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Svizzera e Cina, mano nella mano verso il futuro

Micheline Calmy-Rey e Li Zhaoxing durante l'incontro al Ministero cinese degli affari esteri swissinfo.ch

La consigliera federale Micheline Calmy-Rey è stata ricevuta a Pechino da vari esponenti del governo cinese. Ad ogni incontro è emersa la solidità del legame tra i due paesi e la volontà di proseguire sulla via bilaterale.

Dalle parole ai fatti: Svizzera e Cina hanno sottoscritto un protocollo d’intesa nel campo della formazione, che favorirà lo scambio a livello universitario.

Micheline Calmy-Rey è stata accolta venerdì da un sorridente Li Zhaoxing, il ministro cinese degli affari esteri, il quale si è rallegrato di questo secondo incontro nello spazio di otto mesi (i due ministri si erano già visti in febbraio a Berna).

Dopo una breve discussione sul significato dei colori della bandiera elvetica – che Li Zhaoxing aveva scambiato per quella della Croce Rossa – le delegazioni dei due paesi si sono riunite per discutere di temi attuali, quali la crisi in Corea del Nord o il neo costituito Consiglio dell’ONU per i diritti umani, con sede a Ginevra.

Il colloquio si è poi focalizzato sugli ambiti in cui Berna e Pechino intendono intensificare il loro legame.

“Spero che troveremo presto nuove intese in settori quali la cooperazione tecnica, il commercio, la proprietà intellettuale, i diritti umani, la protezione dell’ambiente o la migrazione”, ha indicato Calmy-Rey di fronte alla stampa.

“Vogliamo strutturare meglio le nostre peraltro già buone relazioni con la Cina”, ha aggiunto.

Diritti umani

Anche in materia di diritti umani Svizzera e Cina si dicono intenzionate a rafforzare la collaborazione. “Affrontiamo tutti gli argomenti che concernono i diritti fondamentali”, ha sottolineato Calmy-Rey, ricordando che i due paesi conducono un dialogo politico sul tema dal 1991.

Come aveva anche domandato la comunità tibetana in Svizzera, la ministra degli affari esteri ha chiesto chiarimenti in merito a quanto successo recentemente sulla frontiera tra Tibet e Nepal, quando le guardie di confine cinesi hanno aperto il fuoco su una colonna di rifugiati tibetani in fuga uccidendo una giovane monaca.

“Ho chiesto spiegazioni al mio omologo, ma non ho ancora avuto risposte”, ha riferito Calmy-Rey.

In che misura la questione del rispetto effettivo dei diritti umani da parte cinese possa in futuro influire sulle relazioni sino-elvetiche, è tutto da stabilire. “Le valutazioni tratte finora dal dialogo che intratteniamo con le autorità di Pechino ci indicano che si può continuare sulla via bilaterale”, ha detto a swissinfo la responsabile della diplomazia elvetica.

Collaborazione universitaria

Nella ricca agenda della delegazione elvetica c’è stato anche un incontro con il ministro dell’educazione, Zhou Ji, con il quale la consigliera federale ha sottoscritto un protocollo d’intesa (“Memorandum of Understanding”) nel campo della formazione superiore.

“Si tratta di un primo passo in vista della creazione di una piattaforma interuniversitaria”, ha sottolineato Micheline Calmy-Rey.

Il testo prevede in particolare un programma di scambio di borse di studio, una cooperazione in ambito scientifico e della ricerca, un maggiore sviluppo degli studi sulle lingue e la civilizzazione e uno scambio di delegazioni (professori) tra gli atenei dei due paesi.

Sfidando il caotico traffico cittadino, Calmy-Rey si è poi recata nella Grande Sala del Popolo – sede del Parlamento cinese – dove si è intrattenuta con esponenti di spicco del partito comunista.

Il contributo degli Svizzeri dell’estero

All’ambasciata elvetica, la ministra ha infine salutato la comunità di Svizzeri dell’estero residenti in Cina (circa 2’700, di cui 450 a Pechino), ringraziandoli per l’importante contributo fornito al loro paese.

“L’attività dei cittadini elvetici che risiedono in Cina – ha detto di fronte ad un nutrito pubblico – contribuisce al buon andamento delle relazioni tra Berna e Pechino”.

swissinfo, Luigi Jorio, Pechino

Micheline Calmy-Rey è in visita in Cina dal 26 al 30 ottobre.
Si tratta del suo secondo viaggio ufficiale nel paese asiatico dopo la visita nel 2003.
Domenica, la consigliera federale inaugurerà un nuovo consolato generale elvetico nella metropoli di Guangzhou (Canton).

1918: trattato di amicizia.
1950: la Svizzera è tra i primi paesi a riconoscere la Repubblica popolare cinese.
1974: accordo commerciale.
1980: joint venture tra il costruttore di ascensori elvetico Schindler e una ditta locale.
1986: accordo per la protezione reciproca degli investimenti.
1989: accordo di collaborazione scientifica e tecnica.
1990: accordo sulla doppia imposizione.
1992: accordo sulla protezione dei brevetti.
1996: prima visita in Cina di un presidente della Confederazione (Jean-Pascal Delamuraz).
2004: protocollo d’intesa sul turismo.
2006: protocollo d’intesa sulla formazione superiore.

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