Prima sessione per il Consiglio dei diritti umani
A Ginevra, oltre un centinaio di ministri e vice-ministri partecipano da lunedì alla sessione inaugurale del Consiglio dei diritti umani, creato lo scorso 15 marzo.
La Svizzera, che ha sostenuto attivamente la nascita di questo organismo, intende impegnarsi anche in futuro affinché diventi uno strumento veramente efficace al servizio dell’ONU.
“Tutto il mondo ha gli occhi puntati sul Consiglio dei diritti umani”, con queste parole, il segretario generale delle Nazioni unite, Kofi Annan, apre lunedì la prima sessione dell’organismo chiamato a difendere e a promuovere il rispetto delle libertà fondamentali.
“Kofi Annan chiederà ai membri del Consiglio di distanziarsi dai metodi impiegati dalla Commissione dei diritti umani, che ha lasciato il posto al Consiglio, preservandone nel contempo gli aspetti positivi, come i relatori speciali”, spiega un portavoce del segretario generale dell’ONU.
Il nuovo Consiglio dei diritti umani dovrà tra l’altro, come indicato dall’Ufficio delle nazioni unite a Ginevra (ONUG), “definire i parametri dell’esame periodico universale, un meccanismo innovatore istituito per controllare il rispetto dei diritti fondamentali in tutti i paesi del pianeta”.
Sempre secondo l’ONUG, il Consiglio dovrà inoltre “dare avvio ad un processo di revisione di tutti i mandati e delle responsabilità dell’ex-Commissione dei diritti umani”.
Un cantiere alquanto vasto attende quindi il nuovo organismo, osserva la ministra elvetica degli affari esteri Micheline Calmy-Rey: “Questo avvenimento suscita molte speranze, ma rimane ancora molto da fare, affinché il nuovo Consiglio possa diventare un organismo veramente efficace”.
Contributo elvetico
Promotrice del progetto, la diplomazia elvetica intende proseguire i suoi sforzi in favore del nuovo organismo, come conferma Micheline Calmy-Rey: “La Svizzera vuole continuare a fornire idee e a dare nuovi impulsi in favore del Consiglio”.
Concretamente, il ministero elvetico degli affari esteri (DFAE) sta preparando un documento sul funzionamento del nuovo meccanismo di valutazione degli Stati, l’esame periodico universale. Un progetto che verrà discusso nell’ambito di un seminario organizzato dalla Confederazione il prossimo 28 agosto a Losanna.
Il DFAE ha inoltre annunciato diverse altre iniziative per rafforzare il ruolo di Ginevra, quale centro mondiale dei diritti umani. La Svizzera prenderà parzialmente a carico il potenziamento dell’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati, il cui budget verrà raddoppiato, così come i suoi effettivi che passeranno da 350 a 700.
La Confederazione metterà inoltre degli uffici a disposizione dei 35 paesi che non dispongono di una missione permanente a Ginevra. In un primo tempo 15 paesi potranno approfittare di questa offerta.
Ardui negoziati
I 47 paesi membri del Consiglio, eletti il 9 maggio scorso, avranno un anno di tempo per fissare tutte le regole di funzionamento del nuovo organismo, fa notare l’ambasciatore Blaise Godet, rappresentante permanente della Svizzera in seno alle Nazioni unite a Ginevra.
Adrien-Claude Zoller, direttore dell’organizzazione non governativa Ginevra per i diritti umani, prevede negoziati piuttosto ardui: “Rimettendo sul tavolo dei negoziati tutti gli strumenti impiegati per far rispettare i diritti umani, la comunità internazionale rischia di adottare un compromesso che potrebbe anche indebolirli”.
In effetti, gli Stati refrattari ad ogni progresso in materia di diritti civili e politici dispongono di un grande peso all’interno del Consiglio. Secondo Adrien-Claude Zoller, le discussioni informali tenute in queste ultime settimane non lasciano presagire nulla di buono.
Il ginevrino teme inoltre un’emarginazione delle organizzazioni non governative: “Da diversi anni, gli Stati cercano di riaffermare il loro ruolo all’interno delle istanze internazionali. E questo a detrimento della società civile”:
swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione Armando Mombelli)
In occasione della seconda sessione del Consiglio dei diritti umani, in programma in settembre, la Svizzera metterà a disposizione dell’Alto commissariato dei ditti umani un indice universale dei diritti umani.
Questa banca dati sarà costituita da un migliaio di documenti essenziali per il lavoro del nuovo organismo delle Nazioni unite.
L’indice viene elaborato da due anni dall’Università di Berna e dal professor Walter Kälin, autore del primo progetto sulla creazione del Consiglio dei diritti umani.
La Confederazione intende inoltre creare, assieme al canton Ginevra e all’Istituto universitario di alti studi internazionali, una cattedra di diritti umani.
L’attuale Centro universitario del diritto umanitario diventerà l’Accademia dei diritti umani e del diritto umanitario.
La prima sessione del Consiglio dei diritti umani si tiene a Ginevra dal 19 al 30 giugno.
La sessione viene presieduta dall’ambasciatore messicano Luis Alfonso de Alba.
La prima settimana di lavori è consacrata ai discorsi pronunciati da un centinaio di partecipanti, tra cui una cinquantina di ministri degli affari esteri.
La seconda sessione del Consiglio è in programma in settembre.
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