Sollievo anche all’estero
Il sì all'estensione della libera circolazione delle persone è stato accolto con un sospiro di sollievo nell'Unione europea.
In caso di no svizzero, Bruxelles temeva di doversi confrontare con una situazione di discriminazione dei suoi membri.
Il presidente della commissione José Manuel Barroso è estremamente soddisfatto, ha precisato la portavoce Françoise Le Bail. Il voto elvetico dimostra che Svizzera e Unione Europea lavorano insieme con successo per promuovere l’integrazione dei popoli e delle economie. La soddisfazione è ampia anche per l’entità del sostegno all’estensione della libera circolazione, considerata «largamente positiva.»
Per bocca di una portavoce a Bruxelles, anche la presidenza britannica dell’UE ha salutato il risultato scaturito dalle urne. I Venticinque si rallegrano «dello sviluppo di strette relazioni con il loro vicino svizzero», ha aggiunto l’addetto stampa.
La deputata europea Diana Wallis (GB), responsabile delle relazioni con la Confederazione, si è detta molto soddisfatta. Wallis si interroga comunque sul futuro delle relazioni fra le due parti. A suo avviso la via bilaterale è molto complicata e non porta molto lontano: sarebbe necessario rivedere i rapporti fra i due partner.
Per Tomasz Nowakowski, sottosegretario del comitato polacco per l’integrazione europea, si è trattato di un voto politico. Con la sua decisione la Svizzera evita problemi politici con l’UE e beneficia del suo allargamento. Per far fronte alla globalizzazione e alla concorrenza mondiale occorre appartenere ad una vasta zona economica. Stando a Nowakowski la paura di un forte afflusso di lavoratori dall’est non è fondata.
Dello stesso avviso è anche Josef Kreuter, ambasciatore della Cechia a Berna, secondo cui i suoi concittadini non si spostano nemmeno all’interno del paese e se proprio vogliono espatriare scelgono gli USA. Il «sì» elvetico permette soprattutto di evitare una discriminazione inaccettabile e relativi problemi politici.
Andras Batiz, portavoce del governo ungherese, ha da parte sua ricordato che solo 5000 suoi concittadini sono emigrati nel 2004 in Gran Bretagna, paese che ha aperto totalmente le frontiere ai lavoratori dell’est.
Per finire anche Atis Lots, addetto stampa del ministero degli esteri lettone, si è detto molto contento del risultato. Il sì permetterà alla Svizzera di migliorare la sua competitività economica.
swissinfo e agenzie
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