Zimmerwald: Couchepin sulle orme di Lenin e Trotzkij
Dopo dieci anni all'Isola di San Pietro, il presidente della Confederazione ha scelto una nuova meta per il tradizionale incontro con i giornalisti: Zimmerwald, dove ha parlato della gioventù.
Il consigliere federale vallesano ha optato per un luogo storico: la località di Zimmerwald, nel cantone di Berna, è stata infatti teatro nel 1915 di una conferenza internazionale dei movimenti di sinistra, organizzata dallo svizzero Robert Grimm per tentare di riunire le due correnti principali – comunisti e socialdemocratici – e formare una nuova Internazionale socialista.
All’incontro – che si concluse con un fallimento – parteciparono anche Lenin e Trotzkij: «Questa località ha un grande significato, poiché ricorda che certe utopie si sono rivelate assai pericolose per la società», ha affermato Pascal Couchepin.
Il ministro ha approfittato del confronto storico per introdurre il tema dell’incontro, ossia la gioventù: «Le ideologie di sinistra e di destra hanno sempre cercato di indottrinare e strumentalizzare i giovani. Sovente riescono a far presa su di loro perché propongono soluzioni semplicistiche a problemi complessi».
Una gioventù sana
Il presidente della Confederazione ha poi voluto sottolineare che, contrariamente a un’opinione largamente diffusa, la grande maggioranza dei giovani elvetici non ha affatto un comportamento problematico.
Per sviluppare questo aspetto, Couchepin ha invitato all’incontro la professoressa Marlis Buchmann, che sta realizzando uno studio sui giovani dai 6 ai 21 anni in Svizzera. Secondo l’esperta, «alla luce dei primi risultati è lecito concludere che la maggioranza degli adolescenti della Confederazione si riconosce in valori più tradizionali di quanto le generazioni più anziane comunemente si immaginano» e possiede competenze sociali e produttive assai sviluppate.
Couchepin ha poi affermato che una «politica liberale dell’infanzia e della gioventù riconosce i propri limiti e sa porsi dei freni»: i giovani crescono infatti in un contesto – famiglia, scuola, coetanei – che esercita un influsso importante e in cui lo stato deve intervenire «con il massimo ritegno».
Lo stato, ha quindi aggiunto il ministro dell’interno, «può e deve offrire il suo sostegno alle persone con compiti educativi – genitori, insegnanti, rettori delle scuole e altri attori – che lo richiedono per risolvere problemi concreti».
Incoraggiare l’indipendenza
Couchepin ha in seguito illustrato gli obiettivi generali della politica nazionale dell’infanzia: «Proteggere i bambini e i giovani dagli influssi nocivi per lo sviluppo personale, accompagnarli nelle diverse fasi del loro cammino verso l’età adulta, incoraggiarne la forza innovativa, l’indipendenza e la partecipazione».
In quest’ottica, ha affermato il presidente della Confederazione, il governo ha adottato il rapporto «Strategia per una politica svizzera dell’infanzia e della gioventù».
L’esecutivo intende in particolare rivedere la legge federale per la promozione delle attività giovanili extrascolastiche, estendendola alle manifestazioni aperte a tutti. Questo permetterà segnatamente di sviluppare il potenziale di prevenzione e d’integrazione che racchiudono in sé le attività extrascolastiche, ha aggiunto.
Nella stessa ottica, il governo intende ancorare nella legge federale i crediti per la sessione federale dei giovani e desidera offrire a tutti l’opportunità di parteciparvi.
Prudenza, dialogo, rispetto
Couchepin ha poi ricordato le dolorose conseguenze dell’iniziativa assistenziale «Bambini della strada»: un programma nato sotto buoni auspici – integrare i bambini nomadi in famiglie sedentarie per garantire un’adeguata scolarizzazione – ma dagli sviluppi disastrosi. A partire dal 1926, iniziò infatti a togliere sistematicamente i figli Jenisch ai loro genitori, cancellando spesso ogni traccia della loro identità e origine.
Secondo il consigliere federale, è necessario trarre i dovuti insegnamenti da questo esempio: «Quando prendiamo decisioni per altri o su altri, ci assumiamo una grande responsabilità. Dobbiamo quindi essere in grado di motivarle e assicurarci che non siano frutto di pregiudizi: la prudenza, il dialogo e il rispetto sono elementi indispensabili».
A questo riguardo, Couchepin ha messo in guardia contro proposte di soluzioni semplicistiche basate su preconcetti ideologici, per esempio individuando sistematicamente l’origine straniera quale causa del disagio e della difficoltà d’integrazione presso i giovani.
Riferendosi ai «botellones», ha commentato: «Non possono essere tutti autorizzati o proibiti seguendo una regola generale. Si deve valutare caso per caso, operando dei distinguo».
«Una politica da e con i giovani»
All’incontro di Zimmerwald ha partecipato anche Pierre Maudet, consigliere municipale di Ginevra e presidente della Commissione federale per l’infanzia e la gioventù.
Il trentenne Maudet ha salutato la decisione del governo di adoperarsi in favore delle attività giovanili extrascolastiche. «Indurre i giovani ad assumere responsabilità nel loro ambiente immediato: questo deve essere l’obiettivo primario di una politica giovanile condotta da e con i giovani, e non solo per i giovani».
Il presidente della Confederazione si è detto d’accordo: «Bisogna offrire prospettive ai giovani, non condurli», ha affermato, ricordando in conclusione che «la più grande differenza tra i giovani d’oggi e quelli di vent’anni fa è la maggiore libertà. Oggigiorno, chi lo desidera può cambiare più facilmente traiettoria professionale e sociale. Ovviamente, una maggiore libertà comporta anche rischi maggiori».
swissinfo, Andrea Clementi
È nato a Martigny (Vallese) il 5 aprile 1942. Ha conseguito la laurea in giurisprudenza all’Università di Losanna e il brevetto di avvocato-notaio nel suo cantone di origine. Membro del Partito liberale radicale vallesano, Pascal Couchepin è stato eletto in Consiglio nazionale nel 1979 ed è entrato in Governo nel 1998.
Fino alla fine del 2002 ha diretto il Dipartimento federale dell’economia, mentre dal 2003 è titolare di quello dell’Interno, che comprende sicurezza sociale, sanità, educazione, formazione, ricerca e cultura.
Nel 2008 Couchepin è presidente della Confederazione, carica che aveva già ricoperto nel 2003.
È sposato e padre di tre figli.
In risposta al postulato del consigliere nazionale Janiak sull’elaborazione di una legge quadro per una politica svizzera dell’infanzia e della gioventù e ai postulati della consigliera nazionale Wyss sul miglioramento della partecipazione dei giovani alla vita politica, il governo ha elaborato il rapporto «Strategia per una politica svizzera dell’infanzia e della gioventù».
Il Consiglio federale afferma la volontà di rafforzare il suo impegno in materia di protezione dell’infanzia, di promozione della gioventù e di partecipazione dei giovani alla vita politica, rispettando nel contempo il quadro essenzialmente federalista della politica che riguarda questi ambiti. Lo scopo è di rafforzare l’integrazione dei bambini e dei giovani nella società.
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