È difficile illustrare con una vignetta proposte così inverosimili come quella di Donald Trump di acquistare la Groenlandia... I vignettisti svizzeri sono comunque riusciti a rappresentare con molto umorismo il meglio e il peggio dell'anno che si sta per concludere.
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Studi in scienze politiche e storia all'Università di Berna. Esperienze presso Reuters, Der Bund, Berner Zeitung e Radio Förderband. Interessato alla pratica della moderna democrazia diretta svizzera in tutte le sue sfaccettature. Sempre al centro: il cittadino.
Dal riscaldamento globale, all’incendio della Cattedrale di Notre-Dame di Parigi o all’interminabile vertenza sulla Brexit: angoscianti, sorprendenti o assurdi, i grandi eventi dell’anno sono stati raffigurati con sagacia e umorismo dai vignettisti svizzeri.
I loro disegni fanno ridere o sorridere, ma permettono anche di prendere le distanze, di informarsi e di sviluppare una mente critica nei confronti dell’attualità mondiale. Ancora oggi in molti paesi i vignettisti non hanno vita facile e spesso devono lottare per poter pubblicare liberamente le loro opere.
“Forse dovremmo cominciare a preoccuparci. E iniziare a reagire. Le caricature della stampa sono nate con la democrazia. E vengono attaccate quando viene attaccata la libertà”, dichiara Chappatte. Il noto vignettista svizzero ha dovuto porre fine quest’anno alla sua collaborazione con il New York Times. In seguito alle controversie suscitate da una vignetta, il quotidiano americano ha deciso di non più pubblicarne.
In Svizzera caricature e vignette hanno una tradizione ben radicata: ogni anno i migliori lavori per la stampa svizzera sono esposti al Museo della comunicazione di Berna. La mostra “Gezeichnet 2019” offre una divertente retrospettiva dell’attualità nel 2019 attraverso le opere di 50 vignettisti.
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