Le relazioni con l’UE diventano il tema prioritario per gli elettori
I rapporti tra la Svizzera e l'Unione europea, assieme ai premi dell’assicurazione malattia, sono visti dagli elettori come i problemi più importanti da risolvere per la politica federale. È quanto risulta dal primo Barometro elettorale 2019 della SSR per le legislative dell’ottobre prossimo. Tra i partiti registrano la maggiore progressione di voti i due schieramenti d’impronta verde.
In base al sondaggio, l’Unione democratica di centro (UDC) rimane il primo partito nazionale con un 27% di intenzioni di voto da parte delle persone interrogate. La forza politica di destra mantiene così un vantaggio di quasi 10 punti rispetto a tutti gli altri partiti.
Oltre 12’000 cittadini hanno partecipato al primo Barometro elettorale 2019 della Società svizzera di radiotelevisione (SSR), realizzato dall’istituto di ricerca SotomoCollegamento esterno. I dati si fondano principalmente sui sondaggi pubblicati sui siti online in lingua tedesca, francese e italiana della SSR, di cui fa parte anche swissinfo.ch.
La comunità degli svizzeri residenti all’estero non ha potuto essere inclusa nell’analisi, in quanto, come indicato da Sotomo, il numero degli intervistati era insufficiente.
Primi partiti in calo
A perdere più voti, rispetto alle elezioni del Consiglio nazionale nel 2015, è la stessa UDC, che cede un 2,4% del suo elettorato. Pure in discesa il Partito socialista (PS), che finora figurava in seconda posizione tra gli schieramenti politici nazionali.
I socialisti registrano un calo dell’1,4% e si ritrovano così allo stesso livello del Partito radicale liberale (PLR), che riesce invece a guadagnare un punto. Come quattro anni fa, i liberali radicali sono di nuovo in grado di risalire la china, dopo un lungo crollo elettorale iniziato negli anni ’80. La corsa testa a testa per il secondo rango tra PS e PLR rischia di essere uno degli aspetti più interessanti delle elezioni del 20 ottobre.
Secondo il sondaggio, i maggiori guadagni di voti sono però messi a segno da due partiti d’impronta verde. Il Partito ecologista svizzero (PES) sale del 2,4%, al 9,5% sfiorando quindi il suo massimo storico raggiunto nel 2007. Avanzano anche i Verdi liberali (VL), che riprendono l’1,8% rispetto al 2015.
Sondaggio
Il primo Barometro elettorale 2019 della SSR è stato realizzato dall’istituto di ricerche Sotomo, in base ai dati di 12’085 elettori, raccolti tra il 1° e il 7 febbraio.
ll sondaggio è stato condotto online, attraverso i portali web della SRG SSR da un lato e il sito online di Sotomo dall’altro.
Poiché i partecipanti all’indagine si reclutano da soli (opt-in), la composizione del campione non è rappresentativa della popolazione. Generalmente, ad esempio gli uomini partecipano più delle donne ai sondaggi politici. Le distorsioni del campione sono corrette mediante procedure di ponderazione statistica.
Tra i perdenti ritroviamo il Partito popolare democratico, che cede però questa volta soltanto lo 0,3% del suo elettorato. Secondo gli autori del Barometro elettorale, questo calo contenuto può essere considerato un “barlume di speranza” per i popolari democratici che, alla stessa stregua dei liberali radicali, devono far fronte dagli anni ’80 ad una costante emorragia elettorale.
Riesce per finire a sopravvivere il Partito borghese democratico, che perde lo 0,8% e si ritrova a quota 3,3%. Nel complesso, va notato che i partiti più a destra (UDC e PLR) si sono indeboliti dell’1,4%, mentre la sinistra (PS e PES) cresce dell’1%.
L’UE e il clima
Dal sondaggio emerge inoltre che le relazioni bilaterali tra la Svizzera e l’UE, così come i premi dell’assicurazione malattia, sono considerati i temi più rilevanti per la politica federale. I costi della salute, che si ripercuotono in continui aumenti dei premi delle casse malati, preoccupano il 47% delle persone intervistate, contro il 42% nell’ultima inchiesta dell’ottobre scorso.
Si sta ponendo sempre più al centro dell’attenzione degli elettori anche la questione dei rapporti con l’UE, in seguito in particolare ai complessi negoziati avviati dal governo con Bruxelles in vista della conclusione di un accordo quadro per regolare l’accesso della Svizzera al mercato europeo. Mentre nell’ottobre scorso il 28% degli interrogati considerava questo tema come una delle sfide prioritarie per il paese, questa quota ha pure raggiunto ora il 47%.
Anche i problemi legati ai cambiamenti climatici e alle emissioni di CO2 interessano sempre più gli elettori. Il 38% delle persone contattate pone il clima al centro delle sue preoccupazioni, contro il 30% nell’ottobre scorso. Ha perso invece leggermente d’interesse il tema della riforma della previdenza per la vecchiaia, menzionato ora solo dal 34% degli interrogati, contro il 37% nell’ultimo sondaggio.
Priorità diverse rispetto al 2015
Queste tendenze rivelano che i principali problemi considerati oggi prioritari non sono più gli stessi di quelli che avevano caratterizzato le elezioni del 2015. Quattro anni fa l’ecologia e le relazioni con l’UE svolgevano un ruolo marginale, mentre i dibattiti erano dominati soprattutto dai temi della migrazione e dei lavoratori stranieri.
I dati relativi alle priorità degli elettori evidenziano importanti differenze di sensibilità a seconda della regione linguistica. Nella Svizzera tedesca le sfide più importanti da risolvere per la politica federale sono considerate le relazioni con l’UE, davanti ai premi delle casse malati e al clima.
Quest’ultimo tema figura invece in prima posizione nella Svizzera francese, dinnanzi all’assicurazione malattia e ai rapporti con l’UE. Per finire, nella Svizzera italiana la fonte maggiore di preoccupazione è costituita dai rapporti con l’UE, seguono la migrazione e l’indipendenza del paese.
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