Via libera agli accordi bilaterali bis
L’Unione europea ha tolto gli ultimi ostacoli alla conclusione del secondo pacchetto di trattati settoriali con la Svizzera.
Il compromesso globale, che preserva il segreto bancario, dovrebbe venir adottato ufficialmente mercoledì prossimo, in un incontro al vertice tra UE e Svizzera.
Gli Stati dell’Unione europea hanno finalmente trovato una posizione comune nei confronti della Svizzera.
Durante una riunione tenuta giovedì a Bruxelles, gli ambasciatori dei 25 paesi membri hanno spazzato via le ultime riserve relative all’evasione fiscale e al segreto bancario.
Le due questioni principali che, da mesi, ostacolavano la conclusione dei negoziati bilaterali bis, destinati a introdurre un nuovo pacchetto di accordi settoriali tra la Svizzera e l’UE.
La Conferenza degli ambasciatori UE (Coreper) è riuscita a trovare un compromesso che ingloba tutti i punti e i dossier in sospeso: la partecipazione della Svizzera agli accordi di Schengen e Dublino, come pure l’armonizzazione della fiscalità del risparmio e la lotta contro le frodi doganali.
Richieste elvetiche accettate
L’intesa accoglie in pratica le principali richieste elvetiche e accorda alla Svizzera uno statuto eccezionale per quanto riguarda l’assistenza giudiziaria in caso di evasione fiscale.
E, soprattutto, il compromesso scaturito a Bruxelles, consente a Berna di preservare il segreto bancario. Un punto questo sul quale la Confederazione non era disposta in nessun caso a mollare.
Alle rivendicazioni elvetiche hanno aderito per finire anche i rappresentanti di Francia, Danimarca e Olanda, i paesi che si sono dimostrati più riluttanti negli ultimi tempi.
È stata pure accettata la dichiarazione del Lussemburgo su Schengen, che dovrebbe venir approvata, a sua volta, nel corso del prossimo Consiglio dei ministri delle finanze, in agenda il 2 giugno.
Il Gran Ducato non ammetteva che la Svizzera fosse privilegiata nell’ambito del trattato sulla sicurezza interna e ha potuto quindi ottenere le stesse deroghe accordate a Berna.
Governo svizzero soddisfatto
Il “pacchetto svizzero” è passato per il rotto della cuffia, ha indicato un diplomatico dell’UE, sottolineando la fragilità dell’equilibrio raggiunto a Bruxelles.
Un altro diplomatico ha commentato duramente l’accordo: “Non amiamo le deroghe accordate alla Svizzera e non amiamo le concessioni ottenute dal Lussemburgo, ma siamo costretti a scendere a compromessi”.
A suo modo di vedere è stata determinante l’imminente scadenza – al più tardi entro giugno – dell’ultimo termine possibile per la conclusione delle trattative sulla fiscalità del risparmio: “C’era la voglia di mettere un punto finale”.
Commenti che non cancellano in alcun modo la soddisfazione del governo, svizzero.
“Mercoledì potremo andare a Bruxelles forti dei risultati ottenuti presso gli ambasciatori dei 25: per noi è un elemento di grande soddisfazione”, ha dichiarato il presidente della Confederazione, Joseph Deiss.
“Avevamo delle richieste importanti, non differibili, e siamo riusciti a vederle soddisfatte”, ha aggiunto il ministro dell’economia, ricordando che il compromesso raggiunto dagli ambasciatori UE deve ancora venir valutato attentamente dal Consiglio federale.
Punto finale mercoledì
La conclusione politica dei negoziati dovrebbe dunque venir formalizzata nell’ambito dell’incontro al vertice tra Svizzera e UE, in programma mercoledì della settimana prossima.
Al tavolo dei negoziati di Bruxelles si riuniranno i rappresenti del governo svizzero, della presidenza irlandese dell’UE e della Commissione europea.
In quest’occasione dovrebbero venir regolate anche le questioni relative alla libera circolazione delle persone, al contributo di coesione e alla riesportazione dei beni provenienti dall’UE.
A questo proposito il Consiglio federale terrà una seduta straordinaria lunedì prossimo, nel corso della quale discuterà della fine dei negoziati e preparerà il vertice di mercoledì, ha indicato l’Ufficio dell’integrazione.
Prima dell’incontro tra autorità elvetiche e europee, il cosiddetto «pacchetto svizzero» verrà sottoposto lunedì all’approvazione dei ministri degli affari esteri dell’UE.
Secondo un diplomatico, vi sono ancora «riserve residue», di ordine puramente tecnico, che non dovrebbero costituire una minaccia per l’assenso dei ministri.
Reazioni contrastanti in Svizzera
Come era prevedibile, il compromesso raggiunto a Bruxelles non ha sollevato reazioni unanimi in Svizzera.
“Ci congratuliamo con il Consiglio federale che ha difeso nel migliore dei modi gli interessi della Svizzera”, ha dichiarato Doris Leuthard, presidentessa ad interim del Partito popolare democratico.
Anche per Guido Schommer, segretario generale del Partito liberale radicale, il “risultato raggiunto a Bruxelles rappresenta una buona notizia per la Svizzera”.
Secondo Hans-Jürg Fehr, il nuovo presidente dei Partito socialista, il compromesso raggiunto con i Venticinque va sostenuto, anche se un’adesione all’UE sarebbe preferibile.
Reticente, invece, come sempre finora, l’Unione democratica di centro. Il suo portavoce, Simon Glauser ha ricordato che i trattati bilaterali dovranno ancora superare la prova delle urne.
swissinfo e agenzie
1992 il popolo svizzero rifiuta la proposta di adesione allo Spazio economico europeo
1994 Svizzera e Unione europea iniziano le trattative per la conclusione di 7 accordi settoriali
1999 firma del primo pacchetto di accordi bilaterali CH-UE
2000 il testo dei trattati è approvato dal popolo svizzero
2002 i 7 accordi bilaterali entrano in vigore
2002 CH e UE avviano un nuovo round di negoziati (bilaterali II o bilaterali bis)
Le trattative bilaterali bis concernono innanzitutto alcune questioni rimaste in sospeso dopo la conclusione del primo pacchetto di accordi nel 1999.
Si tratta dei dossier che riguardano le pensioni, i prodotti agricoli trasformati, l’ambiente, la statistica, i media, l’educazione, la formazione professionale e i programmi a favore dei giovani.
Vi figurano inoltre due temi proposti dall’Unione europea: la lotta contro la frode e la tassazione sui redditi da risparmio.
L’ultimo dossier, richiesto dalla Svizzera, riguarda la collaborazione in materia di polizia, giustizia, asilo e migrazione nel quadro dei trattati di Schengen e di Dublino.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.
Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.