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Svizzeri dell’estero in lizza per le elezioni federali

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Il potenziale degli Svizzeri dell'estero alle elezioni di ottobre non è ancora stato considerato da tutti i partiti. Finora i candidati sono oltre 40, di cui 33 sulla sola lista dell'Unione democratica di centro.

I liberali radicali gettano nella corsa sei espatriati, i popolari democratici e i Verdi uno a testa. Nessun candidato della Quinta Svizzera invece per i socialisti.

Uno svizzero su dieci vive all’estero. Una proporzione enorme, che fa dei quasi 650mila espatriati elvetici un fattore politico da non trascurare.

Di questo ne sono consapevoli sempre di più anche i partiti. Con oltre 40 candidati, la lista degli Svizzeri dell’estero che aspirano ad un seggio in parlamento alle elezioni del 21 ottobre non è mai stata così lunga.

L’UDC la più attiva

«Per la mobilitazione degli Svizzeri dell’estero il nostro è il partito più attivo», ha affermato martedì Ueli Maurer, presidente dell’Unione democratica di centro, in occasione della presentazione delle liste elettorali.

I 33 candidati UDC – residenti in 22 Stati sui cinque continenti – figurano sulle liste cantonali di Zurigo, Ginevra e Sciaffusa.

L’obiettivo dichiarato del partito di destra nazionalconservatrice è di portare almeno uno Svizzero dell’estero in Parlamento. «La probabilità più alta sussiste a Zurigo, dove basta raccogliere l’1,5-2% dei voti», ha detto fiducioso Maurer.

Dialogo in primo piano

A Zurigo, tra i candidati con le maggiori possibilità figurano l’imprenditore Peter Simon Kaul, attivo in Germania, e la responsabile della sezione commerciale dell’ambasciata elvetica in Svezia, Inge Schütz.

Dal profilo politico, i due si caratterizzano per la loro predilezione per il dialogo, sia in Svizzera che all’estero. «Per noi Svizzeri dell’estero, che siamo a contatto con altri sistemi politici, è importante poter portare la nostra esperienza in patria», spiega a swissinfo Inge Schütz.

Visto il sistema attuale, le speranze di successo dei due pretendenti sono tuttavia esigue. I candidati dall’estero non dispongono in effetti di alcun contingente fisso in Parlamento, a differenza di altri paesi come l’Italia o la Francia.

L’auspicato effetto vortice

«Sarà difficile imporsi nelle condizioni attuali», conferma Schütz. «In futuro, considerata la forza crescente dell’elettorato della Quinta Svizzera, possiamo ad ogni modo trovare nuove soluzioni in futuro su come rappresentare gli Svizzeri dell’estero in Parlamento».

La collaboratrice dell’ambasciata elvetica spera in un effetto vortice che possa far aumentare il numero di candidature. Un balzo che potrebbe consentire agli Svizzeri dell’estero di sfruttare meglio «l’enorme potenziale» rappresentato dai circa 380mila espatriati che non figurano (ancora) sulle liste elettorali.

«Le intenzioni di voto degli Svizzeri dell’estero non sono così rilevanti – afferma Schütz – Fondamentale è invece che ci si registri e che si voti».

Nel caso di un’entrata in parlamento di rappresentanti della Quinta Svizzera, temi come la pensione e l’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) all’estero, la doppia imposizione, la copertura assicurativa nell’eventualità di una crisi come lo tsunami o la problematica dell’espropriazione faranno verosimilmente la loro apparizione nell’agenda politica nazionale.

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Questo contenuto è stato pubblicato al Tutte le cittadine e i cittadini svizzeri che hanno compiuto 18 anni hanno il diritto di voto attivo e passivo. Dal 1977 anche le svizzere e gli svizzeri dell’estero possono partecipare alle votazioni – dal 1992 lo possono fare per corrispondenza. Nel 2002 i cittadini svizzeri con diritto di voto erano 4,75 milioni. Dei 600’000…

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La sinistra in ritardo

Contrariamente all’UDC, gli altri partiti gettano nella mischia un numero di Svizzeri dell’estero decisamente minore.

I liberali radicali (centro-destra) hanno iscritto sulle loro liste sei nomi: quattro a Zurigo e due nel canton Sciaffusa. Un candidato a testa invece per il Partito popolare democratico (centro) e per i Verdi.

L’eccezione è data dai socialisti, secondo partito a livello nazionale, sulle cui liste non figura nemmeno uno Svizzero dell’estero.

Ciò non significa tuttavia che alla sinistra non stiano a cuore i concittadini che vivono al di fuori delle frontiere. In una mozione hanno infatti chiesto di garantire agli Svizzeri dell’estero dei seggi permanenti in Parlamento.

Il partito ha poi creato un sito internet per comunicare maggiormente con chi vive lontano dalla patria.

Una buona immagine

Stando ad un sondaggio pubblicato martedì dall’Organizzazione degli Svizzeri all’estero, la Quinta Svizzera gode di un’immagine positiva in patria.

La maggioranza delle 1’000 persone intervistate è convinta che gli Svizzeri dell’estero sono utili all’economia e che svolgono un ruolo di ambasciatori per il paese.

Dall’inchiesta realizzata dall’Istituto basilese Konso risulta poi che soltanto il 14% degli svizzeri crede che i compatrioti all’estero paghino le imposte in Svizzera. Il 60% è infine persuaso che gli Svizzeri dell’estero abbiano diritto alle prestazioni sociali (un diritto che in effetti sussiste, ma solo ad alcune condizioni).

swissinfo, Renat Künzi
(traduzione e adattamento: Luigi Jorio)

Alla fine del 2006, 645’010 cittadini svizzeri vivevano all’estero. Sono 10’794 in più rispetto all’anno precedente (+1,7%).

112’000 di loro sono iscritti nei registri elettorali del cantone di origine. La loro forza elettorale corrisponde, per fare un paragone, a quella del cantone di Basilea Città.

La maggior parte degli Svizzeri dell’estero vive nell’Unione europea (390’182 persone). Le comunità più grandi si trovano in Francia (171’732), Germania (72’384) e Italia (47’012).

Al di fuori dell’Europa gli espatriati svizzeri risiedono per lo più negli Stati Uniti (71’984), Canada (36’374), Australia (21’291), Argentina (15’061), Brasile (13’956), Israele (12’011) e Sudafrica (8’821).

Il prossimo 21 ottobre i candidati della Quinta svizzera potranno partecipare alle elezioni federali per la quarta volta.

Le loro chance di successo sono però limitate: devono infatti figurare sulla lista del loro cantone di origine, dove sono poco conosciuti dall’elettorato.

I socialisti chiedono perciò che gli Svizzeri dell’estero siano rappresentati permanentemente in Parlamento e che vengano considerati “de facto” un 27esimo cantone.

La richiesta della sinistra si rifà ad una proposta del politologo bernese Wolf Linder, il quale suggerisce di riservare per gli Svizzeri dell’estero due seggi nel Consiglio degli Stati (camera alta) e fino a dieci in Consiglio nazionale (camera del popolo).

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