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Accordo Svizzera-Libia: Göldi giunto in Svizzera

Max Göldi e Micheline Clmy-Rey, al loro arrivo a Zurigo RTS

Per Max Göldi è la fine di un incubo iniziato 695 giorni fa. L’uomo d’affari svizzero bloccato in Libia dal luglio 2008 è atterrato all’aeroporto di Zurigo lunedì, poco dopo la una di notte, dopo aver lasciato Tripoli domenica sera a bordo di un volo di linea, facendo scalo dapprima a Tunisi.

Al suo arrivo, Max Göldi era accompagnato dalla consigliera federale Micheline Calmy-Rey, con la quale era partito due ore prima da Tunisi. A Zurigo era presente pure il ministro degli Esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos. Max Göldi è stato accolto dalla famiglia. Ha salutato la stampa ma non ha fatto dichiarazioni.

A sbloccare la situazione ha contribuito l’accordo che Micheline Calmy-Rey e il suo omologo libico Mussa Kussa avevano firmato domenica nella capitale libica. L’intesa riguarda la normalizzazione delle relazioni bilaterali tra i due paesi ed è stato siglato in presenza del ministro degli esteri spagnolo Miguel Angel Moratinos, che ha funto da mediatore. Oltre alla Libia, alla Svizzera e alla Spagna, il testo è stato firmato anche dalla Germania.

Domenica nel tardo pomeriggio era giunto a Tripoli anche il premier italiano Silvio Berlusconi, che è stato accolto nella tenda di Gheddafi insieme a Micheline Calmy-Rey, ai ministri degli esteri di Libia, Spagna e Malta, ai premier di Malta e Slovenia e all’ambasciatore tedesco.

L’accordo – definito piano d’azione – prevede la creazione di un tribunale arbitrale che avrà come compito di condurre un’inchiesta sulle modalità dell’arresto di Hannibal Gheddafi, avvenuto il 15 luglio 2008 a Ginevra. Questo punto era già previsto dal precedente accordo, accettato il 20 agosto 2009 dall’allora presidente della Confederazione Hans-Rudolf Merz (accordo poi sospeso).

Un secondo punto riguarda «il furto» e la pubblicazione sulla stampa delle foto segnaletiche scattate dalla polizia ginevrina a Hannibal Gheddafi. L’accordo prevede che i responsabili della trasmissione delle foto ai giornali siano condotti in giustizia. Il documento firmato domenica indica che una procedura penale è già in corso nel canton Ginevra. Domenica sera le autorità libiche avevano affermato che Hannibal ha ricevuto dal canton Ginevra un indennizzo di 1,5 milioni di euro per la pubblicazione delle immagini. Le autorità ginevrine hanno tuttavia rifiutato ogni commento in merito.

Stando al piano d’azione, la Svizzera «porge le sue scuse per la pubblicazione illegale» delle foto, pubblicazione che costituisce «una violazione» del diritto alla confidenzialità previsto dalla legislazione svizzera. Il testo rileva inoltre che «il governo del canton Ginevra deplora la pubblicazione di queste foto e riconosce la sua parte di responsabilità».

Fine di un’odissea

Calmy-Rey e Moratinos erano giunti a Tripoli nella tarda serata di sabato. Una conferenza stampa era prevista già alle 10 di domenica mattina in un albergo, ma le autorità libiche hanno lasciato aspettare i due più di un’ora, prima di condurli in un altro posto lontano dagli occhi dei media.

La crisi tra i due paesi era stata innescata dall’arresto a Ginevra di Hannibal Gheddafi, uno dei figli del leader libico. Lui e la moglie erano stati accusati di maltrattamenti dai domestici.

Ritorsione

Il 19 luglio 2008, due giorni dopo il fermo di Hannibal Gheddafi, le autorità libiche hanno arrestato due cittadini svizzeri Max Göldi – direttore della filiale libica di ABB – e Rachid Hamdani, accusandoli di aver infranto le leggi sull’immigrazione.

In febbraio, a poco meno di due anni di distanza dall’inizio della vicenda, Hamdani è stato prosciolto dalle accuse ed è potuto rientrare in Svizzera. Göldi è stato condannato a quattro mesi di reclusione, pena che ha finito di scontare il 10 giugno.

Crisi europea

La vicenda ha innescato una grave crisi diplomatica fra Svizzera e Libia, che ha interessato anche l’Unione europea.

Per far pressione sul regime di Gheddafi, Berna – stilando una propria lista nera – aveva infatti bloccato la concessione di visti Schengen a 188 alti dignitari libici, tra cui lo stesso Gheddafi.

Il governo libico reagisce sospendendo i visti per i cittadini dei paesi Schengen. In seguito a ciò, l’Italia e altri paesi del Mediterraneo cominciano ad esercitare pressione sulla Svizzera, ritenuta colpevole di tenere in ostaggio paesi estranei al contenzioso con la Libia. La misura è stata revocata alla fine dello scorso marzo.

Nelle ultime settimane, infine, i segnali positivi si sono intensificati. Il governo libico ha, ad esempio, autorizzato la ripresa delle importazioni di prodotti farmaceutici provenienti dalla Confederazione.

Inoltre, diversi stati europei – in particolare la Germania e la Spagna – hanno aumentato i loro sforzi per giungere a una conclusione del contenzioso tra Berna e Tripoli prima del 30 giugno, data della fine della presidenza spagnola dell’Unione europea.

La fine di un incubo

Max Göldi è libero, nel frattempo è tornato in patria ma non dimenticherà mai i quattro mesi trascorsi in un carcere libico. Pochi minuti prima di lasciare l’albergo dove ha trascorso gli ultimi 3 giorni dopo la scarcerazione, per essere accompagnato in aeroporto, ha dichiarato all’ANSA che non tornerà mai più in Libia. Riferendosi ai suoi mesi di detenzione è stato lapidario: “sono stati mesi molto duri”, è il suo unico commento sulla prigionia.

swissinfo.ch e agenzie

15-17 luglio 2008: arresto a Ginevra di Hannibal e Aline Gheddafi.

19/7/08: arresto di Rachid Hamdani e Max Göldi in Libia. Altre misure di ritorsione colpiscono aziende elvetiche attive in Libia.

26/7/08: la Libia esige scuse ufficiali. La Confederazione respinge le richieste.

20/8/09: a Tripoli, il presidente della Confederazione Merz si scusa per l’arresto di Hannibal Gheddafi; firma un accordo per l’istituzione di un tribunale arbitrale e annuncia che Göldi e Hamdani torneranno in patria in tempi brevi.

4/11/09: il governo elvetico sospende l’accordo con la Libia e inasprisce la politica restrittiva sui visti.

30/11/09: condanna di Göldi e Hamdani a 16 mesi di carcere per violazione delle norme sui visti. Hamdani sarà assolto in appello il 7 febbraio 2010; l’11, la pena di Göldi sarà ridotta a quattro mesi.

14/2/10: la stampa di Tripoli rivela l’esistenza di una lista nera svizzera, in base alla quale 188 personalità libiche non possono ottenere un visto Schengen.

18/2/10: la Spagna, presidente di turno dell’UE, invita a Madrid Micheline Calmy-Rey e il suo omologo libico Mussa Kussa.

22/2/10: Max Göldi – fino a quel momento rifugiato nell’ambasciata elvetica di Tripoli – si consegna alle autorità libiche; Rachid Hamdani può lasciare il paese.

25/2/10: Gheddafi invita alla jihad contro la Svizzera e al boicottaggio dei suoi prodotti.

17/3/10: Il governo di Ginevra si dichiara disposto a risarcire Hannibal Gheddafi per la pubblicazione delle sue foto segnaletiche. Gheddafi respinge la proposta e chiede l’istituzione di un tribunale internazionale per dimostrare la sua innocenza.

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