Soldi svizzeri per un trenino di Varsavia
Varsavia, la capitale della Polonia, cresce. I pendolari che utilizzano i mezzi di trasporto pubblici sono in aumento. La ferrovia urbana WKD dovrebbe essere rinnovata, con soldi del «miliardo di coesione» svizzero.
Il centro di Varsavia, a pochi passi dal Palazzo della cultura, simbolo della città: moderne gallerie commerciali, una sorta di parco cittadino su più livelli, tanto verde, molti consumi, musica, folla, pubblicità di marche note, da Armani a Zara.
A poca distanza, a far da contrasto, un semplice cartello con l’emblema rosso-bianco-blu della WKD. Non indica la strada verso un luminoso negozio, bensì verso il basso, verso un corridoio di cemento grigio, memore delle atmosfere socialiste degli anni Settanta.
WKD è la sigla di Warszawska Kolej Dojazdowa, il treno urbano che collega il centro della città con i quartieri sud-occidentali. A Varsavia è altrettanto conosciuto quanto la ferrovia dell’Üetliberg a Zurigo o la funicolare a Lugano.
Ritardi da recuperare
Il contrasto tra i templi del consumo del ventunesimo secolo e le infrastrutture ferroviarie antiquate è tipico per l’odierna Polonia. Il paese ha ancora molta strada da fare per recuperare il ritardo rispetto all’Europa occidentale nel settore dei trasporti pubblici.
La WKD, inaugurata nel 1927, è stata la prima ferrovia elettrificata della Polonia. Costruita su basi private, serviva a collegare il centro di Varsavia con Grodzisk Mazoniecki. Danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu statalizzata dai governi comunisti del dopoguerra.
Solo nel 1972 vennero acquistati 31 nuovi convogli di produzione esteuropea, per sostituire i vecchi railcar comprati in Inghilterra negli anni Venti. I convogli del 1972 sono tuttora in funzione.
Nel frattempo i treni della WKD, costantemente revisionati e rinnovati, trasportano tra i 6 e i 7 milioni di passeggeri l’anno. Nei treni tutto appare pulito e curato, ci sono poche scritte e pochi segni di vandalismo.
Mancano però molte cose: «Nel controllo dei treni, dei binari e dei segnali, l’era digitale da noi non è ancora cominciata», dice Krzysztof Kulesza, responsabile per la strategia della WKD. «Ci mancano anche sistemi video di informazione per i passeggeri».
Mezzo miliardo per la Polonia
Lo cose dovrebbero ora migliorare grazie al supporto finanziario della Svizzera. Nell’ambito dei progetti di infrastruttura finanziati dal contributo elvetico all’allargamento dell’Unione europea, la WKD ha inoltrato una richiesta di sostegno all’ufficio svizzero di Varsavia responsabile della gestione dei fondi (contribution office).
Il contributo svizzero all’ampliamento dell’Ue, chiamato comunemente «miliardo di coesione», è stato approvato in votazione dal popolo svizzero. Dal 2007 la Svizzera finanzia con un miliardo di franchi progetti a favore di dieci paesi entrati nell’Ue nel 2004. Quasi la metà della somma è destinata al più grande e popoloso di questi paesi: la Polonia.
Il progetto della WKD è stato valutato positivamente dalle autorità polacche ancora prima di essere inoltrato al contribution office. «L’ufficio svizzero ha studiato a fondo la proposta e ha chiesto di precisare meglio alcuni aspetti», dice Heinz Kaufmann, responsabile per i progetti finanziati dalla Svizzera in Polonia nell’ambito del miliardo di coesione.
Tra i miglioramenti chiesti c’è una migliore integrazione del progetto nel concetto generale di modernizzazione dei trasporti pubblici, l’eliminazione delle barriere architettoniche per i disabili e la ricerca di sinergie in vista di un possibile ampliamento della linea in direzione dell’aeroporto.
Un progetto convincente
Secondo Kaufmann, la modernizzazione della ferrovia urbana è uno dei progetti meno problematici che potrebbero essere sostenuti dalla Svizzera in Polonia. I bisogni dell’azienda ferroviaria sono immediatamente visibili a chiunque percorra la linea.
Inoltre la WKD ha il vantaggio di essere contemporaneamente responsabile della gestione dei treni e proprietaria delle infrastrutture. Altre linee ferroviarie polacche sono state invece smembrate nell’ambito delle privatizzazioni e hanno oggi una gestione separata di treni, binari e stazioni, ciò che causa talvolta delle complicazioni.
La WKD, insieme a tutte le ferrovie urbane di Varsavia, si è staccata dalle ferrovie di stato polacche nel 2000. Nel 2007 è stata acquistata da un consorzio guidato dal governo regionale della Masovia, la regione di Varsavia. Un assetto proprietario che ricorda quello di varie ferrovie private svizzere, osserva Heinz Kaufmann.
Sul finanziamento della ferrovia urbana non è ancora stata presa una decisione definitiva. Se il progetto dovesse essere accettato, lo stato polacco investirebbe 14,7 milioni di franchi e la Svizzera 20 milioni. Questo permetterebbe l’acquisto di sei nuovi convogli e l’introduzione di sistemi di controllo moderni.
Nel 2006 il popolo svizzero ha approvato la legge federale sulla cooperazione con l’Europa dell’est, che prevede lo stanziamento di un miliardo di franchi destinato ai dieci nuovi Stati membri dell’Unione europea.
Il «miliardo di coesione» vuole contribuire alla riduzione delle disparità economiche e sociali in Europa. I progetti finanziati riguardano ambiti come la sicurezza, le riforme amministrative, le infrastrutture, l’ambiente, il sostegno alle piccole e medie imprese, la ricerca e la sanità.
Fra i maggiori beneficiari del sostegno elvetico vi sono la Polonia, a cui sono destinati circa 490 milioni di franchi, l’Ungheria (130 milioni) e la Repubblica ceca (110 milioni).
Il contributo elvetico è inteso come gesto di solidarietà nei confronti dei paesi dell’Ue che hanno versato 100 miliardi di franchi (67 miliardi di euro) nel fondo di coesione a favore dei nuovi paesi dell’Unione. La Svizzera riconosce così anche i vantaggi dell’accesso ai nuovi mercati dell’Europa orientale.
Il «miliardo di coesione» svizzero non alimenta però direttamente il fondo di coesione europeo.
La Svizzera ha chiesto e ottenuto di trattare in via bilaterale con ogni stato beneficiario le modalità degli aiuti e di scegliere autonomamente i progetti da sostenere.
Solo le linee generali del contributo svizzero sono state negoziate con l’UE e fissate in un memorandum d’intesa, non vincolante dal punto di vista del diritto internazionale.
(traduzione dal tedesco e adattamento: Andrea Tognina)
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