Prospettive svizzere in 10 lingue

“Anche la lingua russa in Ucraina è tra le vittime di Putin”

Andrey Kurkov
Andrei Kurkov è nato nel 1961 nell'attuale Russia e vive a Kiev fin dall'infanzia. È autore di numerosi romanzi e sceneggiature. Nel suo "Diario di un'invasione", rivela le sue esperienze e i suoi pensieri in quanto cittadino ucraino dalla fine del 2021 all'inizio del luglio 2022. Per questo è stato insignito del premio Geschwister Scholl 2022 della città di Monaco di Baviera. È uno dei tanti scrittori ucraini che scrivono in russo. SWI swissinfo.ch

Lo scrittore ucraino Andrei Kurkov era a Ginevra per un vertice sui diritti umani. In un'intervista a SWI swissinfo.ch parla dell'invasione russa, della Svizzera come Paese ideale e della situazione della lingua russa in Ucraina.

SWI swissinfo.ch: Nel primo capitolo del suo “Diario di un’invasione”, risalente al 29 dicembre 2021, lei auspica che l’Ucraina segua la strada della Svizzera. Ora siamo in Svizzera, un anno e mezzo dopo. Come valuta il comportamento della Confederazione in questo lasso di tempo?

Andrei Kurkov: Capisco che la Svizzera sia tradizionalmente neutrale. Ma secondo me, la neutralità non giustifica il fatto di trattare con un aggressore. Il problema principale è che la Svizzera vieta ad altri Paesi di esportare in Ucraina delle armi prodotte nella Confederazione. Senza armi e munizioni, l’Ucraina perderà la guerra. Ci sarebbero anche più vittime civili se l’esercito ucraino non fosse più in grado di difendere la popolazione.

Al vertice di Ginevra per i diritti umani e la democrazia, lei ha parlato in quanto “testimone oculare”. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, lei è più un testimone oculare che uno scrittore?

Purtroppo, non posso più scrivere racconti di fiction. Non una sola parola negli ultimi 15 mesi. Ci ho provato diverse volte, ma non ci sono riuscito. Ci riproverò. Attualmente, l’unico argomento di cui posso scrivere è la guerra e ciò che sta accadendo alla popolazione ucraina a causa dell’aggressione russa.

È un peccato, perché lei è un autore di successo di romanzi tradotti in 37 lingue. Lei stesso parla undici lingue?

Una volta sì. Ora ne parlo solo sei.

Quali?

Russo, ucraino, tedesco, francese, inglese e capisco l’italiano.

Il russo e l’ucraino sono oggi particolarmente politicizzati. Qual è la sua posizione al riguardo?

Lei sa che sono ucraino di origine russa. Scrivo narrativa in russo. Scrivo della realtà in russo, ma anche in ucraino e in inglese. Anche la lingua russa e la cultura russofona in Ucraina sono tra le vittime di Putin. Sempre meno persone parlano il russo, nessuno vuole più impararlo.

Gli scrittori e le scrittrici di lingua russa in Ucraina hanno difficoltà, perché la maggior parte delle librerie non vuole assolutamente vendere libri in russo. Nemmeno quelli scritti e pubblicati in Ucraina. Si tratta di una reazione emotiva all’invasione, che in una certa misura è anche razionale. Quando sento parlare russo per le strade di Ginevra, non so se si tratti di persone di nazionalità russa, ucraina o bielorussa. Quando sento parlare in ucraino, è chiaro: sono dei miei compatrioti e delle mie compatriote

E lei parla ancora russo in pubblico?

In occasione di eventi pubblici in Ucraina parlo ucraino, ma uso il russo a titolo personale e privato. Mia moglie è inglese e i miei figli sono cittadini britannici. Per me la lingua è uno strumento – a volte uno strumento di cultura, a volte uno strumento di politica.

Per legge, l’ucraino è l’unica lingua ufficiale in Ucraina. Per questo motivo parlo ucraino quando organizzo eventi pubblici in Ucraina.

Parlerebbe russo durante degli eventi pubblici in Ucraina se la situazione fosse diversa?

No, non lo farei. La lingua ucraina è la protezione più evidente dell’identità e dell’indipendenza ucraina. La Russia è riuscita a costringere la Bielorussia ad avere due lingue ufficiali: il russo e il bielorusso. Che cos’è successo? In Bielorussia, chi parla bielorusso per strada è considerato un nazionalista estremo e viene ridicolizzato.

La lingua russa verrebbe liberata in Ucraina se si fermasse l’invasione russa?

Se ci si attiene ai post su Facebook, il russo è la lingua del nemico. Questo nonostante il fatto che la metà dei soldati ucraini al fronte sia di lingua russa. Ma la maggior parte delle persone ucraine russofone sa chi è responsabile della cattiva reputazione della loro lingua. Putin sta spingendo l’Ucraina a perfezionare la propria identità ucraina più velocemente di quanto sarebbe accaduto altrimenti.

I social media hanno un’influenza decisiva in questa guerra. Anche durante il suo soggiorno a Ginevra, lei pubblica informazioni sugli sviluppi in Ucraina, ad esempio sui bombardamenti a Kiev.

I miei figli sono a Kiev, così come la maggior parte dei miei amici. Sono preoccupato ogni notte, perché ogni notte dobbiamo affrontare bombardamenti ed esplosioni. L’intero Paese vive così, minacciato dalla Russia.

Ma tutto il mondo ne è consapevole e vede come i russi uccidono i civili ucraini e occupano il loro territorio. Spero che questo influenzi anche le decisioni della Svizzera. Non si può assistere a un omicidio in silenzio.

Si riferisce alla posizione svizzera sulle esportazioni indirette di armi?

Sulle questioni umanitarie, sulle armi, su tutto. Spero anche che la Svizzera partecipi alla ricostruzione dell’Ucraina e aiuti il Paese a diventare membro dell’Europa. La Svizzera non fa parte dell’Unione Europea, ma è un Paese importante, in particolare in ambito finanziario.

In Svizzera, alcuni e alcune esponenti politici di sinistra chiedono la confisca dei fondi russi.

Non sono uno specialista. Spero solo che le banche svizzere non diventino dei centri di transito del denaro criminale russo utilizzato per corrompere le istituzioni europee e i partiti politici di estrema sinistra e di estrema destra per rappresentare gli interessi della Russia. Questo diventerà importante. Ma sono sicuro che le autorità svizzere sanno cosa sta accadendo nel loro Paese.

Lei è noto per la sua visione critica della politica ucraina. Nel suo “Diario di un’invasione” traccia anche un ritratto mitigato del presidente Zelensky.

Il presidente Zelensky gode di grande sostegno. Naturalmente è anche molto criticato, tra l’altro da intellettuali, perché l’Ucraina è composta da individui, non da masse uniformate come la Russia. In Ucraina sono registrati più di 400 partiti politici. Si discute e si critica senza sosta. Il prossimo o la prossima presidente, vivrà la stessa situazione. Il punto è che Zelensky è il presidente di un Paese in guerra. E sta facendo bene il suo lavoro.

Vedremo cosa succederà quando la guerra sarà finita e se Zelensky rimarrà presidente. Fino a oggi, nessuno è riuscito a rimanere in carica per due mandati in Ucraina. Questo la dice lunga sull’Ucraina: non si può avere una dittatura se non si permette a una persona di fare due mandati completi.

Spera ancora in una stabilità come quella della Svizzera quando la guerra in l’Ucraina sarà finita?

Sarebbe l’ideale. Ma l’Ucraina non può permettersi di essere neutrale come la Svizzera. L’Ucraina deve far parte della forza che potrà difendere il Paese in futuro. In un certo senso, però, la Svizzera è sempre stata per me un esempio di armonia: Cantoni diversi, quattro lingue e città in cui la gente parla inglese. È grazie a questa neutralità e armonia che il Paese ospita una sede delle Nazioni Unite e la sede del Comitato internazionale della Croce Rossa. La Svizzera è un esempio di Paese ideale.

A cura di Mark Livingston

Traduzione e adattamento di Luigi Jorio

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