si distinguono per la mancata ratifica – si impegnano a ridurre, tra il 2008 e il 2012, le loro emissioni globali del 5,2% in media rispetto al livello registrato nel 1990.
Prevenire i disastri della natura
Ricordando le striscia di devastazione e morte che ha lasciato dietro di sé lo tsunami asiatico dello scorso 26 dicembre, l’ambasciatore elvetico ha sottolineato «l’importanza dell’applicazione di un sistema di allerta precoce per evitare le catastrofi naturali».
Esistono infatti – ha proseguito Maurer – stretti legami tra prevenzione dei disastri naturali, sviluppo durevole e lotta contro la povertà.
Lotta al terrorismo e alle armi non convenzionali
La settimana scorsa, la Svizzera si era pura detta favorevole all’adozione di una strategia globale di sicurezza. Un rafforzamento del sistema multilaterale di controllo e di disarmo per le armi nucleari, biologiche e chimiche consentirebbe infatti di intensificare la lotta contro terrorismo e proliferazione di armamenti.
Un’altra idea sostenuta da Berna riguarda la creazione d’una Commissione di consolidamento della pace, istituzione che dovrebbe migliorare la coordinazione tra misure di cooperazione allo sviluppo e, appunto, di consolidamento della pace.
Infine, la Svizzera è anche dell’avviso che il sistema delle Nazioni Unite per prevenire i conflitti dovrà essere rafforzato. Il personale e le risorse finanziarie a disposizione del segretario generale dovrebbero essere aumentate, ad esempio costituendo un corpo di esperti composto da 100 poliziotti dell’ONU.
swissinfo e agenzie
93,6 miliardi di franchi la somma versata nel 2004 dai 22 Paesi industrializzati in favore dell’aiuto allo sviluppo.
La cifra rappresenta lo 0,25% del Prodotto nazionale lordo (PNL) globale.
Nella classifica dei donatori, la Svizzera si situa in 15esima posizione.
L’anno scorso ha consacrato lo 0,37% del suo PNL.
Nel 1970, l’ONU aveva stabilito che la percentuale del PNL da consacrare allo sviluppo sarebbe stata dello 0,7%.
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