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Avvisi divergenti attorno alla nuova legge sulla canapa

I consumatori occasionali di canapa in Svizzera sono stimati a 500'000. Keystone

Dal 1° ottobre 2013 un adulto sorpreso a fumare canapa in Svizzera non è più denunciato penalmente. La sanzione si limita a una semplice multa. La nuova legge, che allinea la Svizzera ad altre nazioni europee, suscita però opinioni contrastanti.

Un cortile appartato nel quartiere Les Grottes, poco lontano dalla stazione ferroviaria di Ginevra: spirali di fumo dall’odore dolciastro si alzano lentamente nell’aria. «Questa modifica è certamente una buona cosa», dice Dani*, un giovane consumatore di canapa. «Sono già stato preso dalla polizia. Avevo con me 5 grammi e pensavano che fossi uno spacciatore. Conosco diverse persone che hanno avuto un problema simile».

In Svizzera, la coltivazione, il consumo e il commercio di canapa sono vietati. Ma dal 1° ottobre di quest’anno, un maggiorenne fermato con non oltre 10 grammi di canapa riceve una multa di 100 franchi, come se avesse commesso una semplice infrazione stradale. Il caso non viene dunque più iscritto nel casellario giudiziario.

I sostenitori della revisione legislativa, approvata dal parlamento nel 2012, ritengono che il nuovo regime rappresenti un approccio limitato, ma realistico, al consumo di canapa. La nuova legge pone la Svizzera in linea con altri paesi europei, che tollerano il consumo di piccoli quantitativi di marijuana. In Svizzera, si stima che circa 500’000 persone (su una popolazione di 8 milioni) siano fumatori occasionali di canapa. Secondo le ricerche, gli spinelli sono in calo da un decennio.

Dani non è però soddisfatto. «Onestamente, credo che si dovesse legalizzarla e porre il suo controllo nelle mani dello Stato. Ci sarebbe perlomeno molta meno delinquenza».

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Questo contenuto è stato pubblicato al La legislazione elvetica vieta la commercializzazione della canapa con un tasso di THC (tetra-idro-cannabinolo) superiore all’1%. L’Ufficio federale della sanità pubblica può comunque rilasciare autorizzazioni eccezionali, ad esempio in ambito medico. (Immagini: Thomas Kern, swissinfo.ch).

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Droghe banalizzate

La depenalizzazione della canapa è contraria alla volontà popolare, denunciano invece i suoi oppositori. Nel 2008, l’elettorato elvetico ha respinto una proposta del governo per la legalizzazione del possesso, del consumo e del commercio controllato della canapa. E quattro anni prima, il parlamento aveva rifiutato di dibattere sulla questione.

Durante la sua pausa pranzo nel parco ginevrino delle Cropettes, Jean-Philippe*, uno statistico di 45 anni di nazionalità francese, afferma che la nuova legge è un passo nella direzione sbagliata. «Dieci grammi sono molti e 100 franchi non sono affatto dissuasivi. Non faranno altro che generalizzare il consumo e banalizzare la questione».

Anche a Zurigo le opinioni sulla canapa e sulla nuova legge non sono unanimi. «Rende troppo facile il possesso di droga e non si viene puniti. Credo che la marijuana possa essere un primo passo verso un consumo regolare di droga», dice Michael, 40 anni, incontrato alla stazione ferroviaria.

Secondo gli esperti in materia, l’adozione di una legge meno severa non dovrebbe invece avere un effetto sul consumo di canapa. Al contrario, sostengono gli specialisti, citando gli esempi di Portogallo e Olanda. Malgrado delle politiche sulle droghe leggere abbastanza tolleranti, in questi paesi il consumo di canapa tra i giovani è diminuito.

Nel frattempo, il dibattito in Svizzera va avanti e persino ex fumatori di droga si dicono dubbiosi. «Dieci anni fa sarei stato favorevole alla legalizzazione della canapa», confida Maria, mamma di due ragazzi. «Ma oggigiorno non dobbiamo sottovalutare i rischi. Nel 1990, una skunk [un tipo di marijuana] aveva un livello di THC [tetra-idro-cannabinolo, il principio attivo della canapa] di circa il 5%. Ed era già alto. Oggi può invece raggiungere il 30%. È quasi una droga pesante».

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Armonizzazione cantonale?

Il governo sottolinea che la revisione è un tentativo per armonizzare la legislazione a livello nazionale. Permette inoltre di alleggerire il lavoro di polizia e giudici, risparmiando al contempo denaro. Ogni anno, i tribunali elvetici trattano circa 30’000 casi legati al consumo di canapa.

«Ci vogliono più forze di polizia per poter lottare contro il traffico di droga», afferma Corine Kibora, portavoce dell’istituto di prevenzione dell’alcolismo e di altre tossicomanie Dipendenze Svizzera.

Contattate da swissinfo.ch, le polizie cantonali di Zurigo e Berna spiegano che a parte un po’ di burocrazia in meno, il nuovo sistema di multe non avrà alcun impatto sul loro lavoro quotidiano o sulla loro strategia di affrontare il consumo di canapa.

«Questo cambiamento di rotta politico conferma la modifica dello statuto della canapa nella società. Ma non è sufficientemente chiaro. E per la polizia, è difficile metterlo in atto sul terreno», ritiene Jean-Félix Savary, segretario generale del Gruppo romando per lo studio delle dipendenze (Grea).

Jean-Félix Savary teme in particolare che le polizie non applicheranno la legge in maniera uniforme. L’obiettivo primario della revisione, ovvero l’armonizzazione delle procedure, rischia dunque di non essere raggiunto.

«Non è una rivoluzione. L’approccio continua a essere esitante e conservatore. Si dovrà continuare a mobilitare le forze di polizia per assicurare che il divieto venga rispettato», prevede Jean-Félix Savary. Una delle conseguenze più sorprendenti, aggiunge, potrebbe essere una diminuzione del numero di persone che fuma canapa per strada.

Giovani fumatori

La revisione non concerne i fumatori di canapa minorenni. Contro di loro continueranno ad essere adottati procedimenti legali e un procuratore pubblico o un giudice potranno stabilire una pena pecuniaria.

La nuova legge contiene comunque misure speciali destinate ai giovani, puntualizza Corine Kibora. Gli spacciatori che vendono loro la droga saranno puniti più severamente e i bambini che hanno problemi di uso eccessivo di canapa dovrebbero ottenere con più facilità l’aiuto di un professionista.

Secondo il rapporto dell’Unicef pubblicato nell’aprile 2013, nel periodo 2009-2010 il 24% dei 15enni ha affermato di aver consumato canapa nei precedenti 12 mesi. Si tratta della percentuale più alta dopo quella del Canada, ma in calo rispetto al 38% constatato nel 2001-2002.

L’idea di fare più prevenzione e di garantire un miglior sostegno per lottare contro le dipendenze è molto bella in teoria, osserva Jean-Félix Savary. «Dobbiamo però smetterla con l’ipocrisia. La Confederazione invita i cantoni a fare di più, ma non versa nemmeno un franco. Di recente ha deciso di ridurre di un quarto il budget per la prevenzione dell’alcolismo e per le droghe è stato fatto altrettanto. Se i politici vogliono dei risultati, devono finanziarli».

*nomi noti alla redazione

Circa 180 milioni di persone nel mondo consumano canapa, secondo il Rapporto sulle droghe delle Nazioni Unite pubblicato nel giugno 2013.

In Svizzera, il 28% delle persone di 15 anni o più ha affermato di aver consumato canapa almeno una volta nella sua vita (la media nell’Ue è del 25%) e il 5,1% ha detto di averla consumata nei precedenti 12 mesi.

Il consumo più alto si registra nella fascia di età 15-24: il 17% ha affermato di aver provato la canapa nei precedenti 12 mesi.

Traduzione dall’inglese di Luigi Jorio

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