Potenza delle antenne 5G, una decisione politica
Le antenne adattative possono trasmettere a una potenza 10 volte superiore a quelle convenzionali: un limite fissato dietro le quinte.
La rete 5G è in pieno sviluppo in Svizzera dalla fine del 2020 e vengono costruite delle antenne dette “adattative”, che permettono di comunicare in modo mirato con i telefoni di nuova generazione. Dato che trasmettono meno diffusamente, la questione era se potevano trasmettere con più potenza.
Una decisione che viene presa in modo politico, dietro le quinte, da un gruppo di lavoro composto da rappresentanti di operatori di telefonia, uffici federali, Medici per l’Ambiente e Cantoni. Il punto cruciale della discussione è stabilire il “fattore K”. È il dato che permette agli operatori di aumentare o meno la potenza delle antenne direzionali, come rivela la RTSCollegamento esterno sulla base di documenti ottenuti grazie alla legge sulla trasparenza.
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Gli attori, in seguito a una consultazione, non sono riusciti a raggiungere un accordo. I Medici per l’Ambiente non vogliono un aumento della potenza. L’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) voleva consentire un massimo di 4 volte la potenza legale. Gli operatori chiedevano 15 volte, e l’Ufficio federale delle comunicazioni era d’accordo per arrivare a 20 volte.
Decisione della presidente della Confederazione
Durante una seduta tra il Dipartimento e gli uffici, presieduta dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga il 16 dicembre 2020, viene deciso che le antenne adattative potranno emettere, durante i picchi di emissione, a una potenza 10 volte superiore a quelle convenzionali, a condizione che la media su 6 minuti non superi il valore delle normali antenne.
Una decisione che va nel senso di quanto desiderato dagli operatori, che nel corso delle discussioni del gruppo di lavoro, avevano avanzato la richiesta di “10 volte”.
Il lato economico
L’aumento della potenza di queste antenne ha anche un lato economico: lo sviluppo della rete 5G. Nei documenti ottenuti da RTS si trovano delle cifre sulle quali il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) avrebbe preferito mantenere il riserbo. Le cifre indicano che se non fosse stato possibile aumentare la potenza di emissione delle antenne, sarebbe necessario costruirne 46’000 in più, mentre con la soluzione chiesta dagli operatori, la cifra cala a 3’100 nuove antenne.
Effetti sulla salute
Secondo i Medici per l’Ambiente, potrebbero esserci effetti negativi per la salute, ragione per la quale non volevano un aumento della potenza.
“La nuova dinamica di esposizione alle radiazioni delle antenne adattive rappresenta per noi un potenziale pericolo che non è ancora stato studiato a fondo. Per questo motivo, dal nostro punto di vista di medici, non è possibile mantenere il livello di protezione con il fattore di correzione previsto. Per noi è importante che né l’aiuto all’attuazione né le spiegazioni e i comunicati stampa diano l’impressione che il livello di protezione richiesto dalla legge venga mantenuto per il regolamento previsto”, si legge in una lettera inviata dai Medici per l’Ambiente a Simonetta Sommaruga il 14 dicembre 2020.
Questioni politiche
La RTS ha chiesto un commento su queste decisioni al DATEC, che in un primo tempo ha risposto: “Il fattore di correzione è stato determinato sulla base di misurazioni scientifiche effettuate sul campo dagli Uffici federali dell’ambiente e delle comunicazioni. Queste misure hanno confermato che le antenne adattive irradiano meno delle antenne convenzionali. Ciò ha permesso di fissare il fattore di correzione a -10 dB, mantenendo il livello di protezione della salute. In ogni caso, i valori limite devono essere rispettati dalle antenne”.
“Come in molti altri settori, le decisioni prese in materia di antenne adattive sono il risultato di un bilanciamento di interessi. Le autorità rispondono alle esigenze della società in termini di digitalizzazione, garantendo al contempo la protezione della salute della popolazione”.
Per quanto riguarda le ragioni per cui il DATEC ha deciso di assecondare gli operatori, o perché ha deciso di non seguire i consigli del suo Ufficio dell’ambiente – che è responsabile della protezione della salute della popolazione – nel prendere questo tipo di decisione il Dipartimento ha evitato la questione: “Le domande politiche poste riguardano un gruppo di gestione che non è più in carica e che ha condotto le proprie riflessioni”.
Va notato che la nuova direzione, sotto l’egida del nuovo capo del DATEC Albert Rösti, comunicherà presto l’attuazione di una mozione volta a creare le condizioni generali favorevoli alla rapida diffusione del 5G. È quindi possibile che la politica si rimetta presto in moto.
Traduzione: RSI
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