Come stimolare i cittadini a partecipare alla politica
In vista delle elezioni parlamentari di ottobre, il Congresso degli svizzeri all'estero è focalizzato quest'anno sulla partecipazione dei cittadini alla politica. Il loro ruolo attivo è una pietra miliare nella democrazia diretta elvetica.
Non è certo per pura coincidenza che il filo conduttore scelto dall’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSECollegamento esterno) per il congressoCollegamento esterno, che si tiene a Ginevra appena nove settimane prima delle elezioni legislative, sia: “La formazione civica: garanzia per una democrazia viva”.
In un paese con una ricca tradizione di votazioni popolari, dei cittadini interessati e informati sono essenziali per il buon funzionamento del sistema politico.
Il tasso di partecipazione medio – tra il 40 e il 50% – alle votazioni a livello nazionale potrebbe sembrare sorprendentemente basso a taluni e confermare le opinioni di coloro che considerano la democrazia diretta troppo impegnativa e complicata. I critici potrebbero puntare il dito soprattutto contro i giovani. Meno di un terzo di costoro ha preso parte alle elezioni federali del 2011.
La partecipazione non è certo più elevata tra gli svizzeri all’estero rispetto ai connazionali nella Confederazione. E questo nonostante l’aumento continuo del numero di espatriati che si iscrivono nei registri elettorali per poter esercitare il diritto di voto in Svizzera.
Sul banco degli accusati quando si ricercano i motivi della scarsa partecipazione degli espatriati viene spesso messa la lentezza dei servizi postali in alcuni paesi. Ciò fa sì che ricevano troppo tardi il materiale di voto. Perciò, l’OSE si batte da anni affinché tutto il corpo elettorale elvetico all’estero possa votare online.
Altri sviluppi
Cos’è l’educazione civica?
Un fulmine a ciel sereno sull’e-voting
E fino a due giorni fa l’impressione era che si stesse “andando nella giusta direzione, nonostante il ritmo lento e le battute d’arresto e benché ci siano ancora troppi cittadini elvetici all’estero privi dell’opzione del voto elettronico”, dichiara la co-direttrice dell’OSE Ariane Rustichelli.
Ma mercoledì è giunta inaspettatamente la decisione del governo federale di respingere, per ragioni di sicurezza, le domande per l’impiego del voto elettronico presentate da nove cantoni – Zurigo, Glarona, Friburgo, Soletta, Sciaffusa, San Gallo, Grigioni, Argovia e Turgovia – riuniti nel consorzio “Vote électronique”. Per le prossime elezioni federali, solo quattro cantoni offriranno quindi la possibilità agli svizzeri espatriati di votare online.
“È una pessima notizia per noi. Chiediamo alle autorità di garantire che l’e-voting sia finalmente implementato per tutti gli espatriati svizzeri entro le elezioni federali del 2019″, sottolinea Ariane Rustichelli.
Per le elezioni federali del prossimo 18 ottobre, di fatto, la decisione dell’esecutivo si traduce in un passo indietro, poiché in tre cantoni – Argovia, Grigioni e San Gallo – gli svizzeri all’estero saranno privati del voto elettronico di cui avevano già potuto usufruire alle elezioni del 2011. Il governo ha però d’altra parte assicurato che la falla ravvisata nel sistema, che riguarda la protezione del segreto del voto, potrà essere eliminata. Semplicemente richiederà più tempo di quello a disposizione per le elezioni federali di ottobre.
Stimoli
Le carenze tecniche possono essere risolte. Ma estendere il voto online potrebbe non bastare per convincere tutti gli aventi diritto a votare. Studi hanno dimostrato che in particolare i giovani devono essere resi consapevoli dei loro diritti e doveri di cittadini. Scuole e altri enti pubblici e privati hanno cercato di farlo.
Nei due giorni congressuali a Ginevra, l’OSE vuole contribuire a questi sforzi con una serie di tavole rotonde, workshop e la partecipazione di politici di primo piano, tra cui spicca la ministra svizzera delle Comunicazioni, Doris Leuthard.
Esperti di voto elettronico, comunicazione e diritti umani approfondiranno diversi aspetti della democrazia diretta e dell’educazione civica in Svizzera e all’estero.
Nel corso di questi lavori si parlerà per esempio dei tipi di informazioni di cui un cittadino ha bisogno per formarsi un’opinione. Che ruolo hanno le scuole, i media, le organizzazioni non governative quali attori della società civile? E come può uno speciale progetto multimediale di tutte le unità Società svizzera di radiotelevisione (SRG SSR), politboxCollegamento esterno contribuire a rafforzare l’interesse dei giovani per la democrazia diretta?
Quinta Svizzera in congresso
Gli interessi dei cittadini elvetici espatriati sono rappresentati dall’Organizzazione degli svizzeri all’estero (OSE) che celebrerà il 100° anniversario l’anno prossimo. L’OSE è riconosciuta dalle autorità elvetiche come interlocutrice ufficiale per le questioni relative alla Quinta Svizzera.
L’edizione 2015 dell’annuale Congresso degli svizzeri all’estero si svolge a Ginevra il 15 e il 16 agosto.
I lavori congressuali sono preceduti il 14 agosto, da quelli del Consiglio degli svizzeri all’estero, spesso chiamato “parlamento della Quinta Svizzera”, che si riunisce due volte all’anno: una in primavera, l’altra in estate in occasione Congresso. Il Consiglio è composto di 125 delegati provenienti da associazioni e club svizzeri all’estero, nonché da rappresentanti delle istituzioni nella Confederazione.
(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)
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