“Una procedura di destituzione calmerebbe gli animi a Ginevra”
Nel canton Ginevra un membro del governo, sotto inchiesta penale, si sta aggrappando al suo seggio, contro il parere della direzione del suo partito e contro la volontà dei suoi colleghi di esecutivo. Una situazione kafkiana resa possibile dall'assenza di una procedura di destituzione nella maggior parte dei cantoni svizzeri.
Se il presidente degli Stati Uniti commette un crimine, il Congresso ha il potere di destituirlo. Questa procedura di “impeachmentCollegamento esterno” non si è mai conclusa prima d’ora, ma è costantemente sotto i riflettori da quando è stato eletto Donald Trump. La Svizzera, per contro, non conosce questo meccanismo. I sette membri del governo sono eletti dal parlamento per un periodo di 4 anni. Anche se violano la legge o commettono gravi reati, nessuno può cacciarli durante il loro mandato.
“Queste destituzioni sono delicate perché si deve evitare che si trasformino in procedure politiche”. Pascal Mahon
La Confederazione ha vissuto finora due situazioni problematiche, molto diverse tra loro: la ministra Elisabeth KoppCollegamento esterno, accusata di aver violato il segreto d’ufficio, si è dimessa nel 1989. Il consigliere federale Jean BourgknechtCollegamento esterno, vittima di un ictus nel 1962, si è ritirato dal governo solo dopo che la famiglia ha annunciato le dimissioni a suo nome. La problematica sollevata dal secondo caso è stata risolta nel 2009 con una nuova disposizione federale che affronta la questione dell’incapacitàCollegamento esterno di un membro del governo di ricoprire la sua carica per un lungo periodo. Questa procedura si applica, ad esempio, se un ministro è gravemente malato, viene rapito o scompare durante una calamità naturale.
Evitare soluzioni faziose
La questione di un rappresentante eletto che non funziona o commette un errore non è stata tuttavia risolta. “Il rischio di una disposizione che prevede la destituzione di un membro dell’esecutivo che si comporta male – spiega Pascal MahonCollegamento esterno, professore di diritto costituzionale all’Università di Neuchâtel – è che possa essere utilizzata in modo fazioso. Si è voluto evitare questa possibilità a livello federale, limitando la procedura per un’incapacità permanente”.
Queste destituzioni sono delicate, osserva Pascal Mahon, perché si deve evitare che si trasformino in procedure politiche. “Se basta la maggioranza del parlamento per destituire una persona che non è più in simbiosi con il governo – afferma il professore di diritto – è contrario al nostro sistema che conferisce all’esecutivo una grande indipendenza”.
Mentre la destituzione è assente a livello federale, esiste in alcuni CantoniCollegamento esterno attraverso due meccanismi distinti: la destituzione da parte del popolo e quella da parte delle autorità. La prima è un’istituzione che risale alle origini della democrazia diretta negli Stati Uniti. Sei cantoni offrono ai cittadini la possibilità di presentare un’iniziativa popolare che chiede la destituzione del parlamento o del governo nel suo insieme. Se il popolo accetta, l’autorità interessata viene sciolta e si va a nuove elezioni. “Si tratta davvero di un diritto popolare. Non c’è bisogno di una ragione valida – sottolinea Pascal Mahon – perché non è una forma di sanzione ma una procedura puramente politica, che quindi non prevede la via del ricorso”. Questa destituzione da parte del popolo è stata utilizzata una sola volta in Svizzera, nel 1862. I cittadini del canton Argovia hanno accettato, in votazione popolare, di destituire il Gran Consiglio dopo la decisione dei parlamentari di concedere i diritti civili agli ebrei.
Sanzioni amministrative
L’altro dispositivo in vigore in quattro cantoni (Neuchâtel, Ticino, Grigioni, Nidvaldo) è amministrativo. Colpisce singolarmente una persona e ha lo scopo di fermare una disfunzione. La decisione può quindi essere impugnata dinanzi a un giudice. È questo il principio attualmente in discussione a Ginevra, cantone impantanato da mesi nel “caso Maudet”.
I cantoni con un dispositivo di destituzione da parte del popolo:
Berna : dal 1886, 30 mila cittadini possono chiedere il rinnovo generale del Gran Consiglio (parlamento) o del governo cantonale.
Sciaffusa : dal 1852, mille cittadini possono chiedere la destituzione del Gran Consiglio o del Consiglio di Stato (governo). La destituzione del governo è stata chiesta nel 2000, dopo l’approvazione dell’acquisto di terreni ad un prezzo giudicato troppo alto. La destituzione è stata nettamente respinta dal popolo.
Turgovia: da 1869, ventimila cittadini possono proporre la destituzione del Gran Consiglio e del governo.
Soletta : dal 1869, seimila cittadini possono chiedere la destituzione del Gran consiglio e del governo.
Ticino : dal 1892, 15 mila cittadini possono presentare al Gran Consiglio la domanda di destituzione del Consiglio di Stato.
Uri : dal 1915, 600 cittadini possono domandare la destituzione di un’autorità.
Il consigliere di stato liberale-radicale Pierre Maudet è sotto inchiesta penale per aver accettato vantaggi, dopo aver partecipato a un viaggio ad Abu Dhabi. Si applica la presunzione d’innocenza e il ministro ginevrino contesta Collegamento esternoqueste accuse, anche se ha ammesso di aver mentito sul finanziamento del suo soggiorno negli Emirati. Molti politici, anche del suo partito, hanno chiesto le sue dimissioni. Ma Pierre Maudet rifiuta di cedere alle pressioni e Ginevra non è uno dei cantoni con un meccanismo di destituzione delle autorità. Due parlamentari cantonali chiedono ora l’introduzione di un tale strumento per evitare il ripetersi di questi episodi.
La proposta si ispira molto al modello di Neuchâtel, entrato in vigore nel 2014 dopo un altro scandalo politico, il “caso HainardCollegamento esterno“. Frédéric Hainard, membro del governo e accusato tra l’altro di abuso di autorità, si rifiutò di dimettersi facendo precipitare il cantone in una grave crisi istituzionale e politica. Hainard decise infine di andarsene, ma la commissione parlamentare d’inchiesta incaricata di chiarire il caso chiese la creazione di una base legaleCollegamento esterno che permettesse di destituire un consigliere di Stato. In votazione popolare più del 90% dei cittadini del canton Neuchâtel accettò questo nuovo strumento.
Per evitare un uso fazioso del nuovo dispositivo, le autorità si sono spinte molto lontano nel descrivere i casi che possono essere presi in considerazione: un membro eletto può essere destituito per giusta causa, in particolare in caso di incapacità di lunga durata, di violazione dei doveri o della dignità del suo mandato, nonché in caso di condanna penale. Il Gran Consiglio può votare per sospendere e poi destituire un ministro con una maggioranza dei tre quarti dei deputati.
Calmare gli spiriti
Secondo Pascal Mahon è impossibile dire se queste procedure di destituzione abbiano un effetto preventivo. Ma la situazione attuale a Ginevra lo colpisce: “È quasi come una guerra civile. Non essendoci un meccanismo, i media, i pubblici ministeri e i politici stanno cercando di spingere Pierre Maudet a dimettersi. Se ci fosse una procedura, basterebbe avviarla: Pierre Maudet sarebbe sospeso e questo tranquillizzerebbe tutti in attesa della decisione penale”. Secondo il professore, l’esistenza di un meccanismo di impeachment in un cantone “permette di essere più tranquilli, perché sappiamo che se sorge un problema, abbiamo i mezzi per risolverlo”..
A livello federale, i parlamentari hanno proposto una procedura di destituzione nel 1989 (destituzione da parte del popolo) e nel 2010 (destituzione da parte delle autorità). Due iniziative ampiamente bocciate dai due rami del Parlamento.
Tuttavia, l’assenza di questo strumento su scala nazionale non disturba Pascal Mahon. Considerato che il Consiglio federale non è eletto direttamente dal popolo, ma dal parlamento, quest’ultimo ha più potere di spingere un ministro a dimettersi, così come gli altri membri del governo. “Penso che le pressioni siano più forti a livello federale – aggiunge il professore – mentre nei cantoni la situazione è diversa, dove un consigliere di stato eletto dal popolo non vede necessariamente perché il Parlamento o i suoi colleghi lo debbano buttare fuori”.
E se davvero il Consiglio federale non funziona?
In caso di problemi gravi e duraturi nel governo svizzero, ci sono comunque tre possibilità d’azione:
- Il parlamento attende le prossime elezioni, che si svolgono ogni quattro anni, e non rielegge alcuni consiglieri federali. Questo è accaduto nel 2007 quando il ministro e vicepresidente Christoph Blocher (destra conservatrice), non venne rieletto per le sue provocazioni e le violazioni della collegialitàCollegamento esterno.
- Se le commissioni di entrambe le Camere competenti in materia di immunità autorizzano il perseguimento penale di un consigliere federale, possono proporre all’Assemblea federale la sospensione Collegamento esternotemporanea della persona interessata.
- Se un’iniziativa popolare che chiede la revisione totaleCollegamento esterno della Costituzione federale viene accettata dal popolo, questo porta allo scioglimento del governo e del parlamento e allo svolgimento di elezioni anticipate. Un’iniziativa di questo tipo ebbe successo nel 1935Collegamento esterno, ma fu chiaramente respinta alle urne. Gli iniziativisti volevano stabilire in Svizzera un sistema più vicino ai regimi autoritari che all’epoca si stavano sviluppando nei paesi vicini.
Traduzione dal francese di Riccardo Franciolli
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