Ankara minaccia azioni legali in Svizzera contro sostenitori di Gülen
Dopo le notizie di vari media svizzeri secondo cui la vendetta del presidente turco Recep Tayyip Erdogan minaccerebbe anche suoi potenziali nemici in Svizzera, l'ambasciata turca a Berna oggi ha lanciato un monito: i sostenitori del movimento Gülen che vivono nella Confederazione rischiano di finire nel mirino delle vie legali.
In una conferenza stampa, l’ambasciatore turco ad interim Volkan Karagöz ha tacciato di “organizzazione terroristica” il movimento che fa capo all’imam Fethullah Gülen. Il diplomatico ha affermato che Ankara dispone di prove concrete in tal senso.
Dopo il tentato golpe del 15 luglio, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha accusato l’imam – che vive negli Stati Uniti – di essere la mente del fallito colpo di stato. Ankara lo considera ormai il nemico numero uno, reclama la sua estradizione e dà la caccia anche ai suoi simpatizzanti.
Alla domanda se il governo turco considera terroristi anche affiliati al movimento Gülen residenti in Svizzera, Karagöz ha risposto: “Ci sono membri di questo movimento in molti paesi”. Se vi sono solide prove che una persona o un’istituzione è coinvolta, questa si rende colpevole di complicità, ha proseguito il diplomatico.
La Svizzera ha una definizione diversa delle organizzazioni terroristiche. La Turchia è comunque in contatto con le autorità elvetiche in relazione a questo tema, ha aggiunto l’ambasciatore. Karagöz non esclude la possibilità di un’azione legale contro i sostenitori di Gülen. Interpellato sui motivi per cui negli ultimi anni il numero dei seguaci del movimento Gülen in Turchia e all’estero ha continuato a crescere, l’ambasciatore non si è potuto – o voluto – esprimere.
Nessuna assistenza giudiziaria per processi politici
Sulla via giudiziaria che l’ambasciata turca minaccia di intraprendere nella Confederazione ci sono però degli ostacoli. Se uno Stato estero necessita informazioni dalla Svizzera per un procedimento penale, deve presentare una domanda di assistenza giudiziaria, puntualizza l’Ufficio federale di giustizia (UFG) in una risposta scritta all’agenzia di stampa Ats. E nel caso in cui uno Stato vuole fare arrestare persone che si trovano in Svizzera, deve inoltrare una richiesta di estradizione, aggiunge l’UFG.
In ogni caso, le domande devono soddisfare requisiti ben precisi. Tra le condizioni l’UFG cita per esempio il fatto che il delitto in questione deve essere punito in entrambi i paesi. La Svizzera non presta assistenza giudiziaria, “se l’oggetto del procedimento è un atto che secondo il parere svizzero ha un carattere prevalentemente politico”, precisa l’Ufficio.
Finora comunque a Berna non è pervenuta alcuna domanda di assistenza giudiziaria da parte di Ankara, in relazione al fallito golpe, ha detto all’Ats la portavoce dell’UFG Ingrid Ryser.
Altri sviluppi
Cresce la tensione tra i turchi in Svizzera
Intanto la Turchia ha proclamato lo stato d’emergenza per tre mesi e la sospensione della Convenzione europea dei diritti umani.
Tra le misure che Ankara sta pensando di adottare c’è anche la reintroduzione della pena di morte.
(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)
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