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Ultime mosse prima dell’elezione al governo

Il voto dei parlamentari è segreto. Lo spoglio delle schede crea un momento di trepidazione Keystone

L'ora della verità per i pretendenti ai due seggi vacanti nel governo svizzero scocca mercoledì. Le Camere si riuniranno alle 08:00 per designare i successori di Hans-Rudolf Merz e Moritz Leuenberger. In lizza ci sono sei candidati, ma solo quattro hanno concrete possibilità.

I parlamentari eleggeranno dapprima la persona che sostituirà il socialista Moritz Leuenberger. Con questo cambiamento è un po’ come girare una pagina di storia svizzera, poiché lo zurighese si ritira dopo aver diretto per oltre 15 anni il mastodontico Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni.

Molto più corto il periodo trascorso in governo dall’altro ministro dimissionario. Il liberale radicale (centro destra) Hans-Rudolf Merz era alla testa del Dipartimento federale delle finanze dal 2004.

L’appenzellese si è dimesso dopo un periodo molto travagliato. Merz aveva subito un intervento al cuore nel settembre 2008 ed è stato a lungo al centro delle critiche, in particolare per la sua gestione, in veste di presidente della Confederazione nel 2009, della vicenda degli ostaggi svizzeri in Libia.

I socialisti giocano la carta femminile

Per la sostituzione di Leuenberger, il Partito socialista (PS) candida due donne. Da anni impegnati per una maggiore rappresentanza femminile in politica, i socialisti sono così già praticamente sicuri di segnare la storia del paese: se sarà eletta una delle loro due candidate – cosa che appare ora scontata – l’esecutivo elvetico sarà composto per la prima volta di una maggioranza di donne.

Il seggio socialista ambito dalla senatrice bernese Simonetta Sommaruga e dalla deputata nazionale zurighese Jacqueline Fehr. La Sommaruga fa parte dell’ala destra del PS. In particolare era stata fra i promotori, nel 2001, del “manifesto del Gurten”, un documento che sollecita più concorrenza e meno Stato. La bernese si profila come la rappresentante della classe media e dei consumatori. È pure nota per la sua sensibilità ecologica.

Jacqueline Fehr è considerata una pragmatica con profonde conoscenze dei dossier. Vicepresidente del Partito socialista svizzero, ha peraltro tessuto una fitta rete di contatti sotto il cupolone del Palazzo federale. I suoi temi prediletti sono politica familiare, trasporti, formazione e sanità. La zurighese è nota anche per le sue capacità conciliatorie. Per esempio nel caso dell’assicurazione maternità aveva contribuito a una soluzione cui avevano aderito anche i partiti di centro destra.

“Lady di ferro” contro plurimilionario

Per sostituire Hans-Rudolf Merz, il Partito liberale radicale (PLR) presenta una doppia candidatura che offre la scelta fra una donna e un uomo: Karin Keller-Sutter e Johann Schneider-Ammann. Ma le differenze fra i due aspiranti al mandato in governo non sono solo sessuali.

Membro dell’esecutivo sangallese, Karin Keller-Sutter dirige il Dipartimento cantonale della sicurezza e della giustizia. Si è profilata nei dossier sulla politica degli stranieri e sulla violenza domestica, facendosi conoscere a livello nazionale come una “lady di ferro”.

Alcune delle sue innovazioni hanno attirato l’attenzione di tutta la Confederazione. Per esempio San Gallo è stato il primo cantone ad espellere i consorti violenti dal domicilio coniugale. Una misura che nel frattempo si è generalizzata in Svizzera e che è valsa a Karin Keller-Sutter anche simpatie da sinistra.

Membro della Camera del popolo dal 1999, il bernese Johann Schneider-Ammann è alla testa di un impero industriale ed appartiene a una delle famiglie più ricche della Svizzera. Puro liberale, gode dei favori degli ambienti economici.

Ciò nonostante, la sinistra riconosce a Johann Schneider-Ammann una grande correttezza nei suoi rapporti con i dipendenti. I sindacati lo considerano un imprenditore con un grande senso delle responsabilità. Leader in economia, non è però ritenuto un grande tenore della politica elvetica. In parlamento federale figura piuttosto ai primi posti in materia di assenteismo.

Gli outsider

Altri due partiti si sono lanciati nella corsa per conquistare un seggio: l’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e i Verdi.

L’UDC candida il deputato Jean-François Rime. L’imprenditore friburghese è un conoscitore delle tematiche economiche. I Verdi presentano Brigit Wyss. La solettese siede in parlamento solo dal 2007 e non è dunque ancora molto conosciuta a livello federale.

Questi due outsider non hanno praticamente alcuna probabilità di successo. Le loro due candidature servono piuttosto a fare pubblicità in vista delle elezioni federali dell’autunno 2010. Grazie al sostegno del suo gruppo – il più numeroso del parlamento – e a voti sparsi, Jean-François Rime dovrebbe comunque ottenere un risultato dignitoso.

“Notte dei lunghi coltelli”

Tradizionalmente i partiti affinano ulteriormente le proprie strategie la sera della vigilia dell’elezione. Gli incontri più o meno segreti fra i diversi strateghi della politica federale generalmente avvengono nei salotti di prestigiosi ristoranti e alberghi di Berna.

I giornalisti sono sempre sul chi vive durante la cosiddetta “notte dei lunghi coltelli”, quando potrebbero essere escogitati clamorosi colpi di scena dell’ultimo minuto. L’ultimo risale al dicembre 2007 quando fu ordita l’esclusione dal governo dell’UDC Christoph Blocher.

Senza ombra di dubbio anche questa volta ci saranno intensi scambi fra i parlamentari dei diversi partiti. Ma nessuno si attende grandi complotti. Con ogni probabilità la scelta sarà operata fra i candidati ufficiali dei partiti dei due ministri dimissionari.

L’unico enigma che rimane a questo punto è chi la spunterà all’interno delle due coppie di contendenti. La soluzione si avrà mercoledì mattina.

Le due Camere del parlamento si riuniscono in Assemblea federale nella sala del Consiglio nazionale alle 08:00.

Dapprima è reso omaggio ai ministri dimissionari.

Poi prendono la parola i rappresentanti dei diversi gruppi parlamentari per annunciare le rispettive direttive di voto. Ogni parlamentare vota comunque liberamente. Il suffragio è segreto.

Dapprima è eletta la persona che succede al dimissionario in carica da più lungo tempo. Dunque, mercoledì, prima sarà eletta la persona che succederà a Moritz Leuenberger, poi chi succederà a Hans-Rudolf Merz.

Per essere eletti si deve ottenere la maggioranza assoluta. Occorrono perciò diversi turni. Ad ogni turno è eliminato il candidato che ha ottenuto il minor numero di voti, finché rimangono solo due contendenti.

Al termine delle operazioni di voto, gli eletti prestano giuramento davanti all’Assemblea federale.

L’esecutivo elvetico dal 1848 è denominato Consiglio federale.

Composto di sette membri, è eletto ogni quattro anni dalle Camere del parlamento riunite in Assemblea federale.

I sette membri del governo prendono le decisioni in modo collegiale.

In Svizzera non c’è un capo di governo o di Stato. La carica di presidente della Confederazione è ricoperta a turno dai membri del governo. Il mandato presidenziale dura un anno. Non comporta competenze e poteri particolari.

(Traduzione dal francese: Sonia Fenazzi)

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