Sinistra e cantoni contro gli sgravi fiscali
Dopo i cantoni, anche il comitato di sinistra, che si oppone al pacchetto fiscale della Confederazione, è riuscito a raccogliere le firme necessarie per indire il referendum.
Secondo il comitato gli sgravi previsti sono ingiusti, non vengono incontro ai ceti bisognosi e privilegiano i ricchi.
“Nonostante la torrida estate, la raccolta delle adesioni contro il pacchetto di sgravi fiscali è filata liscia come l’olio”.
Così si è espressa giovedì a Berna la consigliera nazionale dei Verdi, Ruth Genner, poco prima che venissero consegnate alla Cancelleria federale le firme per il referendum contro un provvedimento giudicato un regalo per ricchi.
La co-presidente dei Verdi attribuisce il successo del referendum, lanciato dalla sinistra e sul quale si voterà il 16 maggio, al fatto che i cittadini non si siano fatti ingannare da tagli fiscali di cui approfitteranno soltanto i “clienti” di radicali, popolari-democratici e dell’Unione democratica di centro.
Il referendum dei cantoni
Questo referendum si aggiunge a quello cantonale. Undici parlamenti cantonali hanno infatti votato contro il pacchetto fiscale approvato in giugno dalle Camere federali.
A loro avviso gli sgravi fiscali, tra cui spicca l’abolizione del valore locativo, causeranno riduzioni insopportabili delle entrate.
Il pacchetto di sgravi fiscali significa, per l’imposta federale diretta, minori entrate per 2,01 miliardi di franchi, di cui 510 milioni solo per i cantoni.
Oltre a ciò, cantoni e comuni dovrebbero fare i conti con minori entrate oscillanti tra 1,1 e 1,3 miliardi.
“I partiti borghesi” – ha aggiunto la consigliera nazionale zurighese -“vogliono risparmiare e nel contempo tagliare le imposte. Tale agire è contrario ad ogni logica”.
Ad essere infastiditi non sono solo i Verdi ma anche parecchi governi e parlamenti cantonali.
Il fatto che numerosi esecutivi cantonali a maggioranza borghese si siano pronunciati contro il pacchetto fiscale, “la dice lunga sul pessimo lavoro svolto dai partiti di centro-destra alle Camere federali”, dice la consigliera nazionale dei Verdi.
Giustizia sociale
“I Verdi”, ha puntualizzato Ruth Genner, “si sono sempre battuti contro riduzioni delle tasse che consideravano antisociali. Da un punto di vista economico, i regali ai ceti ricchi non faranno aumentare i loro consumi”.
Secondo la vicepresidente dei Verdi, “tagliando le entrate, i cantoni vedranno limitato il loro margine di manovra, ciò che li obbligherà a ridurre a loro volta gli investimenti: tale processo non farà che indebolire la piazza economica svizzera”.
Stando ai dati diffusi dai Verdi, il maggior numero di adesioni al referendum è stato raccolto a Zurigo e a Berna.
L’esito della campagna in favore del referendum è ancora aperto. Lo stesso vale per il finanziamento.
La conferenza dei governi cantonali non metterà infatti dei fondi a disposizione dei cantoni che si oppongono al pacchetto fiscale della Confederazione.
Questi cantoni dovranno finanziare la campagna da soli.
swissinfo e agenzie
Per un referendum ci vogliono 50’000 firme o la volontà di 8 cantoni
Sono state raccolte 56’300 firme valide, soprattutto nelle città di Zurigo, Berna e Ginevra
11 cantoni su 26 sono favorevoli al referendum sul quale si voterà il 16 maggio
Il pacchetto di sgravi fiscali è stato approvato dal Parlamento in giugno.
I promotori del referendum avevano tempo fino al 9 ottobre per raccogliere le firme necessarie.
Secondo i Verdi gli sgravi penalizzerebbero i ceti meno abbienti privilegiando i redditi superiori.
La sinistra e i Verdi sono scesi in campo nel timore che i cantoni non riuscissero a raggiungerre il quorum necessario – 8 cantoni – per lanciare un referendum cantonale, istituzione mai usata finora in 130 anni di esistenza.
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