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Controversia su una visita di Hamas in Svizzera

A una conferenza all'università di Ginevra, il portavoce di Hamas, Mushir al-Masri (a sin.) ha parlato delle sofferenze della popolazione civile di Gaza stretta nella morsa dell'embargo Keystone

La visita a Ginevra di una delegazione di Hamas, chiamata a testimoniare di fronte a una commissione dell'Unione interparlamentare (UIP), ha suscitato aspre critiche in Svizzera. Intanto Berna prosegue una politica di dialogo con tutte le parti in conflitto in Medio Oriente.

La delegazione di Hamas mercoledì sera, mentre si recava a una conferenza su Gaza all’università di Ginevra, si è trovata confrontata con una manifestazione di protesta. Rispondendo all’appello dell’Associazione Svizzera-Israele (ASI), un centinaio di persone ha contestato la partecipazione alla conferenza, in veste di oratore, del portavoce del movimento palestinese Hamas, Mushir al-Masri. Alcuni dimostranti sventolavano bandiere svizzere e israeliane e innalzavano cartelli con slogan come “Nessun diritto per i terroristi” e “Spirito di Ginevra ≠ Hamas”.

La conferenza nell’ateneo ginevrino era organizzata dall’Ong “Droit pour tous” (Diritto per tutti) per commemorare il terzo anniversario dell’offensiva israeliana contro Gaza. Tra la mezza dozzina di oratori spiccava appunto il nome di Mushir al-Masri.

“È un uomo pericoloso”, ha dichiarato a swissinfo.ch Yehuda Dison, un manifestante che abita a Ginevra. “Esattamente come tutta quella gente di Hamas che continua a lanciare centinaia di razzi contro civili israeliani. Oggi ha avuto la sfrontatezza di dire alla radio svizzera che Hamas cerca di non attaccare i civili”.

Nel suo intervento nell’auditorio universitario, al-Masri ha ricordato i 22 giorni di offensiva, nota come l’operazione piombo fuso, lanciata contro Gaza il 27 dicembre 2008. Essa ha portato a “1500 morti palestinesi morti, 5000 feriti e 20mila case distrutte”, ha affermato il portavoce di Hamas. Sul fronte israeliano sono morti 11 soldati e tre civili.

L’oratore ha aggiunto di essersi recato a Ginevra per parlare anche dell’attuale “grande sofferenza” dei palestinesi che vivono sotto il blocco.

“Anche di fronte a crimini terroristici commessi da Israele, voglio sottolineare che i palestinesi manterranno vive le loro speranze, combattendo per la libertà con ogni mezzo necessario”, ha detto il portavoce di Hamas.

Audizione al Comitato dei diritti umani

Al-Masri era giunto lunedì a Ginevra come membro di una delegazione palestinese che il 14 gennaio ha avuto un’udienza presso il Comitato dei diritti umani dei parlamentari dell’UIP. L’organismo esamina le presunte violazioni dei diritti contro i parlamentari.

Il Comitato aveva invitato a testimoniare, alla sede dell’UIP a Ginevra, un’organizzazione non governativa (Ong) con sede a Gaza. Quali delegati, l’Ong ha designato al-Masri e il suo collega Khamis al-Najjar.

Le autorità israeliane hanno condannato l’invito dell’UIP. Il ministro degli esteri israeliano Avigdor Lieberman lo ha definito “un esempio di ipocrisia internazionale”.

L’ASI ha affermato che l’invito è “un insulto ai valori democratici e ai diritti umani che rappresenta lo spirito di Ginevra”.

Il segretario generale dell’UIP Anders Johnsson si è rammaricato per la polemica, ma ha difeso la decisione di invitare la delegazione: “Il nostro invito è stato frainteso… L’UIP non negozia con Hamas, ma il Comitato dell’UIP si occupa dei diritti dei membri di parlamenti, chiunque essi siano”.

Parlamentari in detenzione

Il Comitato dell’UIP ha esaminato i casi di parlamentari palestinesi detenuti in prigioni israeliane. In un comunicato diramato il 16 gennaio, ha indicato che 20 membri del Consiglio legislativo palestinese, eletti nel 2006 sulla lista di Cambiamento e Riforma (la formazione politica di Hamas), sono stati posti in detenzione amministrativa dalle autorità israeliane per periodi di sei mesi, poi rinnovati.

“Il comitato sta lavorando affinché si raddrizzi la situazione”, ha detto Johnsson a swissinfo.ch. “L’UIP non ha rapporti con Hamas, trattiamo con il parlamento palestinese”, ha puntualizzato il segretario generale.

Questa è stata la prima volta che funzionari del movimento islamico hanno partecipato a una seduta dell’UIP, che promuove il dialogo tra i deputati dei parlamenti di tutto il mondo, con l’obiettivo di favorire “la pace e la cooperazione tra i popoli” e “la solida instaurazione della democrazia rappresentativa”.

Politica svizzera

Il Dipartimento federale degli affari esteri ha sottolineato che la delegazione di Hamas è venuta in Svizzera su invito dell’UIP. “La Svizzera, come ospite dell’organizzazione, ha l’obbligo di facilitare l’ingresso di persone da essa ufficialmente invitate”, ha spiegato la portavoce del ministero Carole Wälti.

Al-Masri ha dichiarato alla televisione svizzera che la delegazione di Hamas ha avuto anche contatti con parlamentari elvetici e funzionari a Berna, ma non ha rivelato il contenuto dei colloqui.

La visita della delegazione in Svizzera ha coinciso con presunti contatti, il 18 gennaio al Cairo, tra il capo di Hamas Khaled Meshaal e l’inviato svizzero in Medio Oriente Jean-Daniel Ruch. (Vedi riquadro a fianco) L’incontro sarebbe volto a favorire l’avvio delle relazioni tra il movimento islamico palestinese e l’Unione europea, che finora lo ha boicottato.

La Svizzera, invece, prosegue la sua politica di dialogo con tutte le parti in conflitto in Medio Oriente, tra cui appunto Hamas. Potenze occidentali come gli Stati Uniti e l’Unione europea classificano Hamas come un’organizzazione terroristica a causa del suo rifiuto di rinunciare alla violenza e a riconoscere lo Stato di Israele.

“La Svizzera ha contatti regolari con Hamas che derivano dalla sua politica tradizionale di dialogo, in particolare per la risoluzione di conflitti, e di rispetto dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale”, ha detto Carole Wälti.

Stando a un responsabile di Hamas che ha voluto mantenere l’anonimato, il capo del movimento palestinese, Khaled Meshaal, ha incontrato mercoledì sera al Cairo l’inviato speciale svizzero in Medio Oriente Jean-Daniel Ruch.

Le discussioni sono state incentrate sulla possibilità di avviare relazioni tra Hamas e i paesi dell’Unione europea, che boicotta il movimento palestinese, ha dichiarato all’agenzia stampa francese Afp.

I responsabili di Hamas hanno sottolineato “l’importanza del fatto che l’Europa sia aperta al loro movimento e rinunci al partito preso in favore di una parte palestinese a scapito di un’altra”, vale a dire al Fatah del presidente palestinese Mahmoud Abbas, ha aggiunto la stessa fonte.

Dal canto suo, il portavoce di Hamas, Mushir al-Masri, raggiunto telefonicamente dall’Afp a Ginevra, ha detto che l’incontro al Cairo “si iscrive nell’ambito dei contatti dell’ufficio politico di Hamas con le parti europee e della sua apertura ai paesi europei”.

(Traduzione dall’inglese: Sonia Fenazzi)

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