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Pro Helvetia punta ad un approccio globale

Il direttore di Pro Helvetia Pius Knüsel vuole far viaggiare la cultura svizzera Keystone

La Fondazione svizzera per la cultura annuncia una nuova strategia estera: essere presente in tutte le aree culturali del pianeta.

Nuovi uffici di collegamento apriranno in Asia ed in America latina, mentre chiuderanno alcune antenne europee.

“Il lavoro all’estero è il punto di forza di Pro Helvetia”, dichiara Pius Knüsel.

Durante la conferenza stampa di lunedì a Berna, il direttore di Pro Helvetia ha esposto la nuova strategia estera della Fondazione svizzera per la cultura, che prevede appunto di rafforzare maggiormente la sua presenza al di fuori dell’Europa.

“Dobbiamo profilarci come centro operativo per le attività culturali svizzere all’estero”, indica Knüsel.

Si apre oltreoceano, si chiude in Europa

In quest’ottica, saranno aperti sei nuovi uffici di collegamento in America latina, Asia e Australia entro il 2015, mentre alcune antenne in Europa orientale chiuderanno i battenti.

“Con l’integrazione nell’Unione europea di numerosi paesi dell’est, Pro Helvetia può ridurre la sua presenza in questa regione”, spiega la presidente della Fondazione Yvette Jaggi.

Gli uffici di Praga, Budapest e Bratislava saranno così chiusi entro l’anno prossimo. Essi hanno infatti oramai svolto il loro compito, che era di aiuto alla transizione.

Dietro a queste scelte si celano tuttavia anche altre ragioni, come i tagli budgetari auspicati dalla Confederazione.

I responsabili di Pro Helvetia sottolineano tuttavia che le sedi di Roma, Milano, Venezia e Parigi continueranno ad essere rappresentanze di primo piano.

Mezzo milione per ufficio

Pro Helvetia vuole invece impegnarsi maggiormente in altre regioni del mondo come il Brasile, il Messico, la Russia, l’India, la Cina, il Sud-est asiatico e l’Australia.

In queste aree si è infatti registrato un maggiore interesse in campo artistico e culturale.

I primi uffici di rappresentanza apriranno nel 2007, con un budget annuale di 500’000 franchi ciascuno.

Le nuove sedi saranno integrate in strutture già esistenti in loco, come ambasciate e consolati.

“Globalizzazione” della cultura

A lungo termine, la Fondazione intende dunque essere presente in ogni grande area culturale con un proprio ufficio di collegamento, come i due attivi già oggi con grande successo al Cairo e a Città del Capo.

“Attualmente sono al vaglio strutture analoghe in Cina, India e America Latina”, precisa Thomas Lealy, responsabile internazionale di Pro Helvetia.

Disporre di un proprio ufficio di collegamento, ha infatti senso nelle regioni rispetto a cui il divario culturale è particolarmente forte. Quanto più un’area culturale è vicina alla Svizzera, tanto minore è il lavoro di mediazione necessario per scambi reciproci.

Collaborare con i locali

Se negli anni ’80 Pro Helvetia si prodigava per creare centri culturali in Francia ed in Italia, oggi i modelli in primo piano sono invece i partenariati con istituzioni autonome e gli uffici di collegamento.

La Fondazione svizzera fa inoltre assegnamento sulla competenza culturale di partner che conoscono le realtà locali e che, in quanto istituzioni autonome, sono liberi di acquisire risorse ulteriori.

Nelle aree culturali extraeuropee in cui ritiene necessaria e realizzabile una propria rappresentanza, Pro Helvetia punta esclusivamente sul modello dell’ufficio di collegamento: una sede, cioè, di norma affidata a due collaboratori del posto e con funzioni di agenzia in grado di organizzare incontri, contattare nuovi partner e assistere gli operatori culturali svizzeri in loco.

swissinfo e agenzie

14 milioni di franchi all’anno la somma con la quale Pro Helvetia sostiene i progetti all’estero.
La cifra rappresenta il 60% del budget operativo.
Una quarantina i collaboratori della Fondazione che sono attivi all’estero.

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