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«Va bene anche senza Blocher»

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L'esclusione di Christoph Blocher dal governo, l'elezione della collega di partito Eveline Widmer-Schlumpf e il passaggio dell'UDC all'opposizione sono per la stampa svizzera fonte di un certo sollievo.

Il gioco politico svizzero si è chiarificato, concordano diversi commentatori, secondo cui il nuovo governo potrà contare su una migliore collaborazione. Non mancano tuttavia le incognite.

Protagonista dell’elezione federale è senza dubbio la neoeletta dell’Unione democratica di centro (UDC) Eveline Widmer-Schlumpf, «la donna più coraggiosa della Svizzera» secondo il Blick.

L’entrata in governo della consigliera di Stato grigionese è «un buon motivo per essere fieri», titola l’editorialista della Südostschweiz. Per il quotidiano dei Grigioni, non si tratta soltanto di un grande onore, ma di «un momento storico».

Il romando L’Express saluta dal canto suo «la terza donna in Consiglio federale», che permette alla Svizzera di «non più arrossire nel paragone internazionale».

Bene, ma senza garanzie

Al primo colpo d’occhio, scrive la Neue Zürcher Zeitung (NZZ), il governo si presenta nel suo insieme più cooperativo. «Non c’è però ancora alcuna garanzia», avverte il foglio zurighese.

Su alcuni temi specifici, preavvisa il bernese Bund, la nuova consigliera federale «non potrà contare sulla coalizione (rosso-verde) che l’ha eletta». «Eveline Widmer-Schlumpf dovrà andare nella direzione del suo partito, se vuole conservare la sua credibilità», scrive il giornale della capitale.

La Basler Zeitung sostiene che soltanto con l’esclusione di Blocher non si è raggiunto molto. I vincitori di mercoledì devono ora assumersi le loro responsabilità in modo da lasciare l’opposizione «annaspare nel vuoto».

Più ottimista La Regione, per la quale «molti si lasceranno convincere dalla politica pragmatica della neoeletta e dal suo stile sobrio che va al sodo delle cose».

«Va bene anche senza Blocher» titola lo zurighese Tages Anzeiger, rammentando che il ministro era «al contempo membro del governo e capo del partito e dell’opposizione». «La sua sorprendente non rielezione non modifica fondamentalmente il paesaggio politico», aggiunge.

La lunga ombra di Blocher

«Bisogna aver paura»? si chiede Le Matin, convinto che il passaggio dell’UDC all’opposizione sarà seguito da «rappresaglie». «Ci sarà un profumo di giungla, delle cavalcate selvagge e qualche risata di iene», rileva il quotidiano romando.

Parlando di un Blocher «umiliato», la Tribune de Genève osserva che l’industriale zurighese «sparerà a vista», siccome «ha promesso di portare alla luce la sporcizia che si maschera in nome del segreto di funzione».

Il St. Galler Tagblatt è convinto che l’azione di opposizione dell’UDC porterà ad un blocco a livello politico che nuocerà al paese. Una preoccupazione condivisa anche dal Tages Anzeiger e da La Regione, la quale scrive che «la lunga ombra del gigante sconfitto» si staglierà su tutta la politica federale.

Il Corriere del Ticino si spinge oltre, sostenendo che «Blocher dispiegherà ogni mezzo per buttare tutto all’aria».

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Crisi dell’opposizione

Mentre molti commentatori si attendono una reazione vendicativa da parte di Blocher, giornali come Le Courrier o il Quotidien Jurassien si domandano invece se l’UDC non attraverserà dapprima una crisi. Il primo parla di scossa all’interno e di «psicodramma», il secondo di possibile «sdoppiamento» e di «scissione».

Il ruolo dell’opposizione, affermano NZZ e Tages Anzeiger, potrebbe sgretolarsi a medio termine.

Nemmeno la Südostschweiz è persuasa che il lavoro dell’opposizione sarà coronato da successi. Al contrario, il quotidiano ritiene che la maggioranza parlamentare sarà in grado di contrastare l’opposizione democentrista e il governo «sarà unito come non era successo da anni».

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Jackpot dei radicali

Ciò che succederà in futuro dipenderà dal riposizionamento degli altri partiti. Per il romando Le Matin, il fatto che la maggioranza rimane ancorata a destra «toglie delle munizioni all’opposizione».

Secondo Le Courrier, l’asse anti-Blocher ha forse provocato l’emergenza di una nuova forma di concordanza tripolare: il centro-destra, la sinistra e il polo dell’UDC. In questo contesto, «i radicali devono scegliere la loro strategia: centrista o partner dell’UDC?», s’interroga il foglio ginevrino.

Sconfitti il 21 ottobre, «i radicali hanno vinto il jackpot questa settimana», stima Le Temps, sottolineando la brillante rielezione dei suoi due consiglieri federali (Pascal Couchepin e Hans-Rudolf Merz), i quali sono pure presidente e vicepresidente della Confederazione.

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Con l’esclusione di Christoph Blocher dal governo e il passaggio all’opposizione dell’UDC, sottolinea la stampa europea, la Svizzera non è più un’«eccezione» (“Sonderfall”). Per il futuro si prospetta un’era di incertezza.

La Svizzera non è più quella di un tempo, commenta la Frankfurter Rundschau. «Il paese ha ora un’aggressiva opposizione parlamentare», scrive. Per l’International Herald Tribune si tratta della «fine di decenni di consensi».

Con un permanente ricorso alla democrazia diretta, prevede Die Welt, i democentristi «determineranno l’agenda politica del paese, e ritarderanno o bloccheranno le decisioni». Una «politica suicida» che il piccolo Stato non può permettersi, indica il giornale tedesco.

Per il francese Le Figaro, la scelta del parlamento è uno «schiaffo» per «l’agitatore» Blocher, mentre il belga Le Soir annuncia la «guerra contro Berna» del politico zurighese.

Il discorso di commiato di Blocher, dai toni piuttosto vendicativi, è pure al centro dell’edizione europea del Financial Times, che titola «Il ministro svizzero scalzato minaccia una vendetta politica».

Il Sole 24 ore evidenzia dal canto suo «le tensioni acuitesi in seno all’UDC, con un concreto rischio di scissione».

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