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Sondaggio: un timido sì a frontiere più aperte

I controlli di rito alle dogane svizzere potrebbero essere soppressi dagli accordi di Schengen Keystone

La maggioranza degli svizzeri sostiene gli accordi di Schengen/Dublino e l'estensione della libera circolazione ai nuovi membri dell'Unione europea.

Se i referendum lanciati contro i due oggetti dovessero andare in porto, la popolazione sarà chiamata alle urne nel corso del 2005, ma in due occasioni diverse.

La maggioranza della popolazione svizzera sostiene gli accordi di Schengen/Dublino e l’estensione della libera circolazione delle persone ai nuovi paesi membri dell’Unione europea (UE). È il risultato di un sondaggio Isopublic pubblicato dal settimanale «Sonntagsblick».

Ma se per Schengen/Dublino i pareri favorevoli raggiungono una comoda maggioranza, sulla libera circolazione delle persone l’esito è più combattuto.

Si tratta di due temi di politica europea, già accettati dalle autorità svizzere, che andranno in votazione popolare, se i comitati referendari che vi si oppongono riusciranno a raccogliere un numero sufficiente di firme entro il 31 marzo. È soprattutto a destra che non si vede di buon occhio un’adesione della Svizzera a questi accordi elaborati dall’Unione europea e volti a facilitare la mobilità delle persone all’interno del continente.

Per evitare amalgami tra i due temi – Schengen/Dublino riguarda l’abolizione dei controlli alle frontiere, la libera circolazione delle persone implica la possibilità di esercitare un’attività lavorativa – le autorità svizzere hanno già stabilito che qualora si giungesse ad una consultazione popolare, quest’ultima avverrebbe in due date diverse: il 5 giugno per Schengen/Dublino e il 25 settembre per la libera circolazione delle persone.

Sondaggio pre campagna

Il sondaggio del «Sonntagsblick» non è il primo a cercare di prendere la misura degli umori elvetici. I risultati sono però da prendere con la dovuta cautela, considerato che non è ancora partita una vera e propria campagna elettorale. L’Unione democratica di centro (UDC) – che combatte entrambi gli oggetti e che a dispetto del nome è decisamente posizionata a destra – ha già dimostrato in passato di riuscire ad organizzare delle campagne efficaci.

Delle 1005 persone interrogate per il «Sonntagsblick», il 52% è in favore dell’estensione della libera circolazione delle persone ai cittadini dei nuovi stati membri dell’UE. Il 30% circa è contrario e il 18% non si è ancora fatto un’opinione in merito.

Più deciso il sì a Schengen/Dublino. Il 65% degli intervistati si è detto favorevole a questi accordi di politica giudiziaria e di polizia. Solo il 14% vi si oppone, mentre il 21% non si pronuncia.

UDC divisa

La base dell’UDC è in linea con il partito per quanto riguarda l’estensione della libera circolazione delle persone. (61% di no, 24% di sì), ma è più divisa su Schengen/Dublino (41% di sì e solo 36% di no).

Oltre che dall’UDC, l’adesione allo spazio di Schengen, che porterà alla quasi soppressione dei controlli d’identità alle dogane, è combattuta anche dall’ASNI (Associazione per una Svizzera neutrale e indipendente).

L’estensione della libera circolazione delle persone è rimessa in causa da un referendum lanciato dai Democratici svizzeri (destra dura). Il referendum è sostenuto dall’UDC e dagli altri partiti di destra dura.

Un altro referendum è stato lanciato da un partito di estrema sinistra, che teme un’erosione dei diritti dei lavoratori. Le misure d’accompagnamento previste per l’estensione della libera circolazione delle persone sarebbero insufficienti a evitare fenomeni come il dumping salariale.

swissinfo e agenzie

Le votazioni del 5 giugno (Schengen/Dublino) e del 25 settembre (estensione a est della libera circolazione delle persone) si terranno se i comitati referendari raccoglieranno 50’000 firme entro il 31 marzo.
Schengen/Dublino è osteggiato dalla destra (Unione democratica di centro in e altri).
L’estensione della libera circolazione delle persone è minacciata da un referendum dei Democratici svizzeri (sostenuti dagli altri partiti di destra dura) e da un referendum proveniente dall’estrema sinistra (Movimento per il socialismo).

L’accordo di Schengen favorisce la libera circolazione delle persone (soppressione dei controlli fissi alle frontiere interne all’Unione Europea) e si prefigge di migliorare la sicurezza (cooperazione delle forze di polizia e assistenza giudiziaria).

L’accordo di Dublino riguarda il diritto d’asilo. All’interno dell’UE, un richiedente può depositare solo una domanda d’asilo.

Rifiutando l’accordo di Dublino, la Svizzera diventerebbe la sola alternativa ai richiedenti l’asilo che arrivano in Europa occidentale.

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