Olimpiadi 2026, nessuna medaglia per la democrazia Grigione
Una tavola rotonda con la presenza del governo cantonale in corpore, ma nemmeno l'ombra di un oppositore; soldi dei contribuenti iniettati nella campagna per la votazione; un dossier di candidatura che viene tenuto segreto fino a poco prima del voto: la campagna dei promotori della candidatura dei Grigioni per le Olimpiadi Invernali del 2026, che il 12 febbraio è sottoposta al verdetto popolare, non è affatto un esempio di buona democrazia.
Questo articolo fa parte di #DearDemocracy, la piattaforma di swissinfo.ch sulla democrazia diretta.
L’elettorato dei Grigioni è chiamato ad esprimersi sul credito di 25 milioni di franchi, destinato al processo di candidatura olimpica del cantone. La votazioneCollegamento esterno, significativa per vari motivi, si tiene appena quattro anni dopo che il popolo grigionese ha seccamente rifiutato la proposta di candidare il cantone ad ospitare i Giochi invernali del 2022.
Adesso il governo e l’organizzazione ombrello delle associazioni economiche del cantone tornano alla carica per cercare di portare il terzo evento sportivo del mondo per ordine di grandezza tra le montagne dei Grigioni. Gli obiettivi sono gli stessi del 2013: il rilancio del turismo e dell’economia locali, nonché l’ammodernamento delle infrastrutture.
Ma qualcosa è diverso questa volta: la campagna dei sostenitoriCollegamento esterno, dal profilo della prassi democratica, è un po’ “singolare”. Per esempio è stata organizzata una tavola rotonda, alla quale ha preso parte il governo cantonale al gran completo. Oltre ai cinque membri dell’esecutivo, hanno partecipato due atleti, convinti fautori delle Olimpiadi nei Grigioni. E quanti oppositoriCollegamento esterno sono stati invitati? Nemmeno uno… Insomma, nulla a che vedere con un dibattito tra pro e contro, in modo che i cittadini possano farsi la propria opinione.
Inoltre l’organizzazione ombrello delle associazioni economiche grigionesi ha esortato i comuni delle numerose vallate del cantone a contribuire finanziariamente alla campagna per il sì. Alcuni comuni hanno risposto positivamente all’appello. In altre parole, la campagna è stata finanziata con soldi dei contribuenti, ciò che non dovrebbe accadere in una democrazia ben funzionante. Il governo cantonale, schierato nel campo dei sostenitori, ha respinto il ricorso degli oppositori contro il finanziamento pubblico della campagna.
Dettagli sotto chiave
Un altro aspetto è contrario alla buona prassi democratica: i sostenitori hanno sciolto il segreto sul contenuto del dossier di candidatura solo circa un mese prima del voto. Così hanno impedito un dibattito pubblico lungo e informato su vantaggi e svantaggi del piano. In altri termini, hanno evitato un dibattito come quello di quattro anni fa, che aveva portato a un chiaro no popolare.
Infine i promotori grigionesi intendevano guadagnare punti con l’argomento che avevano la cooperazione di Zurigo, vale a dire che alcune gare potrebbero svolgersi nella città sulla Limmat. Tuttavia, a quanto pare, gli zurighesi ufficialmente non erano a conoscenza di questo piano. E hanno messo in chiaro pubblicamente che la più grande città della Svizzera non diventerà località ospitante dei Giochi invernali del 2026.
Un po’ tante macchie sulla pagella di una candidatura per le Olimpiadi, che in Svizzera deve superare l’esame delle urne. E simili premesse non sono certo ideali per fare i conti con la democrazia diretta.
Grandi riserve di specialisti della democrazia
La campagna dei sostenitori è tra l’altro finita nel mirino delle critiche di Andreas GlaserCollegamento esterno, professore di diritto pubblico all’università di Zurigo e direttore del Centro per la democrazia di Aarau (ZDACollegamento esterno). Ai microfoni della radio pubblica svizzera tedesca SRF, l’esperto ha sottolineato che il governo svolge un ruolo speciale nelle votazioni cantonali: da una parte deve prendere posizione, d’altra parte deve però anche vigilare affinché gli argomenti pro e contro siano presentati in modo equilibrato.
Andreas Glaser giudica “delicato” il fatto che a una tavola rotonda non sia data la parola agli oppositori, mentre c’è il governo in corpore. Secondo l’esperto di diritto, delle denunce contro il comportamento del governo grigionese potrebbero avere successo. Lo stesso vale per eventuali reclami contro il finanziamento della campagna per la votazione con soldi dei contribuenti. Ciò soprattutto nel caso in dalle urne uscisse un risultato di stretta misura.
Potete contattare l’autore su Twitter: @RenatKuenziCollegamento esterno
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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