Un successo è ancora possibile
Il vertice mondiale sulla società dell’informazione potrebbe ancora tramutarsi in un successo, grazie a un compromesso dell'ultima ora sul delicato capitolo dei finanziamenti.
Dopo undici ore di negoziati, la via è spianata per un progetto di risoluzione e un piano d’azione da sottomettere ai dirigenti mondiali presenti a Ginevra mercoledì.
Le divisioni sulla questione delicata del finanziamento delle infrastrutture per l’informazione e le comunicazioni nei paesi in via di sviluppo erano nate dalla richiesta dei paesi africani per uno speciale fondo di solidarietà che sostenga lo sviluppo delle tecnologie dell’informazione nei paesi poveri.
Numerosi paesi industrializzati si opponevano però alla creazione di un nuovo fondo, preferendo che fondi già esistenti fossero ridispiegati in favore dello sviluppo delle tecnologie della comunicazione.
Altre delegazioni, compresa quella svizzera, avrebbero voluto che, prima di qualsiasi decisione, entrambe le varianti venissero esaminate nel dettaglio.
Per finire, una proposta di compromesso è stata possibile, ha indicato Marc Furrer, l’incaricato del governo svizzero per il vertice e capo negoziatore a Ginevra. Ci si è accordati su uno studio di fattibilità guidato dalle Nazioni unite per stabilire se un tale fondo debba essere veramente istituito. La scadenza per il rapporto è stata fissata per la fine del 2004.
Il ruolo svizzero
All’origine, il vertice di Ginevra era stato convocato per contribuire a ridurre il fossato digitale tra il mondo industrializzato ed i paesi poveri. La ricerca di un accordo si era tuttavia presto arenata su questioni quali la libertà di stampa ed il controllo di internet.
Dopo che in novembre, a causa delle sostanziali differenze d’opinioni tra i partecipanti, un quarto round d’incontri preparatori era fallito, la Svizzera, quale paese ospite dell’evento, era stata incaricata di dirigere le discussioni ufficiali o meno tra le delegazioni dei vari Stati. Alla ricerca di alcuni, importanti compromessi.
“Abbiamo assunto la responsabilità della mediazione in tutti gli ambiti. Ho potuto constatare come la Svizzera, grazie alla sua neutralità ed imparzialità, sia ben accettata in questo ruolo”, rivela Marc Furrer a swissinfo.
Pure Daniel Stauffacher, delegato al vertice per conto del Consiglio federale, si è detto sorpreso dalla volontà di tutti i paesi di negoziare, in modo di fare dell’appuntamento un successo reale.
“Abbiamo ricevuto un grande sostegno e, alla fine, ogni parte in causa ha fatto grandi concessioni, senza tuttavia compromettere i propri interessi”.
Solidarietà digitale
Nella tarda serata di sabato, i negoziatori di 192 paesi erano già riusciti ad accordarsi sulla maggior parte dei documenti che, da mercoledì, saranno presentati ai circa 60 capi di Stato e di governo che parteciperanno al summit.
Le dispute riguardanti i diritti umani, la libertà dei media, i diritti di proprietà intellettuale e la gestione e la sicurezza di internet sono state tutte risolte.
I lavori al via
Martedì sera, avvio ufficiale del vertice a Ginevra, con la cerimonia ufficiale e la partecipazione di migliaia di rappresentanti dei paesi partecipanti.
Presente anche il presidente della Confederazione Pascal Couchepin, per un invito ai delegati affinché colgano questa opportunità unica di focalizzare l’attenzione del mondo sull’importanza della società dell’informazione”.
Couchepin è convinto che l’informazione dovrebbe essere un bene pubblico e che l’accesso a questo bene si trova al centro dello sviluppo.
Il vertice si concluderà venerdì.
swissinfo
All’evento sono rappresentate pure la società civile, il settore privato e le organizzazioni internazionali.
Lo scopo del summit è quello di garantire all’intera umanità un sufficiente accesso alle tecnologie dell’informazione.
Profonde divisioni su questioni quali il finanziamento, i diritti umani od il controllo di internet hanno costretto gli organizzatori ad estenuanti negoziati dell’ultimo minuto.
Il vertice si svolge a Ginevra tra il 10 ed il 12 dicembre;
Attesi circa 10’000 partecipanti, tra cui una sessantina di capi di Stato e di governo.
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