Sovranità, non onnipotenza popolare
La democrazia non è solo una questione di maggioranza. Anche il rispetto è essenziale, rileva la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, ricordando la suddivisione dei ruoli nel sistema di democrazia diretta svizzero.
Colei che ha fatto della democrazia diretta il filo conduttore del suo anno presidenziale non poteva certo mancare al Forum europeo di LucernaCollegamento esterno, il 27 aprile scorso, che aveva come tema “la democrazia diretta sul banco di prova”. Un’occasione che Simonetta SommarugaCollegamento esterno ha colto per dirsi “orgogliosa” di questo “sistema coraggioso”, nel quale “i cittadini hanno molta responsabilità, prendono decisioni della più grande portata” e “devono seguire regole che hanno creato e fissato loro stessi”.
Nel discorso la ministra di giustizia ha però anche messo dei puntini sulle i: “il principio della maggioranza è un’importante regola democratica. Ma non è illimitata”. Questo principio è valido soltanto a condizione che la decisione della maggioranza non leda dei diritti fondamentali, quali per esempio i diritti umani, ha puntualizzato.
D’altronde, “senza diritti fondamentali, non c’è alcuna democrazia”, ha aggiunto. “Non si tratta di un confronto tra Stato di diritto e democrazia, ma di una interazione sensata. I diritti fondamentali sono sia i presupposti sia il risultato di una democrazia che funziona”.
Altri sviluppi
Cos’è un’iniziativa popolare o dei cittadini?
Parlamento tutore della Costituzione
Eppure, in Svizzera possono essere sottoposte al voto e approvate delle iniziative popolari che ledono dei diritti fondamentali, purché non violino disposizioni cogenti del diritto internazionale. Infatti solo quest’ultima condizione oppure la violazione del principio dell’unità della forma o della materia, rappresentano motivi di annullamento di un’iniziativa popolare.
Un problema crescente che Simonetta Sommaruga riconosce, ma che giudica controproducente combattere allungando l’elenco delle cause di nullità di un’iniziativa popolare. “Più si amplificano i motivi di invalidazione, più aumenta il rischio che si abusi di essi al fine di evitare iniziative politicamente impopolari”, avverte.
Oggi spetta al parlamento assicurare che all’interno della Costituzione federale non vi siano contraddizioni e che l’ordinamento giuridico sia coerente. Ma non sarebbe più logico e conforme a uno Stato di diritto istituire, come chiesto da più parti, una Corte costituzionale, che sarebbe incaricata di esaminare la validità delle iniziative popolari, poiché si tratta di una questione giuridica, non politica?, abbiamo chiesto a Simonetta Sommaruga, al termine del suo discorso.
“La questione della Corte costituzionale è già stata discussa più volte in Svizzera”, rammenta la presidente della Confederazione, osservando che l’idea non ha mai ottenuta il nullaosta parlamentare. “Bisogna inoltre tenere presente che nella Costituzione federale c’è scritto che i membri del parlamento sono i tutori della Costituzione. Vale a dire che hanno il compito di attenersi alla Costituzione. Perciò quando viene accettata un’iniziativa popolare che è in contraddizione con singole disposizioni costituzionali, è compito del parlamento decidere un’attuazione che sia conforme alla Costituzione”.
Un successo indissociabile dal rispetto
Oltre ai contenuti, sempre più iniziative popolari presentano un’altra difficoltà di applicazione: impongono un breve lasso di tempo entro il quale questa deve avvenire in caso di accettazione. Una conseguenza di manovre parlamentari passate trascinatesi troppo a lungo?
“L’attuazione di certe nuove disposizioni costituzionali può richiedere molto tempo, precisa Simonetta Sommaruga. In questi casi, le scadenze brevi possono rendere più ardua l’attuazione, soprattutto se si deve ancora negoziare con Stati esteri, come per esempio adesso con l’iniziativa “Contro l’immigrazione di massa”. L’imposizione di determinate scadenze può anche comportare nuove difficoltà per il parlamento nell’esecuzione dei suoi compiti”.
La ministra di giustizia richiama perciò ognuno alle proprie responsabilità, aggiungendo: “Penso che avere fiducia e rispetto tra le diverse istituzioni, rispetto dei diversi compiti e ruoli sia anche una questione della nostra cultura politica”.
Ed è su questa cultura politica caratterizzata dal rispetto che si fonda la democrazia diretta svizzera. Rispetto delle maggioranze verso le minoranze, tra i diversi organi costituzionali e della popolazione verso le conquiste dello Stato di diritto, afferma la presidente della Confederazione, secondo la quale, la democrazia diretta elvetica potrà continuare ad essere “una storia di successo” soltanto se resterà animata da questo rispetto.
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