Elezioni negli Stati Uniti, Brexit, populismo, nazionalismo, leader autoritari: nel 2016 taluni vedono arrivare la fine delle democrazie, per altri, i cittadini hanno preso "vere" decisioni popolari contro la volontà delle élites "distaccate dalla realtà". Una cosa è certa: il 2016 sul piano della democrazia è stato di gran lunga l'anno più turbolento dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989.
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Christoph Balsiger, Redazione fotografica
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Emotionale Hochs und Tiefs des Demokratie-Jahres 2016
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Vittorie elettorali, sconfitte nelle votazioni, manifestazioni, proteste rabbiose: le democrazie producono vincitori e perdenti. Ma ciò che è ancora più importante è che le votazioni a scadenze regolari offrono ai cittadini “una valvola di sfogo”.
I cittadini svizzeri anche nel 2016 sono stati “coccolati” con la democrazia diretta: a livello nazionale sono stati chiamati quattro volte alle urne per votare su iniziative popolari, emendamenti costituzionali e nuove leggi. Per i britannici, invece, la domanda se restare nell’Unione europea o uscirne è stato il primo voto da 40 anni.
Tuttavia il dibattito politico duro, ma leale, poiché democratico, sta mostrando i limiti: si sta fortemente spostando sempre più verso gli attacchi personali, i vilipendi e gli insulti della controparte. Una tendenza che mostra anche questa selezione di fotografie dell’anno politico 2016.
(Testo: Renat Künzi, swissinfo.ch; selezione fotografica: Christoph Balsiger, swissinfo.ch)
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