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Stampa divisa sull’eredità di Deiss

Un consigliere federale "solido, ma poco spettacolare" swissinfo.ch

Gli editorialisti sono divisi sul bilancio del ministro dell'economia dimissionario Joseph Deiss. Le voci più critiche giungono dalla Svizzera tedesca.

In generale, la stampa ritiene tuttavia che con il suo ritiro Deiss offra al suo partito la possibilità di lanciare al meglio le elezioni federali del prossimo anno.

“Joseph Deiss ne ha abbastanza di questo Consiglio federale”. Così apre il suo commento il Tages-Anzeiger.

Secondo il quotidiano zurighese, Deiss, quale classico politico del consenso, non era la persona più adatta nell’attuale compagine governativa, molto meno armoniosa che in passato.

“Negli ultimi tempi ha faticato ad imporre la sua posizione”, aggiunge il Tages-Anzeiger, che non sarebbe sorpreso se, prima dell’elezione del nuovo governo nel dicembre 2007, altri consiglieri federali seguissero il suo esempio.

Sulla stessa linea, la Tribune de Genève ritiene che “queste dimissioni suonano come una protesta”.

“Un saggio troppo saggio in un collegio improvvisamente scosso da problemi di disciplina”, riassume La Liberté.

Il giornale di Friborgo, città d’origine del ministro, sottolinea come “minoritario al centro politico dell’arena, costretto ad ingoiare numerosi rospi, Joseph Deiss ha dunque deciso di tornarsene a casa”.

Sovrastato “da vecchie volpi”

“Solido ma poco spettacolare”, scrive invece Der Bund descrivendo il ministro friborghese. “Ogni qual volta ha tentato di vestire i panni dell’uomo forte, i risultati sono stati maldestri e sfortunati”.

In un commento piuttosto critico il giornale di Berna ritiene che l’ex professore d’economia non è riuscito ad assumere il ruolo di “anti-Blocher”. Anzi, è spesso stato “tatticamente” sovrastato da vecchie volpi della politica come Christoph Blocher o Pascal Couchepin.

“Un ministro che non sarà ricordato a lungo”, dice la Basler Zeitung, secondo la quale a Deiss è sempre mancata la capacità d’imporsi.

“Un consigliere federale poco reattivo come Deiss è tuttavia riuscito a sorprendere il mondo politico elvetico con le sue dimissioni”, nota da parte sua la Neue Zürcher Zeitung (NZZ).

“Resta tuttavia da chiarire se il suo ritiro giunge ad un buon momento”, aggiunge la NZZ, secondo la quale i tentativi di Deiss di liberarsi della sua immagine di professore non si sono sempre tradotti in una maggiore popolarità.

“Il suo maggior successo quale ministro degli esteri è stata l’adesione all’ONU nel 2002. Quale ministro dell’economia, la funzione che più desiderava, è stato esposto a rivendicazioni e critiche contradditorie, che gli hanno permesso di avanzare molto poco”, rileva la NZZ.

Una buona mossa

Le Matin di Losanna sottolinea al contrario che “il bilancio di Deiss è positivo, anche se restano dei punti neri come la politica agricola e la disoccupazione giovanile”.

In un’ottica elettorale, secondo il ginevrino Le Temps, “lasciando la sua poltrona ad un democristiano tutto nuovo già a partire dalla prossima estate, Deiss permette al suo partito di lanciarsi nelle migliori condizioni all’assalto delle elezioni federali del 2007”.

Un punto di vista che si ritrova nella Svizzera italiana. Secondo il Corriere del Ticino, la mossa a sorpresa del ministro, definito come “un gentleman rigoroso e serio ma poco indicato a creare entusiasmo”, potrebbe essere nell’interesse del suo partito.

“Il ritiro potrebbe rientrare in una strategia del Partito popolare democratico (PPD) per riconquistare alla fine dell’anno prossimo il secondo seggio in Consiglio federale”.

Speculazioni

Il quotidiano popolare Blick decide di tralasciare i bilanci e guarda avanti, speculando sui principali papabili alla successione di Deiss.

E, accanto al nome che tutti fanno, quello della presidente del PPD Doris Leuthard, il Blick cita quello di… Christoph Blocher, “l’unico membro dell’attuale governo che ha l’esperienza per riprendere in mano le redini del Dipartimento dell’economia”.

Infine, in un commento molto centrato sulla politica cantonale, l’altro giornale ticinese La Regione ritiene che queste dimissioni a sorpresa “offrono una chance davvero unica al PPD ticinese”.

Che da un lato, potrà giocare le sue carte per conquistare un seggio in Consiglio federale. E, così facendo, guadagnerà in visibilità sulla scena cantonale dove era dato in perdita di velocità.

swissinfo, Marzio Pescia

Joseph Deiss, sposato e padre di tre figli, è nato il 18 gennaio 1946 a Friburgo.
Dopo il dottorato in economia, lavora come professore all’Università della sua città.
Dal 1993 al 1996 assume la carica di Sorvegliante dei prezzi.
Viene eletto in Consiglio federale l’11 marzo 1999 e assume inizialmente la guida del Dipartimento federale degli affari esteri.
Nel 2003 passa al Dipartimento dell’economia.
Nel 2004 diventa presidente della Confederazione.

Il sostituto di Joseph Deiss sarà designato dall’Assemblea federale durante la prossima sessione estiva.

Nel frattempo il partito popolare-democratico (PPD) dovrà scegliere i suoi candidati.
Doris Leuthard, presidente del PPD, figura quale principale favorita alla successione.

In Svizzera, i sette seggi del governo sono suddivisi tra i quattro principali partiti politici in base alla loro forza elettorale.

Dal 2003, il PPD (centro-destra) occupa un solo seggio dopo averne perso uno a favore dell’Unione democratica di centro (UDC – destra dura). I socialisti (sinistra) e i radicali (destra) si dividono gli altri quattro seggi.

Il principio della collegialità è iscritto nella Legge sull’organizzazione del governo. Prevede che i sette membri del Consiglio federale prendano le loro decisioni collettivamente e s’impegnino in seguito a difendere la posizione comune, anche se vi sono personalmente contrari.

Negli ultimi anni, questo principio è stato scosso più volte, soprattutto a causa della crescente polarizzazione della scena politica svizzera.

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