Sì alla riforma dell’assicurazione disoccupazione
L'elettorato elvetico ha approvato la riforma per riassestare i conti dell'assicurazione contro la disoccupazione, che comporta un lieve aumento delle trattenute salariali e una riduzione delle prestazioni. Sul voto c'è stata una spaccatura fra la Svizzera latina e quella tedescofona.
La quarta revisione della Legge sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI), che era combattuta con un referendum lanciato dalla sinistra rosso-verde e dai sindacati, domenica ha superato lo scoglio delle urne con il 53,4% di sì contro il 46,6% di no. La partecipazione allo scrutinio si è collocata al 35,5%.
Nella votazione si è registrato un fossato tra le regioni linguistiche della Confederazione. Infatti, ad eccezione di Basilea Città, tutti i cantoni tedescofoni hanno avallato la proposta del governo e della maggioranza borghese del parlamento per risanare le finanze dell’assicurazione contro la disoccupazione (AD). Al contrario, tutti i cantoni francofoni e il Ticino l’hanno bocciata.
Campioni del sì sono risultati i votanti di Appenzello interno con una proporzione di consensi del 72,5%. Sul fronte opposto si sono situati i giurassiani con il 76% di no.
Che fossero per il sì o per il no, comunque, i risultati sono stati chiari in tutti i cantoni, con la sola eccezione di Basilea Città, dove i voti a favore hanno superato di stretta misura quelli contrari: il 50,44% contro il 49,56%.
Preoccupazioni cantonali e comunali
La frattura fra la Svizzera latina e quella tedesca rispecchia non solo una differenza culturale, ma una diversa situazione economica. I cantoni latini sono più duramente colpiti dalla disoccupazione di quelli tedescofoni.
Oltre a un generale giro di vite nelle condizioni delle prestazioni dell’AD, la riforma abolirà la possibilità data finora ai cantoni con un tasso di disoccupazione elevato di aumentare a 520 il numero massimo di indennità giornaliere. I cantoni con le più alte proporzioni di senza lavoro temono una progressione dei disoccupati di lunga durata che andranno a carico dell’assistenza sociale.
Perciò, l’Unione delle città svizzere, che ha fatto campagna contro la quarta revisione, chiede ora che l’insieme delle assicurazioni sociali sia meglio coordinato. Questa organizzazione teme che la riforma dell’AD provochi costi supplementari per i comuni e i cantoni dell’ordine dei 100 milioni di franchi.
Forte astensionismo
Piuttosto sorprendente è stato il basso afflusso alle urne, per una riforma controversa che inizialmente sembrava destinata a mobilitare gli elettori. Pur non essendo un record dell’astensionismo, con il 35,5%, il tasso di partecipazione è inferiore alla media delle votazioni federali. La maggior parte delle volte esso supera la soglia del 40%.
Per la sinistra rosso-verde e i sindacati che avevano lanciato il referendum, il risultato del voto e la scarsa partecipazione rappresentano una cocente sconfitta.
Chiaramente delusa, l’Unione sindacale svizzera (USS) si preoccupa delle conseguenze della riforma e s’impegna a rafforzare le pressioni “per un finanziamento più equo” di questa assicurazione. Chiede anche al governo di aspettare che la congiuntura si stabilizzi prima di mettere in vigore la riforma.
Dal canto suo, l’organizzazione dei sindacati cristiano sociali travail.suisse chiede che si rinunci ad altri tagli per i prossimi 18 anni, ossia per la durata del risanamento dell’AD. Sollecita inoltre nuovi pacchetti congiunturali in favore delle regioni duramente colpite dalla recessione.
Ovviamente soddisfatti, invece, i partiti di destra e di centro e le organizzazioni padronali, secondo i quali il sì uscito dalle urne domenica indica che il popolo ha voluto evitare un più consistente aumento delle trattenute salariali.
La Federazione delle imprese svizzere economiesuisse auspica che l’avallo odierno della revisione della LADI faccia da battistrada al risanamento di altre assicurazioni sociali. L’associazione reclama dunque l’applicazione del freno all’indebitamento all’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS), all’Assicurazione d’invalidità e all’aiuto sociale per evitare l’accumularsi di debiti miliardari.
Plaudendo al risultato della votazione, l’Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM) non perde però di vista il problema dell’alto tasso di senza lavoro. Esorta quindi l’esecutivo federale a cercare soluzioni affinché i disoccupati possano ritrovare rapidamente un impiego.
Doris Leuthard aperta al dialogo
Sul fronte dei vincitori si trova anche il governo. Pur essendo contenta dell’esito positivo dello scrutinio, la presidente della Confederazione e ministra dell’economia Doris Leuthard ha sottolineato che il cosiddetto “Röstigraben” fra la Svizzera tedesca e quella latina dev’essere preso sul serio.
La Leuthard ha quindi assicurato che la Confederazione non abbandonerà al proprio destino i cantoni in difficoltà. In proposito ha ricordato i mezzi disponibili nell’ambito della nuova perequazione finanziaria e della nuova politica regionale.
La ministra dell’economia si è anche detta aperta a discussioni con i cantoni colpiti da una forte disoccupazione. “Occorre tener conto delle divergenze, ma bisogna anche avere un diritto uniforme che si applichi a tutto il paese”, ha argomentato. D’altra parte, secondo la presidente della Confederazione, la revisione della LADI garantisce ancora delle buone prestazioni di base.
Quanto all’entrata in vigore della riforma, Doris Leuthard ha detto che il governo fisserà la data in una delle prossime sedute. L’aumento delle trattenute salariali dal 2 al 2,2% entrerà in vigore il 1° gennaio prossimo. Non è invece ancora stata stabilita la data esatta – ma sarà sicuramente nel 2011 – dell’applicazione delle nuove disposizioni per le prestazioni.
Contributi
Le trattenute salariali per l’Assicurazione contro la disoccupazione, pagate per metà dal lavoratore e dal datore di lavoro, vengono portate dal 2 al 2,2% sugli stipendi fino a 126’000 franchi annui.
Un contributo di solidarietà dell’1% verrà inoltre prelevato sulla parte di salario tra 126’000 e 315’000 franchi, fino a quando sarà cancellato il debito dell’Assicurazione contro la disoccupazione.
Prestazioni
Assicurati tra i 25 e i 55 anni: per percepire le prestazioni massime (400 indennità giornaliere), saranno necessari almeno 1,5 anni di contributi. Attualmente basta 1 anno di contributi.
Chi ha versato contributi solo per 1 anno riceverà indennità per una durata massima di 260 giorni.
Assicurati sopra i 55 anni: le prestazioni massime (520 indennità giornaliere) verranno versate solo a coloro che hanno pagato contributi per almeno 2 anni. Attualmente bastano 1,5 anni di contributi.
Assicurati sotto i 25 anni: contributi di almeno 1 anno daranno diritto a 200 indennità giornaliere, contro le 260 attuali. I giovani che non hanno versato contributi riceveranno solo 90 indennità giornaliere.
Parlamento e governo raccomandavano all’elettorato di votare sì alla quarta revisone della LADI.
Lo scorso marzo la Camera dei Cantoni l’ha approvata con 32 voti contro 12, la Camera del popolo l’ha adottata con 91 voti contro 64 e 37 astensioni.
A favore hanno votato la stragrande maggioranza dei liberali radicali e dei popolari democratici ed evangelici, tutti i borghesi democratici e la maggioranza dei democentristi.
Tutti i socialisti e i verdi si sono schierati contro.
La maggior parte delle astensioni (30) sono venute dai ranghi dell’Unione democratica di centro (destra conservatrice), che chiedevano maggiori restrizioni nelle prestazioni.
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