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Svizzeri italiani… o Italiani svizzeri?

Nei grotti ticinesi sventola spesso la bandiera svizzera ma nel menù non mancano gli spaghetti Keystone

Racchiuso tra la Svizzera d'oltre Gottardo e l'Italia, il Ticino è un territorio in cui si fondono culture e sistemi diversi. L'unico cantone esclusivamente italofono della Confederazione è forse alla ricerca di una sua identità? Ne parliamo con Antonio Gili, direttore dell'Archivio storico della città di Lugano.

La storia del Canton Ticino la dice tutta sulla sua duplice realtà. Appartenuto al Ducato di Milano, fu ceduto ai confederati all’inizio del XVI secolo. Come dire che il pargolo nato da genitori italiani è stato poi cresciuto da una famiglia svizzera.

swissinfo: Quando uno straniero le chiede se si sente più italiano o più svizzero, qual è la sua risposta?

Antonio Gili: Posta in questi termini la domanda è corretta, perché non pone un aut aut, tertium non datum, come sarebbe se la domanda fosse stata “si sente italiano o svizzero?”.

L’avverbio comparativo “più” fa sì che i due termini, italiano e svizzero, non si escludano ma si integrino, ciò che è giusto siccome l’identità di uno che come me è ticinese, è quella di essere uno svizzero italiano. Culturalmente parlando, il grande statista ticinese dell’800 Stefano Franscini rovesciò i termini, definendo se stesso anche come “italiano svizzero”, espressione che nessun politico o intellettuale ticinese del ‘900 potrà riprendere per le evidenti connotazioni politiche legate all’irredentismo e al nazionalismo dell’Italia fascista.

Dunque, posso dire che per certe cose mi sento più italiano e per altre più svizzero. Per ragioni dovute alla storia e alla natura politica e statuale della Svizzera, lo svizzero non è svizzero e basta – vero che la lingua svizzera nemmeno esiste – ma, a seconda della lingua, egli è svizzero tedesco, svizzero francese, svizzero italiano o svizzero di lingua romancia, precisando che fra la popolazione il tedesco è maggioritario.

La ragione di questa realtà plurilinguistica e multiculturale è che la Svizzera non è una nazione ma un insieme di più nazioni, un paese nato storicamente (1291) da un’alleanza politica fra pochi cantoni (da intendere come piccoli Stati ciascuno dei quali con una propria giurisdizione territoriale) ai quali col passare dei secoli se ne sono aggiunti altri fino a formare l’attuale Stato federale.

Quindi, i ticinesi sono e si sentono svizzeri soprattutto per la loro appartenenza a uno Stato, la Svizzera, in cui possono agire sul piano politico e istituzionale in piena autonomia e indipendenza grazie al sistema di federazione tra Stati (i Cantoni), naturalmente nei limiti posti dalla Costituzione federale a cui tutti i cantoni sono sottoposti.

I ticinesi si sentono al contrario più italiani per la comunanza di lingua e cultura con l’Italia, che ha favorito storicamente anche gli scambi commerciali ed economici, familiarizzando gli abitanti a sud del San Gottardo con la cultura umanistica italiana, soprattutto lombarda, in ambiti come la letteratura, l’arte, la religione, la musica, ecc.

swissinfo: Dal punto di vista culturale, i ticinesi guardano oggi più a nord o più verso sud?

A.G.: Penso che oggi i ticinesi prestino attenzione in egual modo sia a nord che a sud, anche se per comunanza di lingua e di cultura le sollecitazioni provenienti dalla vicina Italia e in special modo dalla Lombardia siano maggiori di quelle d’oltre Gottardo.

swissinfo: Come si possono descrivere le relazioni tra Ticino e Italia sul piano politico ed economico?

A. G.: I rapporti politici ed economici tra la Svizzera e l’Italia sono finora sempre stati rigidamente fissati dall’asse statuale Berna-Roma, con tutti i limiti del caso vista la scarsa conoscenza della realtà svizzera da parte dell’apparato amministrativo romano, e la sua estraneità nei confronti della cultura politica federalista elvetica. Inoltre, il centralismo del governo italiano non favorisce certamente la soluzione dei problemi strutturali (vie di comunicazione, trasporti, ecc.) delle zone lombarde periferiche e limitrofe al Canton Ticino (Valsolda, Varesotto, Comasco, Val Vigezzo).

Mi sembra invece che negli ultimi due decenni, forse anche grazie al cambiamento di mentalità verificatosi nel Nord Italia, sia nato un clima che ha favorito dei rapporti più dinamici tra le leadership politiche ed economiche dei rispettivi paesi. Rapporti non più accaparrati dall’asse Roma-Berna, ma aperti anche a una più libera iniziativa dei Cantoni, fra i quali il Ticino (con Lugano come polo economico trainante). Per la sua conoscenza delle cose italiane e la sua familiarità con la Lombardia e il Piemonte, il Ticino si trova a ricoprire un ruolo importante e di tutto rispetto.

swissinfo: Al ticinese non piace essere definito “italiano” dagli svizzeri, ma quando si trova in Italia ci tiene a non essere assimilato agli altri svizzeri… I ticinesi sono una sorta di popolo senza identità precisa?

A:G: È vero: al ticinese non piace essere assimilato agli italiani. Innanzitutto perché l’Italia rappresenta una cultura politica troppo diversa da quella Svizzera. Basti pensare allo Stato monarchico del Regno d’Italia (nato nel 1861 con l’unificazione della vicina penisola), un sistema politico inconciliabile con la democrazia ante-litteram e sui generis dei cantoni svizzeri, oppure al regime fascista.

Il ticinese è poi separato dagli italiani dalla propensione tipica degli svizzeri per la moderazione nei rapporti fra le forze politiche e per le soluzioni pragmatiche senza indulgere ad atteggiamenti ideologici.

Per il ticinese, la Svizzera corrisponde a un paese in cui si è una minoranza politica, confrontata al paternalismo e alle eventuali discriminazioni della maggioranza svizzero-tedesca. “Svizzera” per il ticinese significa anche un modo di vivere a volte un po’ chiuso e noioso che contrasta con il carattere latino e italiano. Sono questi alcuni motivi per i quali al ticinese non piace essere assimilato agli svizzeri.

Ciononostante, per i motivi già illustrati in precedenza, i ticinesi hanno un’identità precisa. Un’identità però da intendere non in modo unitario ma duplice: sono svizzeri italiani. È però possibile comprendere questa identità solo se guardiamo alla storia dei popoli non nei termini politico-costituzionali degli stati nazionali di matrice ottocentesca con le loro degenerazioni nazionaliste della prima metà del ‘900, ma nei termini propri della cultura politica federalista, entro cui si sono distinti oltre alla Svizzera, gli Stati Uniti, la Germania dei Länder e per certi versi anche la Spagna post-franchista.

swissinfo, intervista di Luigi Jorio

L’esempio più significativo della relazione che lega il Ticino all’Italia è la Regio Insubrica.

La comunità di lavoro o “euro-regione” istituita nel 1995 dal Ticino e dalle province di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola ha lo scopo di promuovere la cooperazione transfrontaliera.

Sul sito ufficiale della Regio Insubrica si legge che si tratta di «una delle regioni più belle, laboriose e ricche d’Europa e sancisce una fusione tra italicità – matrice comune di tutto il suo territorio – ed elveticità, creando un connubio unico di valori, modi di sentire, pensare e operare simili o altrimenti fortemente complementari e con un potenziale altissimo ancora inespresso».

Oggi conta più di 160 membri e l’ente comprende anche diversi comuni, istituzioni e associazioni attive a livello economico e culturale, istituti universitari e singole aree di montagna.

Sul territorio della Regio Insubrica (7’252 km2) vivono circa 1,8 milioni di persone.

Il tedesco parlato in Svizzera ha origini antiche e si differenzia dal tedesco (Hochdeutsch) parlato in Germania.

Il francese e l’italiano, anche se con inflessioni regionali, sono invece le stesse lingue parlate rispettivamente in Francia e in Italia.

L’italiano è parlato solo nel Canton Ticino e in alcune regioni del Canton Grigioni (Poschiavo, Bregaglia, Mesolcina e Calanca); alla sua diffusione nel resto della Svizzera hanno contribuito le comunità di immigrati italiani presenti nei principali centri urbani della Svizzera tedesca e francese.

Il romancio è una lingua che esiste solamente in Svizzera, parlata esclusivamente in alcune zone dei Grigioni.

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