Swisscoy vuole rimanere in Kossovo
Il comandante del contingente rossocrociato non vuole un ritiro dei suoi soldati dalla provincia serba, perchè potrebbe nuocere all'immagine della Svizzera.
La situazione in Kossovo non si è inoltre ancora stabilizzata. Il prolungamento di altri 3 anni del mandato di Swisscoy sarà discusso dal Parlamento nel 2005.
Il Kossovo è al momento tranquillo, ma tutt’altro che stabile: il rischio di escalation della violenza è enorme e le attività affidate ai soldati svizzeri sono potenzialmente più pericolose di prima.
Lo afferma il comandante di Swisscoy Hubert Bittel, secondo cui la presenza del contingente elvetico nella provincia serba è comunque nell’interesse della Confederazione, perché favorisce l’immagine del paese nei confronti degli Stati della NATO.
“Un eventuale ritiro di Swisscoy potrebbe nuocere all’immagine della Svizzera. Non possiamo indietreggiare di fronte alle responsabilità che abbiamo verso i nostri partner internazionali”, indica il primo tenente, in un’intervista pubblicata venerdì dal quotidiano bernese «Der Bund».
Il 10% dei kossovari vive nella Confederazione ed è quindi, secondo Bittel, “nell’interesse svizzero che la provincia sia stabile”.
Una bomba pronta ad esplodere
“In Kossovo possono verificarsi disordini in ogni momento, anche per situazioni che sui giornali svizzeri non compaiono nemmeno con una riga”, dichiara Bittel.
Poco tempo fa ad esempio, vi sono state interruzioni di corrente perché alcuni comuni non pagavano le bollette. Un migliaio di dimostranti sono subito scesi in piazza per protestare.
“Basterebbe poco e la rabbia si riverserebbe sulla comunità serba”, si dice convinto il comandante di Swisscoy.
Il potenziale di escalation è elevatissimo, anche se a prima vista non lo si nota. Quello che invece si vede benissimo, e che pure non contribuisce a migliorare la sicurezza, è la forte disoccupazione, che oscilla fra il 70 e l’85 per cento.
Fine del mandato nel 2005?
“L’impiego di Swisscoy costa 37,5 milioni di franchi all’anno e la Svizzera non vuole rimanere a lungo nella regione”, afferma Bittel, ricordando le misure di risparmio che hanno coinvolto anche il Dipartimento della difesa.
Ad inizio dicembre, il Consiglio federale aveva chiesto al Parlamento di prolungare di tre anni la durata della presenza di Swisscoy in Kossovo, che dura dal 1999. Il mandato dovrebbe scadere alla fine dell’anno prossimo.
La questione sarà trattata durante la prossima sessione primaverile dal Consiglio degli Stati e durante l’estate dal Nazionale.
Benaccetti dalla popolazione
Oggi la compagnia elvetica Swisscoy comprende 214 soldati, 65 dei quali sono militi della fanteria meccanizzata, impiegati tra l’altro nelle perquisizioni di case, nei controlli di strade e nello sciogliere le dimostrazioni.
Un compito che va al di là del sostegno logistico ai contingenti di altri paesi che aveva caratterizzato l’impegno svizzero negli scorsi anni.
Hubert Bittel ammette che i nuovi impegni “sono legati ad un potenziale di pericolo superiore”. A suo avviso però, “la popolazione accetta questo tipo di azioni e la situazione si fa preoccupante solo di rado”.
Stando alle parole di Bittel, l’immagine dei militi rossocrociati nella provincia dell’ex Jugoslavia è buona: i soldati godono di una sorta di statuto speciale perché non appartengono alla NATO e non sono quindi coinvolti in azioni di guerra.
Contingente sufficiente
Interrogato riguardo all’idea del capo dell’esercito Christophe Keckeis di raddoppiare i soldati in servizio all’estero, Bittel ha detto di non vedere la necessità di avere più uomini per compiti di sostegno logistico.
Sarebbe invece pensabile che la Svizzera assuma la responsabilità della sicurezza di una zona e metta a disposizione i necessari reparti di fanteria.
swissinfo e agenzie
Il nuovo esercito XXI prevede l’invio di soldati svizzeri all’estero per il promovimento della pace.
Il capo delle forze armate Christoph Keckeis incoraggia questo tipo di ingaggio ed auspica un aumento del contingente attivo al di fuori delle frontiere nazionali.
I soldati elvetici di Swisscoy sono giunti per la prima volta in Kossovo nel 1999.
L’attuale mandato scade alla fine del 2005.
Un eventuale prolungamento di 3 anni sarà discusso l’anno prossimo dal Parlamento.
Il contingente elvetico comprende attualmente 214 militi, armati a titolo di difesa personale.
37,5 milioni di franchi il costo annuale dell’impiego di Swisscoy.
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