29 ottobre: Birgitta Jonsdottir e membri del Partito pirata islandese all'annuncio dei risultati delle elezioni parlamentari. Il successo sperato è però stato mancato. (Reuters/Geirix)
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23 aprile: grande manifestazione ad Hannover (Germania) contro il progettato accordo di libero scambio TTIP tra gli Stati Uniti e l'Unione europea (Reuters/Kai Pfaffenbach)
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4 agosto: sterili insulti invece del dialogo civile a Seelisberg (cantone di Uri, Svizzera centrale). Un cittadino "furioso" dà sfogo alla sua rabbia con Barbara Bär, membro del governo cantonale. La Bär voleva informare la popolazione locale sul progetto di un centro di accoglienza per richiedenti l'asilo. L'evento ha dovuto essere annullato. (Keystone/Urs Flüeler)
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23 novembre: una dimostrante a Londra reclama l'attuazione della Brexit. In giugno i votanti britannici si sono pronunciati per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. (Keystone/EPA/Hayoung Jeon)
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1° ottobre: alzando il pugno destro, dei giovani attivisti salutano il complesso musicale ungherese "Romantic Violence", che ha suonato in una manifestazione dei sostenitori del primo ministro Viktor Orban a Budapest. Le proteste erano dirette contro le quote di ripartizione di rifugiati tra i paesi dell'UE fissate da Bruxelles. (Keystone/AP Photo/Vadim Ghirda)
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5 novembre: scontri tra dimostranti e polizia a Firenze. Le proteste erano rivolte contro il primo ministro italiano Matteo Renzi, che in dicembre, dopo aver perso nel referendum sulla riforma costituzionale, si è poi dimesso. (Keystone/Ansa/Maurizio Degl'Innocenti)
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2 ottobre: il no all'accordo di pace con i ribelli delle FARC, uscito dalle urne colombiane, getta nello sconforto questa sostenitrice nella capitale Bogotà. (Keystone/AP Photo/Ariana Cubillos)
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28 febbraio: grande giubilo di Flavia Kleiner e di tutti i militanti del movimento "Operation Libero" per il chiaro no dell'elettorato svizzero all'iniziativa popolare "per l'attuazione dell'espulsione di stranieri che commettono reati", promossa dall'Unione democratica di centro, il partito della destra conservatrice. (Keystone/Lukas Lehmann)
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22 aprile: una sostenitrice abbraccia a Vienna Norbert Hofer, il candidato del Partito della Libertà austriaco, destra nazionalista, alla presidenza del paese. Alla fine Hofer ha perso le elezioni, per le quali si sono resi necessari tre turni, contro il rivale verde Alexander Van der Bellen. (Keystone/EPA/Christian Bruna)
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8 novembre: enorme delusione per i giovani sostenitori di Hillary Clinton. La candidata dei democratici a grande sorpresa ha perso la corsa per la presidenza degli Stati Uniti contro il repubblicano populista Donald Trump. (Keystone/Nathan Hunsinger)
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9 agosto: manifestazione a favore del matrimonio per le coppie omosessuali in Australia. (Keystone/EPA/Carol Cho)
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12 novembre: studenti con maschere bianche esigono le dimissioni della presidente sudcoreana Park Geun-hye, coinvolta in un grande scandalo politico. (Keystone/AP Photo/Lee Jin-man)
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16 gennaio: sostenitori taiwanesi del Partito democratico del progresso festeggiano la vittoria di Tsai Ing-wen alle elezioni presidenziali. È la prima donna a capo dell'isola, che è in conflitto permanente con la Cina. (Keystone/EPA/Ritchie B. Tongo)
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Elezioni negli Stati Uniti, Brexit, populismo, nazionalismo, leader autoritari: nel 2016 taluni vedono arrivare la fine delle democrazie, per altri, i cittadini hanno preso "vere" decisioni popolari contro la volontà delle élites "distaccate dalla realtà". Una cosa è certa: il 2016 sul piano della democrazia è stato di gran lunga l'anno più turbolento dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989.
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Christoph Balsiger, Redazione fotografica
Deutsch
de
Emotionale Hochs und Tiefs des Demokratie-Jahres 2016
originale
Vittorie elettorali, sconfitte nelle votazioni, manifestazioni, proteste rabbiose: le democrazie producono vincitori e perdenti. Ma ciò che è ancora più importante è che le votazioni a scadenze regolari offrono ai cittadini “una valvola di sfogo”.
I cittadini svizzeri anche nel 2016 sono stati “coccolati” con la democrazia diretta: a livello nazionale sono stati chiamati quattro volte alle urne per votare su iniziative popolari, emendamenti costituzionali e nuove leggi. Per i britannici, invece, la domanda se restare nell’Unione europea o uscirne è stato il primo voto da 40 anni.
Tuttavia il dibattito politico duro, ma leale, poiché democratico, sta mostrando i limiti: si sta fortemente spostando sempre più verso gli attacchi personali, i vilipendi e gli insulti della controparte. Una tendenza che mostra anche questa selezione di fotografie dell’anno politico 2016.
(Testo: Renat Künzi, swissinfo.ch; selezione fotografica: Christoph Balsiger, swissinfo.ch)
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