“L’impatto a breve termine sarà enorme”
La storica vittoria dei Verdi e dei Verdi liberali alle elezioni svizzere lascia senza parole anche l'analista politico di lunga data Claude Longchamp. La nuova costellazione d’impronta verde con maggioranze di centro e sinistra in entrambe le camere del Parlamento avrà già subito un effetto sulla nuova legge sul CO2, prevede il politologo.
Secondo Claude Longchamp, una nuova alleanza tra PS, PPD, Verdi e Verdi liberali potrebbe innescare nuove dinamiche per risolvere anche altre questioni politiche. Ad esempio, per i negoziati, attualmente bloccati, in vista della conclusione di un accordo quadro con l’UE.
swissinfo.ch: I Verdi hanno ottenuto una storica vittoria elettorale: vincono 17 nuovi seggi e dispongono così di 28 rappresentanti in Consiglio nazionale. Ha ancora parole?
Claude Longchamp: No. Nessuno se lo aspettava. Perfino a Palazzo federale tutti erano sorpresi. Nei 28 anni in cui ho analizzato le elezioni in Svizzera, solo un partito ha raggiunto un successo ancora superiore: l’UDC, che nel 1999 aveva aumentato del 7% il suo elettorato. Ma, allora, aveva guadagnato solo 14 seggi. E ciò era dovuto al fatto che l’ex Partito della libertà si era sciolto e si era unito all’UDC.
A parte questo, la storia recente della Svizzera non ha mai registrato un simile cambiamento. Oltre al risultato dei Verdi va infatti sottolineato anche quello dei Verdi liberali, che hanno ottenuto a loro volta notevoli guadagni, sia in termini di numero di elettori che di mandati. Entrambi i partiti insieme rappresentano ora il 20% degli elettori, un dato di portata storica.
swissinfo.ch: L’elezione del 2019 è stata contrassegnata dalla questione climatica. La politica svizzera sarà ora completamente diversa?
C.L.: A breve termine, l’impatto sarà enorme, in particolare per la discussione in corso in Parlamento sulla legge sul CO2. Ci troviamo nella fase più importante dell’attuazione dell’accordo di Parigi sulla protezione del clima. La Svizzera non può più permettersi di retrocedere a livello politico.
Probabilmente ci sarà un’alleanza tra PS, PPD, Verdi e Verdi liberali – ora dispongono di una maggioranza in entrambe le Camere. Se si uniscono, insieme possono definire non solo la politica ambientale, ma anche quella di altri settori, come le infrastrutture. È qui che vedo la maggiore necessità di recuperare del ritardo nella prossima legislatura.
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Infine, ma non meno importante, si discuterà anche della rappresentanza in seno al Consiglio federale. Oggi abbiamo un parlamento di centro-sinistra e un governo di destra.
swissinfo.ch: Le nuove maggioranze di centro-sinistra nel Consiglio nazionale e nel Consiglio degli Stati significano la fine dell’era della polarizzazione in Parlamento. Si apre così una nuova dinamica anche per altre questioni, come le relazioni della Svizzera con l’UE?
C.L.: Su questo punto non sono così sicuro che ciò potrà accadere rapidamente. Negli ultimi due anni, il PS ha piuttosto frenato su questo tema ed ora ha subito delle perdite. Deve quindi essere introspettivo e chiedersi se la sua posizione sulla questione europea non abbia contribuito alle perdite attuali. Il PS, che di solito è il partito pro-europeo della Svizzera, è ormai diventato un partito che frena sulle questioni europee – e ha certamente un problema di fiducia.
La seconda domanda: vi sarà una nuova dinamica da parte dei Verdi liberali? Il PVL è il partito che si è schierato più fortemente a favore della firma incondizionata di un accordo quadro con l’UE. È immaginabile che i Verdi liberali possano innescare una nuova dinamica. Se riescono a trovare dei partner per un’alleanza a destra e a sinistra, in modo da sbloccare la questione europea, potrebbero dimostrare le loro capacità politiche e proporsi per un futuro mandato in governo.
swissinfo.ch: Finora il PPD ha rappresentato un po’ l’ago della bilancia, quando si tratta di stringere alleanze per trovare soluzioni politiche in Parlamento. I Verdi liberali potrebbero riprendere questo ruolo?
C.L.: Non in tutti i casi. Perché il PPD rimane più importante come partito, soprattutto per la sua posizione in seno al Consiglio degli Stati, che considero decisiva. Il PPD è inoltre più abituato a questo ruolo – ad eccezione degli ultimi quattro anni, in cui lo ha assunto soprattutto il PLR.
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Vi è però un margine di manovra: se il PPD adotta una posizione non sufficientemente liberale su una questione, i Verdi liberali potrebbero cercare di creare nuove maggioranze con il PLR, ad esempio. Abbiamo un primo partito in grado di comporre delle maggioranze, il PPD, e un secondo, il PVL.
swissinfo.ch: Per quanto riguarda ora gli sconfitti: l’UDC perde 12 seggi e ha così ricevuto una vera e propria sberla dall’elettorato. Dove si trova questo partito, che rimane il più forte a livello nazionale?
C.L.: L’UDC deve indubbiamente avviare una riflessione interna. Ha perso tutto quello che aveva guadagnato quattro anni fa. Tutto ciò che ha cercato di ottenere negli ultimi quattro anni, dopo la vittoria elettorale del 2015, è andato distrutto. Tuttavia, lo si poteva prevedere. Non ha avuto successo nelle votazioni federali, soprattutto quando non ha voluto scendere a compromessi. Ora ha dovuto pagarne il conto.
Gli elettori vogliono un’UDC che rappresenti la Svizzera nazional-conservatrice. Ma non vogliono un’UDC che sbatte la testa contro il muro e che ora vuole sottoporre a votazione federale anche la sua Iniziativa per la limitazione (un’iniziativa che vuole abolire la libera circolazione delle persone con l’UE, ndr.). Negli ultimi cinque anni ha subito molte sconfitte con le sue iniziative. Tuttavia, è ancora il partito più grande e rappresenta ancora un elettorato conservatore ben folto in Svizzera.
swissinfo.ch: Sono pure usciti sconfitti il PS e il PLR. Che ruoli avranno nella nuova costellazione?
C.L.: Entrambi i partiti devono analizzare molto attentamente la loro situazione. In particolare, capire a quali altri partiti hanno ceduto degli elettori. Entrambi sono ora sottoposti ad una forte concorrenza: il PLR da parte dei Verdi liberali, il PS da parte dei Verdi. Entrambi dovrebbero unire le forze invece di combattersi a vicenda come in questa campagna elettorale. Hanno cercato di guadagnare elettori attaccandosi a vicenda. Questo non ha ripagato nessuno dei due.
Nel servizio del TG, l’analisi delle elezioni di domenica:
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Traduzione di Armando Mombelli
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