La Svizzera, maestra e allieva in materia di asilo
Elogi per la politica d’asilo della Confederazione, ma anche un appello per più umanità nell’accoglienza dei rifugiati. All’indomani della visita in Svizzera di Angela Merkel, la stampa elvetica sottolinea l’impegno della «donna più potente del mondo» nell’affrontare la crisi dei migranti. La cancelliera tedesca non ha invece fornito indicazioni concrete sul proseguo delle relazioni bilaterali tra Svizzera e Unione europea.
«Per Angela Merkel, l’asilo deciderà le sorti dell’Europa», scrive Le Temps nel suo editoriale. «Merkel sa bene a che punto la questione dei rifugiati è fondamentale per l’Europa. Se la solidarietà nella ripartizione del peso dei migranti fallirà, saranno la libera circolazione e lo spazio Schengen a essere rimessi in discussione», commenta il quotidiano romando, rammentando gli elogi che la cancelliera tedesca ha espresso nei confronti del modello elvetico. «L’accelerazione delle procedure, le garanzie giuridiche accordate ai richiedenti l’asilo e la regionalizzazione dei centri di registrazione possono ispirare Berlino».
Per il resto, prosegue Le Temps, sono i dirigenti svizzeri a dover trarre insegnamento dalla Germania, e in particolare dal «coraggio, dal pragmatismo e dalla volontà politica» di Angela Merkel. «Davanti alle rovine dei centri d’accoglienza incendiati, osserva l’editorialista, Merkel ha condannato fermamente l’odio razziale. Sebbene i suoi compatrioti ritengono che abbia atteso a lungo, ha saputo risvegliare l’umanesimo tedesco. Parole che si fa invece fatica a sentire in Svizzera».
Tolleranza zero nei confronti dell’odio
Esprimendosi all’Università di Berna, dove ha ricevuto il titolo di dottore honoris causa, Angela Merkel ha insistito sulla «tolleranza zero» nei confronti delle manifestazioni di odio contro gli stranieri.
«Ci sono dei principi fondamentali per ciò che concerne le relazioni con gli esseri umani. Anche i richiedenti l’asilo la cui domanda è stata respinta hanno diritto a un trattamento umano», ha affermato la cancelliera tedesca.
Nella capitale svizzera, Angela Merkel si è detta fiduciosa sulle capacità della Germania di accogliere 800’000 rifugiati quest’anno. «Possiamo farlo e ci riusciremo siccome abbiamo la fortuna che la Germania è oggi un paese che la gente associa alla nozione di speranza. Quando avevo 30 anni, non era così».
Sulla stessa lunghezza d’onda, la Neue Zürcher Zeitung (NZZ) sottolinea che «la Svizzera ha messo in atto un sistema che potrebbe rappresentare una soluzione anche per l’UE», ad esempio per ciò che riguarda la ripartizione dei rifugiati nei cantoni. Ma rispetto alla Svizzera, il dibattito sulla migrazione viene però affrontato in modo diverso, osserva il giornale di Zurigo. «Invece di discutere dei metodi e delle possibilità per frenare l’immigrazione, il governo tedesco lancia un appello per una cultura dell’accoglienza», puntualizza.
Angela Merkel invita a una maggiore umanità, constata anche il Blick, secondo cui la politica elvetica «può prendere esempio» dalla rinuncia della Germania di rinviare i richiedenti l’asilo siriani verso altri paesi, come vuole la prassi di Dublino.
Una donna autentica
Sottolineando l’interesse quasi euforico suscitato dalla visita della Merkel in Svizzera, seguita in diretta come se fosse «una finale della Coppa del mondo di calcio», la Südostschweiz ritiene che l’entusiasmo per Merkel non è da ricondurre soltanto al peso e alla fiducia riposti nel paese vicino, ma anche «all’indole incredibile di questa donna».
A molti svizzeri, scrive il giornale grigionese, è piaciuto il modo in cui ha gestito la crisi greca. E il cuore che sta mostrando ora per i rifugiati, lascia giubilare la sinistra. «La sua calma e tranquillità impressiona i partiti, la sua autenticità ispira fiducia».
La NZZ torna poi sul «duello a distanza» tra la Merkel e il primo ministro ungherese Viktor Orban, per il quale l’afflusso dei rifugiati non è un problema europeo, ma tedesco. «Non basta proteggere le frontiere dell’UE e registrare i rifugiati. Tra i doveri vi è anche quello di garantire la protezione a ognuno. La Convenzione di Ginevra sui rifugiati non vale solo per la Germania, ma per tutti gli Stati membri», scrive il foglio zurighese citando le parole della cancelliera tedesca.
La questione europea non è una priorità
Tra la crisi della Grecia e l’enorme afflusso di richiedenti l’asilo (800’000 quelli attesi in Germania entro la fine dell’anno), Angela Merkel «sta vivendo i mesi più turbolenti della sua presenza in governo. La via bilaterale tra UE e Svizzera non è quindi in cima alla lista delle sue priorità», osserva il St. Galler Tagblatt, in merito agli attriti tra Berna e Bruxelles dopo l’accettazione in votazione popolare dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa.
Altri sviluppi
Stop all’immigrazione: 94% sì, 81% no
Per il giornale della Svizzera orientale, la visita a Berna della Merkel solleva comunque qualche speranza. «La Germania non è solo tra i paesi vicini della Svizzera, ma è pure l’attore più importante in Europa. Le parole di Merkel sono amichevoli. Non ha però lasciato trasparire alcuna indicazione secondo cui la Svizzera potrà contare sul sostegno del suo vicino nei suoi negoziati con Bruxelles».
Compresi i rifugiati, l’immigrazione in Germania nel 2015, in proporzione alla popolazione, sarà più importante di quella in Svizzera. E questo in un contesto dove il tasso di disoccupazione è decisamente più alto, rammenta la NZZ, per la quale si tratta di «cattivi presupposti per convincere il vicino che la Svizzera ha un problema particolare con l’immigrazione».
Per la NZZ, la Germania non sosterrà di certo la Svizzera a introdurre contingenti per i cittadini europei. «Merkel – puntualizza – ha però lasciato intendere che saluta le attuali discussioni tra Berna e Bruxelles e che sosterrà una soluzione costruttiva».
La «donna più potente del pianeta» si è riconfermata cordiale durante la sua visita a Berna, constata anche la Berner Zeitung. Non si è però capito su cosa si basa concretamente l’ottimismo di fondo che ha manifestato. «La voce della Merkel conta molto in Europa. Ma non è Babbo Natale. La fase della scomoda insicurezza continua».
Angela Merkel capisce la decisione del popolo svizzero, ma non accetterà l’introduzione di contingenti all’immigrazione, osserva il Blick. Con tutto il rispetto per l’iniziativa contro l’immigrazione di massa, le persone che muoiono ai confini dell’UE, i rifugiati sui barconi nell’Egeo e nel Mediterraneo, «sono sfide più importanti e urgenti», sottolinea il giornale svizzero tedesco.
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